Serie C: i medici non ci stanno. Castellacci: 'Pronti alle dimissioni'

Il presidente de L.A.M.I.CA, spiega in maniera dettagliata ogni passaggio, anche quello delle responsabilità

La vera rivolta è quella dei medici in Serie C. Le società si stanno esprimendo sulla impossibilità a giocare, ma la rivolta vera potrebbe essere condotta proprio da chi in prima persona è chiamato ad una serie di responsabilità e soprattutto ha contezza delle difficoltà che si possono incontrare. A CalcioToday.it ha parlato il prof. Enrico Castellacci, ex responsabile sanitario della Nazionale e presidente de L.A.M.I.C.A (Libera Associazione Medici Italiani Calcio)

“Non c’è dubbio che la Lega Pro non possa ripartire. Abbiamo avuto la richiesta di farci portavoce di tutti i medici della Serie C nostri associati che sono in agitazione dopo la decisione della Federcalcio di far continuare il campionatoIl protocollo non può assolutamente essere recepitoIn primis c’è il problema della reperibilità dei tamponi e dei reagenti, peraltro con costi insostenibili per i club. Se viene trovato un positivo anche il gruppo squadra deve essere isolato e nel giro di 24 ore bisogna trovare una struttura in cui potersi anche allenare. Impossibile per una società di Serie C sotto il profilo economico e logistico. Terzo, non esiste che il medico sociale abbia la responsabilità civile e penale.

La circolare dell’Inail riguarda i responsabili delle società non i medici sociali che sono professionisti. Non c’è stato nessun alleggerimento per i dottori. Noi abbiamo chiesto la condivisione del rischio, quindi della responsabilità, con le diverse componenti del gruppo squadra. Peraltro i medici sociali della Lega Pro non lavorano a tempo pieno nei club, quindi non potrebbero essere al servizio completo come sostanzialmente richiede il protocollo. Alla luce di tutti i problemi elencati, mi dice come può essere seguito questo protocollo?

Adesso possono essere tante le azioni. Lo valuteremo nel momento in cui la Figc respingerà le istanze dei medici. Quest’ultimi potrebbero arrivare anche alle dimissioni”.