Garibaldi e Reggio: i fatti d’arme, i luoghi e gli spazi, le memorie

Iniziativa Anassilaos e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria per ricordare "l'eroe dei due mondi"

Continuano presso la Villetta della Biblioteca De Nava gli incontri promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca Pietro De Nava, nell’ambito dell’iniziative dell’Estate Reggina 2023 organizzate dal Comune di Reggio Calabria.

Giuseppe Garibaldi e Reggio Calabria/ I fatti d’arme, i luoghi e gli spazi, le memorie” è il tema della manifestazione patrocinata anche dalla Deputazione di Storia Patria per la Calabria, che si terrà giovedì 17 agosto presso la Villetta De Nava della Biblioteca con la partecipazione del Prof. Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione Storia Patria della Calabria e Dott. Fabio Arichetta, Responsabile Centro Studi Anassilaos “R. Romeo”.

Agosto – scrive in una nota dell’Associazione Anassilaos Fabio Arichetta – è “il mese garibaldino” per eccellenza per la nostra Reggio Calabria al centro di due eventi di grande portata storica, la Spedizione dei Mille che pose le basi dell’Unità d’Italia e la sfortunata spedizione d’Aspromonte che mise in evidenza le ancor fragili radici del nuovo stato proclamato il 17 marzo del 1861: il 21 agosto del 1860 Garibaldi conquista Reggio Calabria a conclusione di quella che è passata alla storia come la Battaglia di Piazza Duomo. E due anni (il 25 agosto del 1862) vi ritornò alla guida di quella sfortunata spedizione che doveva condurlo a Roma e fu fermata invece il 29 agosto del 1862 in Aspromonte, nel territorio di Sant’Eufemia dalle truppe regie, che ferirono il generale. Garibaldi indotto da una eventuale resistenza e dall’invito delle Autorità reggine di non coinvolgere la città nel conflitto si diresse verso l’Aspromonte evitando Reggio Calabria, città ben fortificata, nella quale peraltro esisteva una certa confusione come è facile rilevare da un proclama della Guardia Nazionale della Città che in caso di conflitto “tra le truppe nazionali e i Volontari di Garibaldi” proclamava “la più severa neutralità” considerando la vicenda “una deplorabile quistione fraterna”.

La città di Reggio –ricorda il responsabile Anassilaos – ammirò sempre l’Eroe dei Due Mondi. A suo nome eresse un monumento con una statua opera di Rocco Larussa (1825-1894) che superò il terremoto del 1908 ma fu danneggiata dai bombardamenti della primavera-estate del 1943 per cui venne sostituita all’indomani del secondo conflitto mondiale da un altrettanto mirabile opera di Alessandro Monteleone (1897-1967). A suo nome intitolò anche la principale via della Città già Corso Borbonio. Inoltre l’amministrazione cittadina nel 1874 gli assegnò un vitalizio annuo di mille lire che Garibaldi accettò ringraziando il Sindaco e al quale rinunciò nel 1877.

“Oggi – scrive l’Eroe al Sindaco – non abbisogno e prego di destinare quella somma ad opera di beneficenza”.

Garibaldi fu a Reggio Calabria un ultima volta il 24 marzo 1882 – morirà il 2 giugno di quello stesso mese -per una breve sosta durante un viaggio che lo doveva portare in Sicilia.

“Cittadini – recita un manifesto – oggi alle 4 p.m. uniamoci tutti in Piazza Vittorio Emanuele, per dimostrare pubblicamente che la memoria di Lui è viva sempre negli animi nostri; per dimostrare la gioia che ne accende di rivederlo ancora fra noi, sebbene per pochi minuti; per prepararci a riceverlo degnamente domani in questa patriottica città”.

A tale breve sosta si riferisce il Sindaco Plutino nel manifesto che ne annuncia la morte ai Reggini (3 giugno 1882):

“Lo vedemmo non ha guari, affranto dalle sofferenze, e partì dal cuore di tutti un augurio che quel fil di vita fosse ancora conservato per lungo tempo all’amore degli Italiani…”.

In quella circostanza, peraltro, il Comune, associandosi al Lutto Nazionale, rinviava l’inaugurazione del Museo Civico fissata per il 4 giugno. Ancora nel secondo dopoguerra in occasione del 25 aprile (Festa della Liberazione) e del 2 giugno (Festa della Repubblica) un corteo guidato dal comunista Eugenio Musolino e dal repubblicano Gaetano Sardiello attraversava il Corso cittadino per concludersi concludeva a Piazza Garibaldi con la deposizione di una corona d’alloro al Monumento dell’Eroe.