'Da Salvini solo demagogia, non sa nulla di Reggio': la lettera di un cittadino

"Per favore, reggini, per una volta mettete da parte la pancia ed usate il cervello". La lettera di un cittadino dopo la visita di Matteo Salvini a Reggio Calabria

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una cittadina riguardante la visita di Matteo Salvini a Reggio Calabria: “Da Salvini solo demagogia, Reggio non ha bisogno di liberatori padani”. Di seguito il testo integrale.

LA LETTERA

“Non si può che guardare con stupore all’ultima discesa dei lombardi in Calabria. L’assemblea che il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha tenuto al Consiglio regionale è un sunto perfetto di quello che è diventata la politica ai tempi dei social e descrive bene a chi corriamo il rischio di affidare il nostro destino.

Lasciando perdere la sala infarcita di riciclati, uomini e donne in cerca di gloria e padroni da servire, quello che è mancata, in assoluto, è la politica, quella con la P maiuscola. Salvini arriva a Reggio e viene accolto da una pletora di cerberi e pretoriani, lacchè a caccia di laute indennità e poltrone da occupare. Ci dice che il Veneto e la Lombardia hanno tanto da insegnare ai calabresi. Che qui è tutto marcio, da rifondare, da ricostruire guardando alle belle amministrazioni venete – passate alla storia, uno fra tutti, per lo scandalo Mose – oppure quelle della ricchissima Lombardia tirata in piedi dagli immigrati meridionali e che, già dai tempi di Mario Chiesa e dell’Albergo Pio Trivulzio, ha fatto scuola nel campo delle tangenti che hanno stritolato il nostro Paese. Ecco, questo è davvero inaccettabile. Ma non per una questione politica: ognuno la pensa come vuole e si consegna a chi vuole.

Ma, tra uno slogan e l’altro, il prode Salvini non ha mai formulato una soluzione ai tanti drammi che affliggono i nostri territori. Ci parla di rifiuti, senza minimamente conoscere origini e cause del problema sul conferimento in discarica. Ci parla di strade, eludendo scandali e inchieste che hanno portato alla sottrazione di cospicue somme che il Comune di Reggio avrebbe potuto e dovuto investire nelle manutenzioni. Ci parla di vecchiume, di ricambio, di nuova linfa ed alle nostre latitudini si presenta con gente che ha amministrato la nostra città, con ruoli da protagonista, negli anni che ne hanno sancito il tracollo e la distruzione, costringendo i cittadini a patire un debito mostruoso per i prossimi venti anni.

Salvini non sa niente di Reggio. Salvini non conosce nulla della Calabria. Salvini parla tanto per parlare certo che ci sarà, comunque, qualcuno ad abboccare alle sue frasi vuote e prive di senso, ragionamento oggettivo ed analisi obiettiva. Ecco perché non bisogna cedere alle sirene del leghismo, alle lusinghe di chi se ne fotte delle sorti della nostra gente e punta soltanto ad accaparrarsi quei consensi necessari a creare un uomo solo al comando. Perché Salvini ed i leghisti nostrani non parlano dei milioni – centinaia e centinaia di milioni – sottratti al Mezzogiorno e generosamente (?) consegnati allo sviluppo ed al progresso del Nord Padano.

Ormai abbiamo nonni e padri – ed ora pure figli e nipoti – che contribuiscono fattivamente alla crescita delle città industriali del settentrione. Ed è gente, la nostra gente, che è stata costretta ad emigrare, scippata alle proprie radici ed all’affetto delle proprie famiglie. Gente che rappresenta l’impalcatura più genuina ed onesta della crescita di quei luoghi. Nessuno – e dico Nessuno – ha mai affrontato seriamente, non soltanto a parole, il tema del rilancio del Mezzogiorno. Paghiamo un forte scotto in termini di rappresentanza e riusciamo sempre ad eleggere persone che, in Parlamento, conoscono a menadito soltanto la buvette della Camera e del Senato senza approfondire esigenze e bisogni delle persone che campano in un perenne stato d’emergenza e precarietà.

Per favore, reggini, per una volta mettete da parte la pancia ed usate il cervello. Non affidate il vostro futuro a chi di quel futuro non importa un bel nulla. Ed anche Matteo Salvini mi sento di dire: basta demagogia e parole vuote, la nostra città non ha bisogno di liberatori padani”.

Fonte: Giovanna Romanò