Sanità, Santelli promuove la Calabria anticovid e lancia la sfida: ‘La salute non sia più ospedalocentrica’

Tre parole chiave nel discorso sulle Linee Programmatiche della Presidente: Fiducia, reputazione, sfida

Gira attorno a tre parole chiave – che diventano il pilastro dell’azione di governo – il discorso della presidente Jole Santelli sulle linee guida del suo governo regionale. Fiducia, reputazione, sfida.

Un programma – evidenzia – scritto in tempi non sospetti, lontani da tutto quello che poi è successo. Per questo “il programma andrà riguardato controluce rispetto ad una vicenda che nessuno di noi poteva immaginare. Io penso che però i presupposti di quel programma e dell’azione debbano rimanere integri almeno nelle intenzioni principali”.
Innanzitutto, per la Santelli, c’è la necessità generale di avere una visione della Calabria:

“È arrivato il momento credo tutti noi di potersi cimentare non a singole azioni ma ad un progetto che abbia una visione generale, che ci porti a domandarci qual è la visione della nostra terra, quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere, cosa ci proponiamo di fare della Calabria non per la Calabria”.

Il punto di partenza è il termine fiducia:

“Deve ritornare ad essere prevalente soprattutto nei confronti dei cittadini calabresi. Fiducia non solo nelle istituzioni calabresi, ma fiducia nel sistema Calabria. Cioè se noi cittadini calabresi non crediamo e non abbiamo fiducia nella Calabria e nelle potenzialità di questa ragione, qualsiasi programma, qualsiasi governo regionale, qualsiasi Assise regionale fallirà inevitabilmente. Quindi dovremmo sempre stare tutti molto attenti quel tipo di rapporto essenziale che deve correre fra l’istituzione, la Regione come comunità, e i calabresi”.

La seconda parola è il termine reputazione, che la stessa Santelli ha usato spesso:

“La reputazione ritengo sia diversa dalla fiducia che è qualcosa che appartiene a noi. Abbiamo da fare molti passi in avanti non è reputazione non è soltanto promozione non è soltanto raccontare un’altra Calabria ma è anche raccontare la vera Calabria. Spesso diventiamo noi stessi nemici delle calabresi, della Calabria, quando ne parliamo male. Io credo che questa esperienza terribile che abbiamo vissuto con il Covid cercando di vedere sempre una luce anche quando c’è nero, qualcosa ce l’abbia lasciata. Un senso di comunità non solo a noi calabresi, ma in senso generale. Anche le regioni hanno acquisito un senso di comunità che spesso prima non avevano. Non disperdiamo un patrimonio che abbiamo conquistato in quel senso di civiltà.

L’emergenza Covid e la Calabria diligente

Inevitabile, quindi per la Santelli introdurre, partendo dall’esperienza Covid, Il tema della salute:

“Cioè, non l’organizzazione della sanità, ma il diritto del cittadino calabrese alla propria salute, e questo è il dato fondamentale in questa esperienza. Noi abbiamo toccato con mano la precarietà del Sistema Sanitario, delle strutture sanitarie calabresi, ma anche la grande capacità dei singoli e della rete. E siamo andati bene. Al momento siamo a zero casi, e siamo stati anche una delle regioni che ha tenuto dei comportamenti estremamente rigidi nelle ordinanze, ma soprattutto nella capacità dei cittadini di essere ligi a quelle regole e di rispettarle”.

Poi, la Santelli snocciola qualche numero anche per rassicurare i calabresi rispetto a quelle che definisce “strane leggende metropolitane”:

“Ci è stato detto che non facevamo tamponi per nascondere i dati: noi facciamo oltre 1000 tamponi al giorno rendicontati dalle Aziende Ospedaliere, e in un bollettino ufficiale. Abbiamo fatto 60 mila tamponi e sottolineo ogni singolo tampone, e non la ripetizione sulla stessa persona. Significa un test ogni 33 abitanti. È una delle medie più alte fra le regioni meno colpite dal virus. È statistica, sono numeri. Voglio rassicurare le persone che noi continuano a fare i tamponi.

C’è stato un problema di rallentamento sull’esecuzione dei tamponi, però vorrei sottolineare che dinanzi alla possibilità del terzo esodo verso la Calabria, solo ed esclusivamente la Calabria – e ringrazio i dipartimenti di prevenzione, il ‘118’ e le forze di polizia – ha fatto controlli a tappeto con dei posti fissi nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e sulle autostrade, chiudendo sia la parte della 106 Jonica che la SS18. In quella settimana abbiamo fatto oltre seimila tamponi: dovevamo smaltirli e noi riusciamo a smaltirne circa 1200.

Per chiarezza, non c’è solo un problema di laboratori, c’è anche un problema di reagenti, c’è un problema di costi, un problema di strutture. È chiaro che in quei momenti abbiamo avuto anche dei ritardi, e ci siamo fatti aiutare dalla regione Campania, utilizzando una struttura che la regione Calabria contribuisce a pagare, quindi nessuno ci ha fatto un regalo. Io ringrazio il presidente De Luca ma abbiamo usato anche cose nostre. Quindi abbiamo fatto un di più che nessun altra regione ha fatto”.

Dati, riferisce Santelli che sono stati in larghissima parte positivi ed hanno rassicurato tutti, soprattutto tutti quelli che hanno poi la responsabilità istituzionale e devono capire come gestire la nuova fase. Una nuova fase, sottolinea la Presidente, in cui oltre all’emergenza Covid si è innestata una vicenda che può diventare altrettanto pericolosa, che è quella economica.

“Ovviamente dei provvedimenti sono stati messi in atto e credo che siamo nelle condizioni, nel momento che il governo il 3 giugno aprirà alla mobilità interregionale, di rispondere sì al governo. Se dal 15 giugno ripartirà, come sostiene il ministro degli Affari europei nonché il ministro degli Esteri, il traffico interno europeo noi apriremo al traffico interno europeo. Cercheremo di utilizzare i sacrifici fatti dai calabresi in questi mesi per evitare un tracollo economico e cercare di recuperare il possibile anche per la stagione che arriva”.

Il cittadino e i suoi bisogni al centro della sanità

“Io credo che parlare di salute significa mettere al centro, veramente, il cittadino i suoi bisogni e non le strutture sanitarie in quanto tali”.

È questo il cuore del discorso della Santelli rispetto alla sanità. D’altra parte è stato detto mille volte: la politica deve fare mille passi indietro privilegiando competenze e meritocrazia.

“Dobbiamo mettere mano al piano sanitario, che va in parte rivisto. Bisognerà innanzitutto discutere dell’attuale struttura organizzativa: non è possibile che gli ospedali spoke siano sconnessi dagli hub. Dovremo poi lavorare su un concetto di salute nuovo, più moderno, e non “ospedalocentrico”, favorendo la medicina territoriale e di prossimità. Alla politica chiedo lo sforzo di evitare campanilismi nell’ottica di una strategia del territorio”.

La Santelli dice chiaramente che bisogna mettere mano al Piano sanitario regionale perché occorre capire, individuare e soddisfare i bisogni dei cittadini ragionando con i Piani di ambito, evitando campanilismi e lavorando per l’interesse generale. Ma poi c’è anche un richiamo alla ricerca e all’assessore Sandra Savaglio, che avrà il compito di mettere in rilievo tutte le eccellenze.

Altro tema delicato è quello dell’edilizia sanitaria, “su cui è necessario un dibattito serio. Sulla partita degli ospedali ci giochiamo tantissimo. Mi auguro che il governo, nel decreto Semplificazione, inserirà una norma “Morandi”, che significherà andare in deroga al Codice degli appalti e permettere l’accelerazione della spesa dei lavori pubblici per mettere in moto l’economia reale e dare risposte serie ai cittadini. Una delle parole chiave è sfida: se possiamo avere l’eccellenza, perché accontentarci della mediocrità?”.