Spatari e Maas raccontano il MuSaBa: "Dopo aver visto il mondo, volevamo immergerci nella natura"

di Eva Curatola - CityNow vi porta alla scoperta d

di Eva Curatola CityNow vi porta alla scoperta della Calabria. Non la Calabria sofferente, piegata dal peso della crisi, che al Sud ha fatto più vittime che in tutto il resto dello stivale, ma una Calabria fatta di paesaggi mozzafiato, di cultura senza tempo che ha influenzato i popoli del mondo intero, con bellezze uniche, a cui spesso, purtroppo, non viene riservato il giusto valore.

Esempio perfetto di ‘questa’ Calabria è il MuSaBa, il Parco Museo Laboratorio Santa Barbara situato a Mammola, nel cuore della nostra bellissima regione.

Noi di CityNow non potevamo di certo ignorare una realtà che da ormai 50 anni ha trovato la sua casa nel profondo Sud Italia e abbiamo intervistato i due fondatori del maestoso Parco visibile dalla statale che unisce Rosarno alla costa jonica calabrese.

musabaa

Si tratta del calabrese Nicodemo Spatari e della compagna olandese Hiske Maas.

I due, dopo aver esplorato in lungo e in largo il mondo, decidono di ritornare alla terra natia di lui e realizzare qualcosa di mai visto. “Avevamo visto il mondo, le città e le grandi metropoli” – confessa Hiske ai microfoni di CityNow“E volevamo cambiare vita, immergerci nella natura. Lui, calabrese, mi portò qui e mi disse – voglio fare qualcosa- nulla di preciso o ben definito e pezzo per pezzo in 50 anni è nato il MuSaBa”.

È proprio Hiske, l’ormai calabrese d’adozione, a condurci nel mondo che lei e Nik hanno costruito e che ormai fa indissolubilmente parte del territorio calabrese. “Il MuSaBa è un laboratorio sempre vivo, dove si continua a ‘costruire’. Una scuola di giovani architetti e non solo. Studenti e volontari di ogni facoltà e di qualsiasi provenienza sono sempre ben accetti al Parco. L’unico requisito fondamentale è la voglia di fare”.

Quella che lega Hiske e Nik al loro MuSaBa è una storia tortuosa, fatta sicuramente di innovazione ma costellata da numerose battaglie che oggi non sono ancora state completamente vinte. “Abbiamo combattuto i vari sistemi che hanno tentato di disturbare il nostro lavoro e ad oggi sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo”.

musaba frase

Entrando al MuSaBa risulta infatti palese la mancanza di appoggio e finanziamenti da parte dello Stato. Si legge infatti: “Non c’è futuro per una regione che non sa riconoscere i meriti di un grande artista”. E a confermalo è proprio la Maas che racconta a CityNow, quanto poco lei e Spatari siano stati aiutati dalle istituzioni nei 50 anni della loro attività al MuSaBa.

Sarebbe giusto premiare Nik e il lavoro che porta avanti, fin quando ne sarà in grado. E l’Ente Parco Aspromonte e il Presidente Oliverio sembra si stiano impegnando per portare finanziamenti che gioveranno al Parco”.

musaba 6 musaba 4

Il Museo all’aperto ha infatti bisogno di continue cure e manutenzione, un progetto importantissimo che Hiske Maas e Nik Spatari hanno intenzione di portare a termine nel più breve tempo possibile è quello della sistemazione del ‘Sogno di Giacobbe’. “L’opera è a rischio e bisogna mettersi a lavoro il prima possibile, tempo permettendo, per cominciare il rifacimento della copertura”.

musaba sogno di giacobbe

Hiske Maas non parla però solo del MuSaBa, ma anche dei calabresi, che nel corso degli anni ha imparato a conoscere ed apprezzare. “Siete persone accoglienti e solari ma è vero anche che i calabresi pensano troppo al passato. Noi però siamo il presente e il futuro”.

La Maas, durante la nostra intervista, si rivolge soprattutto ai giovani, invitandoli a non voltarsi indietro: “Sono loro che devono inventare e reinventare il lavoro”.

“I calabresi – continua Hiskenon sono stati sempre presenti durante gli anni di attività del Musaba”. Si può dire che furono quelli più vicini a spostare le prime pietre che oggi costituiscono il fantastico esempio di arte contemporanea calabrese. “Si lavorava e si mangiava un pollo arrostito insieme, la fatica accompagnata a momenti divertenti”. Col tempo però qualcosa è cambiato e Spatari e la Maas hanno cominciato a contare sull’appoggio di volontari internazionali.

Oggi però sembra di intravedere finalmente uno spiraglio di luce. “Le università calabresi sono molto più attive. Ciò che serve, ora, è riuscire ad incanalare bene il lavoro per poter sviluppare al meglio il settore turistico in Calabria”. Queste le parole di una donna che ha avuto modo col tempo di conoscere a fondo i problemi della nostra terra.

“Il turista che viene qui in Calabria è alla ricerca di una terra vergine, non di quei centri culturali di massa ritrovabili in qualsiasi parte del mondo. In Calabria abbiamo anche il mare, che nella stagione estiva è sicuramente un punto di forza della regione. Ma in primavera e in autunno la Calabria ha davvero tanto da offrire, tra cui un patrimonio culturale e paesaggistico da fare invidia al mondo”.

E questo dovrebbe essere il futuro della Calabria secondo la fondatrice del MuSaBa.

Ma lei è solamente una parte della meravigliosa realtà di cui è composta il Parco Museo Laboratorio Santa Barbara. Nik Spatari è l’altra metà della mela. Il calabrese nonostante l’età, non è il tipo da fermarsi a contemplare il tempo mentre passa; lo dimostra non solo il suo impegno continuo per il museo che lui stesso ha costruito, pietra dopo pietra, insieme all’aiuto della sua Hiskee e a quello di innumerevoli volontari, ma anche l’ultimo incarico che gli è stato affidato.

Il progetto viene dal Sindaco Falcomatà, che ha chiesto al genio di Spatari di creare qualcosa per la nostra Città Metropolitana. Un’idea che per ora prevede la costruzione di due guerrieri in pietra alti 12m, molto colorati, sfarzosi e dinamici, che esprimano esattamente l’anima del creatore, da posizionare uno vicino al MArRC e un altro al MuSaBa, a voler rappresentare un collegamento tra il centro cittadino e la locride.

“Nik è un genio. È un uomo che sa fare tutto e che si è fatto da solo. Non ha studiato, non è andato all’università perché sordo. È un autodidatta che ha girato il mondo imparando dagli artisti più famosi. La sua è una grande arte che deriva da un grande impegno”.

Non è infatti solo Hiskee a trasmetterci le sue sensazioni e a raccontarci la vita del MuSaBa. È lo stesso Nik a confessarci ciò che prova nella sua quotidianità: “Io vedo tutto attraverso immagini e colori come in un sogno, la vita continua all’infinito per miliardi e miliardi di anni”. E proprio questo trasmette l’arte di Spatari al pubblico.

nik spatari

Avvicinandosi al MuSaBa si viene quasi sommersi da quel senso di infinito di cui Nik parla nell’intervista con noi di CityNow. “Consiglio ai giovani di esprimersi spontaneamente “ – continua Spatari durante l’intervista – “Girando il mondo dagli Stati Uniti a Londra, da Parigi a Mosca fino al Medio Oriente non ho trovato niente di nuovo. Ho scoperto però, che ovunque esiste una traccia italo-romana, nell’arte o nella cultura”.

Un passato, quello della nostra regione, che non può essere dimenticato, soprattutto per la bellezza che porta con sé e che attraversa i confini solcando i mari di altre nazioni. “La Calabria era la vera e prima Italia, era questo il suo nome. E siamo stati proprio noi a diffondere la cultura in tutto il Mediterraneo”.

Bisognerebbe quindi scommettere di più sulla propria terra affinchè questa venga conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.

musaba 3 musaba 1