Salvatore, storico caldarrostaio reggino a Milano: la sua storia al Corriere

Salvatore Cassala è originario di Reggio Calabria. È arrivato a Milano alla fine degli anni 50. Una volta ottenuto il posto in piazza Castello, non l’ha più abbandonato

Il corriere.it racconta la storia di Salvatore, originario di Reggio Calabria che da 50 anni lavora a Milano, in pieno centro.

“Piazza Castello, ore 16. È una bella giornata d’inizio ottobre e nell’aria c’è odore di caldarroste. Fin qui nulla di strano, eppure si percepisce una nota stonata: per le vie della città i turisti indossano ancora i calzoncini corti e, invece dei classici coni con le castagne roventi, passeggiano con in mano i bicchieri di granita. Il termometro infatti segna quasi 30 gradi come in piena estate eppure Salvatore Cassala è ancora qui a vendere caldarroste, con la sua postazione che si trova poco prima dell’entrata del Castello Sforzesco. Anche se adesso a gestire l’attività è arrivato il figlio, a volte lo si può ancora vedere qui a girare le castagne, come ha fatto per più di 50 anni”.

Un paradosso climatico che il Corriere.it descrive e racconta in una immagine.

“Lui in maglietta che, ai più temerari e curiosi, vende comunque qualche cono di caldarroste fumanti ma un cartello sulla destra mostra ancora i tipi di granite disponibili e nella vetrina del suo furgoncino si possono ammirare i colori dei vari gusti di gelato”.

«Fino a dieci anni fa con l’inizio di settembre arrivava il primo temporale e potevamo dire addio all’estate — racconta Salvatore — oggi invece sono pochi quelli che con questo caldo decidono di comprare le castagne. La nostra attività storica si è spostata di almeno un mese sul calendario. Prima portavamo i coni di castagne anche fuori dalle scuole quando suonavano le prime campanelle dell’anno, se lo facessi adesso mi guarderebbero come un pazzo».

Salvatore ha 79 anni, è originario di Reggio Calabria ed è arrivato a Milano alla fine degli anni 50. Una volta ottenuto il posto in piazza Castello non l’ha più abbandonato, ogni giorno faceva avanti e indietro con il furgoncino da via Canonica:

«Anche in autunno a volte vendevo le caldarroste con intorno a me la neve, oggi sembra impensabile. Quest’anno ho inaugurato la stagione delle castagne il primo ottobre».

«Se fino a qualche anno fa c’erano giornate dove si potevano vendere nei festivi anche cinquanta chili di caldarroste, adesso se ne contano non più di dieci o venti chili». Non c’è poi soltanto il cambiamento climatico ma anche il caro prezzi:

«Negli anni 90 al mercato con 100 mila lire portavi a casa un quintale di castagne, adesso costano 6,7 euro al chilo e questo pesa anche sul consumatore finale, che avrà porzioni più piccole. Dal 15 ottobre arrivano i “marroni” che sono impossibili da trovare a meno di sei euro al chilo, anche se è stagione. Le persone poi spendono meno, sono più attente al portafoglio: ora un cono costa cinque euro e dentro ci possono essere circa 200 grammi di caldarroste».

«Per adesso abbiamo solo diversificato le vendite, forse un giorno si arriverà a offrire soltanto gelati e cocco fresco tutto l’anno».