Secondo appuntamento del Progetto Gheorgheos:Panoramica sulla Cultura e sulla presenza Ebraica in Calabria.


A Bova Marina si respira aria di tempi antichi e tradizioni millenarie. Un passato che si rifà presente. È incantevole, quasi magica, l’atmosfera che si respira al Centro Documentazione del parco Archeologico Archeo Deri, sede del ciclo di incontri promossi dall’Associazione Culturale San Giorgio, reso possibile grazie al prezioso contributo della provincia di Reggio calabria, nella persona del Presidente dott. Giuseppe Raffa e del comune di Bova Marina, peraltro, presente e partecipe agli eventi con il giovane e dinamico sindaco Avv. Vincenzo Crupi, che ha sintetizzato l’iniziativa parlando della volontà dell’Amministrazione, che «intende rilanciare il Comune attraverso la Cultura ed i suoi beni archeologici, su tutte la Sinagoga di San Pasquale, la seconda più importante di Italia, dopo quella di Ostia Antica», azione amministrativa suffragata dall’infaticabile assessore comunale alla cultura dott.ssa Maria Teresa Ollio. Questi i ringraziamenti istituzionali promossi nel suo intervento introduttivo dal Presidente dell’Associazione Culturale San Giorgio, Avv. Giuseppe Mazzetti senza ovviamente dimenticare anche la proficua collaborazione e per la loro presenza la Dott.ssa Donatella Marra, Presidente dell’Associazione Il Diritto umano di Reggio Calabria, nonché i relatori dell’incontro il Dott. Roque Pugliese, intervenuto nella qualità di Rappresentante Per la Calabria della Comunità Ebraica di Napoli e del Dott. Agazio Fraietta, Documentarista della Camera dei deputati e Blogger Calabria Giudaica, grande conoscitore ed esperto di Storia Ebraica.A loro il compito di offrire ai presenti un approfondimento sul Panorama Storico Culturale della Calabria Ebraica. Ed è un racconto attento e vibrante quello offerto da Agazio Fraietta, che ha parlato di « un progetto molto interessante, quello di Gheorgheos, che offre un ampio spettro di quella che è la cultura e la storia ebraica a Bova Marina e in Calabria; è sempre un emozione pensare a questa Sinagoga, come un luogo “inaspettato”, ritrovare, qui, una storia fantastica di 1.500 anni fa. Un segno dal Santo ».  Nel suo intervento, Fraietta, ha spaziato attraverso parecchi secoli di storia e tradizione, che trova i suoi punti fermi nei numerosi e ricchi reperti presenti in Calabria, testimoni di un passato antico ed importantissimo che vedeva la presenza ebraica diffusa in tutti i principali centri e comunità calabresi.Centrale l’intervento di Roque Pugliese, Rappresentante Per la Calabria della Comunità Ebraica di Napoli, che ha definito il Progetto “Gheorgheos” come «un’iniziativa splendida; finalmente in Calabria abbiamo i riflettori puntati sui nostri tesori, tesori di radici nobili. Progetti come questi sono encomiabili e sono essenziali per far nascere in Calabria un germoglio culturale di caratura internazionale. Una delle meraviglie del mosaico della Sinagoga di Bova – prosegue Pugliese – determina che il Tempo è solo una variabile in cui noi ci muoviamo, adesso sta a noi saper cogliere questo messaggio che c’è stato tramandato ». Roque Pugliese ha poi, durante i lavori, esplicitato il rapporto intrinseco tra la  sinagoga e il suo mosaico: simbolismo che desta grande meraviglia. Gli oggetti rappresentati sono identici a quelli che oggi un ebreo moderno ha in casa. A tal proposito, il Rappresentante della comunità ebraica di Napoli, ha passato in rassegna gli strumenti e i simboli attuali della tradizione ebraica, intercalando la lettura dei salmi della Torah.  Dallo Shofar, il corno di giustizia, strumento musicale il cui suono scandisce in principali momenti del calendario dei riti ebraici. Ed ancora,  ecco la Melagrana. Presente nella torah, frutto conosciuto e coltivato nel mediterraneo, fin dai tempi egizi, speciale per le sue forme, per la ricchezza dei suoi frutti, simbolo della fertilità (viene ricamato anche nei tipici abiti nuziali femminili) è dotato di una corona vegetale che rappresenta la santità; rappresenta l’uomo onesto e la prosperità. Poi un altro frutto, peraltro a noi calabresi particolarmente caro: il Cedro, di cui il Libano é ricchissimo, viene usato per la festa delle capanne. Albero maestoso, a tal punto che il senso estetico di Dio che viene rappresentato da questo frutto Per concludere, forse il simbolo più conosciuto nel mondo per indicare la tradizione ebraica la Menhora, candelabro a sette bracci,  rappresentazione del rogo in fiamme con cui Dio si manifestò a Mose destinato a rimanere per sempre accese e ardenti all’interno del Tempio. Rappresenta nella tradizione ebraica tre entità fisiche: il luogo, il tempo e la terra. É dunque la rappresentazione terrena di Dio, agli uomini.Ha concluso l’incontro, l’Avv. Giuseppe Mazzetti che ha sottolineato come « conoscere, ricordare, valorizzare e promuovere culturalmente, è questo il senso dei nostri incontri. Partendo da un interrogativo, una delle nostre provocazioni: perché qualche secolo fa si riusciva ad avere e vivere la presenza ebraica come motore trainante anche del nostro territorio ed invece oggi abbiamo così paura dell’Altro? Ci sono opportunità nascoste e territori inesplorati, che possono creare anche valore aggiunto anche di tipo economico ad una iniziativa meramente culturale insite ad esempio nelle potenzialità legate alla ipotesi, ad esempio, di dare vita a produzioni agricole, conserviere e alimentari di tipo casher» Il progetto Gheorgheos proseguirà sabato prossima, 2 agosto, sempre al Centro di Documentazione Archeo Deri di Bova Marina con gli interventi di Giuseppe Caridi, Franco Tuscano e Pietro Stilo