Brogli Reggio, continua la crociata. Nuova Italia Unita: 'Rotta al consiglio di Stato'

Catalano ha esposto la sua perplessità sulla sentenza del Tar, annunciando il nuovo passo del movimento per "consentire ai reggini di tornare a esprimersi"

Il TAR non ha accolto il ricorso di Nuova Italia Unita riguardante i brogli elettorali delle scorse comunali di Reggio Calabria. Il movimento, che per primo si è fatto promotore della “crociata”, non ha intenzione di gettare la spugna e intende rivolgersi al Consiglio di Stato.

Il Tar non accoglie il ricorso per i brogli di Reggio

La decisione del TAR Calabria di ieri, dopo una lunga camera di consiglio evidentemente divisa stante la tarda ora della pronuncia, non accoglie le valutazioni di Nuova Italia Unita sull’illegittimità del Consiglio Comunale di Reggio Calabria emerso dalle elezioni dello scorso settembre 2020.

In una nota, diffusa a mezzo stampa dal movimento, si legge:

“Il tribunale amministrativo della città dello Stretto non ha reputato significative le gravi decisioni assunte dalla giustizia ordinaria negli scorsi mesi, che in merito fece anche scattare degli arresti, e la comprovata manipolazione del voto, attraverso quel sistema strutturato che, fin dalla nomina dei presidenti di seggio, ha gravemente inficiato il responso democratico del voto dei reggini.

Il TAR Calabria pur riconoscendo che (nei seggi dove sono scattate le indagini) oltre un centinaio di voti siano risultati la chiaramente falsa espressione della “volontà popolare” di defunti e di anziani allettati (facendo così emergere la punta di un iceberg di un sistema chiaramente molto più ampio di falsi e di frodi) preferisce accogliere le annotazioni delle controparti e intervenire nel metodo e non nel merito: per la giustizia amministrativa reggina non è importante che la notizia di reato (a seguito delle indagini della giustizia ordinaria) sia di parecchie settimane dopo, in ogni caso il ricorso va presentato esclusivamente entro trenta giorni dal voto”.

Catalano: “Perplessi dalla sentenza. Non ci fermiamo”

“I brogli sono un dato di fatto. Non ci pentiamo di quello che abbiamo fatto e saremmo disposti a farlo nuovamente, tanto che la prossima tappa del percorso sarà quella del Consiglio di Stato. Siamo rimasti perplessi dalla sentenza del Tar”.

Lo ha detto Luigi Catalano, coordinatore per la Calabria del Movimento Nuova Italia unità e componente del direttivo nazionale:

“Ci siamo prodigati in questo ricorso scavalcando il sistema, senza pensare a tutti i preconcetti che tanti altri si sono fatti. Ci siamo lanciati in azione, siamo stati l’unico movimento a presentare ricorso. Ci tengo a precisare che la motivazione dell’intempestività non è una colpa da attribuire a noi, bensì ad un vuoto normativo che costringe i reggini a dover tenere un consiglio comunale illegittimo. Ci sono candidati che per 1 voto non sono stati eletti, magari nulla sarebbe cambiato, o forse si. Non sarebbe cambiata la posizione di Falcomatà, ma i voti sotto esame potrebbero aver compromesso la posizione di alcuni consiglieri. Questo noi lo chiamiamo tutelare la democrazia.

Con questa sentenza si sminuisce anche l’operato della magistratura. Quando il Tar dice che non abbiamo dimostrato questi 100 voti come sono stati frodati, io credo che quantomeno nella sezione presieduta da Giustra, il quale ha confessato sotto interrogatorio depositato nei verbali della procura, la manipolazione, che non dovrebbe esserci bisogno di altro”.

Sulla posizione di Castorina, Catalano ai microfoni di CityNow, ha affermato:

“Non sono un giustizialista e confido nel lavoro della magistratura che accerterà la collaborazione, o meno, del consigliere, in questa vicenda. Mi auguro che la sua sia la versione comprovata, anche se i verbali delle elezioni non sono formalmente corretti. La magistratura parla di un sistema collaudato già dal 2018. Se queste prove al Tar non sono bastate per la prova di resistenza, la decisione lascia perplessi”.

Nuova Italia Unita sta già predisponendo in queste ore il ricorso in Consiglio di Stato, chiedendo al massimo organo nazionale della giustizia amministrativa di consentire ai reggini di tornare ad esprimersi, “questa volta senza frodi: l’unica azione possibile per ricostruire il rapporto tra l’Ente e il Cittadino”.