Scomparsa Giudice Viola, Laganà: “Ci lascia un mito: un dolore e una responsabilità”

"Addio, Giudice. Ci piace pensare che abbia atteso che la squadra che porta il suo nome compisse un altro, ultimo piccolo miracolo prima di lasciarci"

“Il giudice Viola ci ha lasciati, il vuoto della sua assenza per noi sarà compensato dalla ricchezza della sua eredità morale.

Il giudice era un sognatore: dalle ormai epiche mattonelle del “Piria” all’Olimpo dell’A1 e dell’Europa, lo spirito pioneristico, la voglia di dimostrare che Reggio è una città piena di risorse positive, l’amore per il fratello Piero e quella palla a spicchi, lo spirito di servizio sono state la guida che ne ha tracciato le azioni.

Azioni che sono ormai leggenda, mito fondativo di una squadra, quella che porta il suo cognome, che è molto di più di un club. È la voglia di una comunità di non mollare mai, di distinguersi per valori e signorilità senza mai dimenticare che, in campo, ci si va per competere. Questo era il carattere del giudice Peppino Viola, impresso per sempre nelle fondamenta stesse della squadra neroarancio.

“È al giudice Viola – ha detto il presidente Carmelo Laganà – e al suo spirito pionieristico di servizio alla città che questa società si è sempre ispirata, fin dal giorno della sua fondazione, e continuerà a farlo. La scomparsa di colui che è l’iniziatore del “mito” e del movimento reggino ci addolora profondamente ma allo stesso tempo ci responsabilizza: è nostro dovere continuare a portare con orgoglio quel nome sulla nostra maglia”.

Il presidente, a nome di tutta la società, ha deciso di rinviare tutte le ulteriori iniziative di festeggiamento previste per la salvezza appena conquistata dalla nostra squadra, in segno di rispetto per il giudice e per la sua famiglia.

Addio, giudice. Ci piace pensare che abbia atteso che la squadra che porta il suo nome compisse un altro, ultimo piccolo miracolo prima di lasciarci. Che abbia voluto in qualche modo assicurarsi, come sempre faceva, che ci fossero basi solide sulle quali costruire. Il suo nome è per sempre consegnato all’immortalità dello sport nazionale e noi siamo onorati di portarlo addosso, di scandirlo ad ogni partita”.