Reggio in marcia per la Flotilla, corteo sul Corso: ‘Sosteniamo la pace. Basta indifferenza’ – FOTO
Lo sciopero indetto da CGIL e USB si è concluso con la consegna di un documento al Prefetto. Obiettivo la pace
03 Ottobre 2025 - 16:19 | di Eva Curatola

Un venerdì di silenzio operoso. Oggi, 3 ottobre, l’Italia “si è fermata” per la Flotilla. Lo sciopero generale, indetto da CGIL e USB, ha unito Nord e Sud. A Reggio Calabria la città ha scelto di camminare insieme: da piazza De Nava lungo il Corso Garibaldi, bandiere al vento e cartelli scritti a mano. Tanti ragazzi, docenti, sindacalisti, semplici cittadini. Tanti volti che chiedono la stessa cosa: la pace.
Flotilla e Gaza: lo sciopero del 3 ottobre anche a Reggio

Al centro c’è la Global Summit Flotilla, salpata per aprire un corridoio umanitario verso Gaza. La missione, che ha visto la partecipazione di diversi iitaliani, si è infranta contro lo stop in mare e l’abbordaggio delle barche da parte dell’esercito israeliano in acque internazionali.
In testa al corteo gli striscioni della CGIL, tra la folla le bandiere USB. Il passo è misurato, i cori sono chiari. Pace, diritto internazionale, protezione dei civili. Il documento finale è stato consegnato al Prefetto. Un gesto semplice. Un segno di responsabilità.
Le voci dal corteo

“È una giornata che serve a sostenere le iniziative di pace nel mondo – ha detto Gregorio Pititto, Segretario generale CGIL Area Metropolitana di Reggio Calabria. Ci riferiamo alla missione di pace della Flotilla che ha cercato esclusivamente di creare un corridoio umanitario di sostegno al popolo palestinese. Un popolo sottoposto a questo, mi consenta di dirlo, genocidio da parte di Israele. Sfileremo in maniera serena sul corso Garibaldi, consegneremo un documento al prefetto di Reggio Calabria e sosterremo anche le ragioni dello sciopero generale”.

Dello stesso avviso Fernando Pignataro, AVS Calabria:
“È una manifestazione contro un genocidio che per noi è ormai palese e riconosciuto da tutti tranne che dallo Stato e dal governo italiano, contro l’azione di pirateria fatta nei confronti della flottiglia e contro le azioni di un criminale di guerra come Netanyahu. È una partecipazione per il diritto all’umanità. La narrazione del governo è falsata. Nella flottiglia erano rappresentati 44 Paesi e c’è il tema del riconoscimento della Palestina, anche se molto simbolico. Difendiamo chi voleva portare sollievo a popolazioni stremate da fame, bombardamenti, omicidi di massa. La maggioranza degli italiani lo ha capito: oggi le piazze saranno piene di ragazze e ragazzi. Quando si muovono i giovani, qualsiasi governo dovrebbe cominciare a tremare”.
Alla manifestazione cittadino hanno preso parte anche diverse scuole e, fra gli intervistati ci sono anche dei docenti, che hanno l’arduo compito di formare le coscienze del domani:
“È bellissimo vedere finalmente una piazza che si riempie di ragazze e ragazzi – ha detto Valentino Scordino, docente Liceo “A. Volta”. Le piazze in Italia erano vuote. Oggi ci si riunisce intorno al grande tema della pace, che è il tema più importante e riguarda tutti”.
“Non è una protesta divisiva – ha aggiunto Claudia Neri, docente Liceo “L. Da Vinci” – e la presenza di tutti questi ragazzi lo dimostra. È una giornata importantissima: è la risposta che vogliamo a Reggio Calabria. Pensare che una flotta di civili che porta aiuti ai civili possa essere trattata in questo modo è aberrante. È la violazione di tutte le regole: democrazia, umanità, solidarietà. Che cosa insegniamo a questi ragazzi?”.
Il clima oggi in Italia

Lo sciopero generale ha toccato i servizi essenziali: trasporti, scuola, sanità. Garanzie minime rispettate, ma il segnale è netto. L’opinione pubblica chiede cessate il fuoco, corridoi umanitari, accesso agli aiuti senza ostacoli, protezione per ospedali e operatori. Molti guardano alle istituzioni italiane ed europee: embargo sulle armi, sospensione di accordi finché non saranno garantiti i diritti umani, sostegno alle ONG, lotta alla fame indotta dal blocco.
Cosa resta dopo il corteo

Restano passi lenti e sguardi tesi. Restano le voci dei docenti e dei ragazzi che hanno riempito la piazza. La Flotilla non è solo una notizia di cronaca. È il simbolo di una frontiera morale: l’idea che nessun porto possa chiudersi davanti alla sofferenza civile. Oggi Reggio Calabria lo ha detto con chiarezza.