14 anni dalla Strage di Natale: cosa è successo il 25 dicembre 2006

Maria Strangio muore ammazzata dai colpi di due killer che a volto coperto, fanno fuoco nel mucchio di persone

«Uccisa per sbaglio» dissero i collaboratori di giustizia durante il processo Fehida. Caduta nella guerra decennale tra le famiglie più importanti del panorama criminale di San Luca, colpevole di essere in compagnia del marito appena uscito dal carcere e del cognato, veri obiettivi del commando di fuoco.

Maria Strangio muore ammazzata dai colpi di due killer che a volto coperto, fanno fuoco nel mucchio di persone – tra loro anche un bambino di 5 anni, rimasto ferito da uno dei colpi – assiepate davanti alla casa dei Nirta.

È il pomeriggio del 25 dicembre del 2006. La “strage di Natale” la chiameranno gli inviati delle testate nazionali, calati in quell’angolo d’Aspromonte a raccontare l’ennesimo atto di sangue di una faida che si trascina, cadavere su cadavere, dal carnevale del 1991.

LA MONTAGNA IN GUERRA

Giovanni Luca Nirta, pezzo da 90 del crimine organizzato della montagna e giovane marito della Strangio, è l’unico tra i presenti a rimanere illeso durante l’agguato: suo fratello viene colpito a una gamba, così come viene colpito, fortunatamente in modo lieve, il nipotino.

Sul campo resta invece la giovane e incolpevole donna, che morirà all’ospedale di Locri qualche ora più tardi a causa della gravità delle ferite riportate. L’agguato di Natale , venne fuori durante il processo celebrato in corte d’Assise a Locri, segnava l’ennesimo passo in avanti di una guerra interminabile e arrivò in risposta all’attentato subito qualche mese prima da Francesco Pelle, aka Ciccio Pakistan, colpito da un commando nel giorno della nascita del figlio (la ‘ndrangheta di San Luca colpisce sempre, o quasi, in Natale giorni “speciali”) e ridotto sulla sedia a rotelle a causa di una pallottola nella schiena.

SULLA VIA DI DUISBURG

Agguati a bordo di Vespe 50, e blitz armati direttamente negli ovili di campagna; e poi sparatorie in paese e tra le pieghe della montagna, per una guerra durata 16 anni e cucita “a crudo” sulla pelle di un paese devastato e rimasto strozzato tra il potere criminale della ndrangheta e la risposta law&order ante litteram dello Stato. La faida che mette davanti le famiglie dei Nirta-Strangio e dei Pelle-Vottari è ormai come una locomotiva impazzita lanciata nel vuoto e, la risposta alla strage di Natale, è tremenda: a Duisburg sono sei le vittime che il commando di fuoco guidato da Giovanni Strangio lascia davanti all’ingresso della pizzeria “Da Bruno”.

Una strage senza precedenti, che mostrò ad una Germania troppo distratta, la capacità organizzativa e militare della ‘ndrangheta, da anni infiltrata senza problemi nell’economia pulita della locomotiva economica d’Europa.