Conte lascia il posto a Draghi. Il commiato dell'ex Premier: 'Torno a vestire i panni del cittadino'

Dopo il passaggio della campanella, l'ex Presidente del Consiglio ha lasciato palazzl Chigi ed ha salutato così gli italiani

I suoi discorsi sono già storia, così come alcune delle sue frasi tipiche e dell’ampia selezione di aggettivi che ha scandito le serate più buie degli italiani durante i primi mesi della pandemia.

Giuseppe Conte, nonostante tutto, è stato l’artefice di un’Italia che, nel momento di maggiore crisi, non si è lasciata travolgere dalle intemperie, ma ha combattuto strenuamente, con non pochi sacrifici, per uscirne azzoppata, ma viva.

Il commiato dell’ex Premier

Giuseppe Conte 5

Dopo il passaggio della campanella, che ha segnato l’insediamento del nuovo governo a Palazzo Chigi, l’ormai ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è congedato dalla sede di governo con il saluto del picchetto militare dei Granatieri di Sardegna.

Dalle finestre del palazzo decine di dipendenti gli hanno riservato un lungo applauso, al quale Conte ha risposto con un caloroso saluto. Più tardi, a riflettori spenti, l’avvocato che ha guidato l’Italia ha pubblicato un ultimo post sulla sua pagina Facebook:

“Ho lavorato nel “Palazzo”, occupando la “poltrona” più importante. Ma tra i corridoi e gli uffici di Palazzo Chigi, anche alla fine delle giornate più dure e dopo le scelte più gravose, ho sempre avvertito l’orgoglio, l’onore e la responsabilità di rappresentare l’Italia”.

L’ex Premier ha aggiunto:

“Sono grato a Voi cittadini per il sostegno e l’affetto, che ho avvertito forti e sinceri in questi due anni e mezzo. Ma vi sono grato anche per le critiche ricevute: mi hanno aiutato a migliorare, rendendo più ponderate le mie valutazioni e più efficaci le mie azioni.

La forza e il coraggio dimostrati dalla intera comunità nazionale soprattutto durante quest’ultimo anno di pandemia sono stati davvero incredibili: ci hanno dimostrato che ogni ostacolo, anche il più alto e insidioso, può essere superato, scacciando via le paure e i calcoli di convenienza, fidando nel coraggio dell’azione, nella determinazione dell’impegno, nell’etica della responsabilità. Io stesso ho cercato di far tesoro di questa esperienza, pur con i miei limiti, ma – vi assicuro – con tutto il mio impegno e la mia massima dedizione”.

Dopo le riflessioni è arrivato l’ultimo saluto:

“Da oggi non sono più Presidente del Consiglio. Torno a vestire i panni di semplice cittadino. Panni che in realtà ho cercato di non dismettere mai per non perdere il contatto con una realtà fatta di grandi e piccole sofferenze, di mille sacrifici ma anche di mille speranze che scandiscono la quotidianità di ogni cittadino.

È davvero necessario che ognuno di noi partecipi attivamente alla vita politica del nostro Paese e si impegni, in particolare, a distinguere la (buona) Politica, quella con la – P – maiuscola, che ha l’esclusivo obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini, dalla (cattiva) politica, intesa come mera gestione degli affari correnti volta ad assicurare la sopravvivenza di chi ne fa mestiere di vita.

Insieme a tanti preziosi compagni di viaggio abbiamo contribuito a delineare un percorso a misura d’uomo, volto a rafforzare l’equità, la solidarietà, la piena sostenibilità ambientale. Il mio impegno e la mia determinazione saranno votati a proseguire questo percorso. La chiusura di un capitolo non ci impedisce di riempire fino in fondo le pagine della storia che vogliamo scrivere.

Con l’Italia, per l’Italia. Grazie”.