Talenti Reggini – Giacomo Triglia, regista ai vertici della musica italiana


di Pasquale Romano – Ai vertici della musica italiana. In pochi anni il regista di origini reggine Giacomo Triglia si è ritagliato un ruolo di assoluto rilievo nell’universo dei videoclip musicali. Ad oggi, ha all’attivo più di 50 video girati con i più importanti musicisti e cantautori del panorama italiano. Afterhours, Brunori Sas, Irene Grandi, Francesca Michielin, Zero Assoluto, Francesco Sarcina ed Eugenio Finardi alcuni dei nomi che fanno parte del percorso professionale di Triglia. L’elenco si allunga e aggiorna di continuo, è il segnale di un talento cristallino che trova la perfetta unione con il mondo della musica.

‘Ho iniziato a realizzare video musicali per un’esigenza di espressione, i videoclip rispetto ai cortometraggi, con i quali ho iniziato, ti permettono di raccontare tanto in poco tempo, di sperimentare parecchio. La mia idea di regia –dichiara ai microfoni di Citynow– è molto influenzata dal cinema, non sono mai stato un consumatore accanito di canali musicali ma ho sempre visto e continuo a vedere una miriade di film quindi la mia idea di regia è più legata a questo mondo’.

Come nasce e si evolve l’idea di un video musicale? Triglia spiega nei dettagli il proprio approccio: ‘Mi piace costruire una storia partendo magari da una singola idea visiva che io reputo forte e interessante, da lì il processo è automatico, associazioni di idee e soprattutto il testo del brano fanno il resto. Nei miei video mi piace giocare con la follia, con il dramma ma con ironia, scene surreali al limite del grottesco ma con soluzioni sempre visivamente ricercate’.

Un bivio decisivo nel percorso del regista di origini reggine è datato 2004. Selezionato, il più giovane in assoluto, al Torino Film Festival, Triglia propone un ‘folle’ cortometraggio la cui trama era “un ragazzo che suona la chitarra, suona il piano, balla il tip tap e alla fine tenta di suicidarsi”. ‘Vedere che quel lavoro era stato apprezzato mi ha dato una carica enorme, da lì ho realizzato altri cortometraggi e partecipato a diversi festival. Trasferitomi a Cosenza nel 2009 ho proposto a Dario Brunori di realizzare un video per il suo nuovo progetto musicale, Brunori Sas, abbiamo fatto il video di “Come Stai”, da lì per me è partito tutto in fretta ed in modo automatico, ho iniziato ad avere richieste da altri artisti ed etichette e non mi sono più fermato’.

La passione per la regia ha antiche radici, un pò insolite…: ‘Credo che la passione mi sia venuta grazie a Enrico Ghezzi, ovviamente un minimo di predisposizione presumo ci debba essere, ma è grazie al suo “fuori orario” con il quale mi ritrovavo a svegliarmi di notte che è scattata la scintilla, senza internet era complicato riuscire a entrare in contatto con certi film, lui è stato il mio eroe di gioventù’.

L’universo dei videoclip, con l’invasione dei social network e delle nuove tecnologie, si è notevolmente modificato. Aprendo nuovi orizzonti a chi faceva fatica ad emergere: ‘Grazie ai social network gli artisti indipendenti possono riuscire a veicolare le loro produzioni indipendenti alla pari delle major senza passare necessariamente dai canali standard come le tv musicali. L’uso dei videoclip ultimamente è triplicato, merito anche della facilità di condivisione tramite i social. Anni fa -spiega Triglia- da un album venivano fuori 1 massimo 2 videoclip, adesso si parla di minimo 4, io ne ho fatti ben 6 con quello della Michielin.

La sperimentazione è uno dei tratti peculiari del percorso professionale del regista reggino. Videogiochi come Fifa o The Sims sono diventati in modo sorprendente gli attori principali di alcuni videoclip: ‘L’idea nasce con fifa 99, stavo per caso ascoltando il disco di un amico e nella modalità “allenamento” la “poesia” del calciatore intento a vagare in campo completamente solo mi ha particolarmente ispirato così ho deciso di fare un videoclip utilizzando quelle immagini. Anni dopo ne ho realizzato un altro sfruttano The Sims, di recente invece ho sfruttato nuovamente fifa, la versione 2014, usando i cosiddetti “glitch”, errori di programmazione che possono portare ad effetti o comportamenti originariamente non voluti, in poche parole alla pazzia dei giocatori’.

Potendo decidere, Triglia sceglierebbe di lavorare con gli Sparklehorse, gruppo rock americano degli anni ’90. Sogno impossibile da realizzare, in quanto Mark Linkous, vero one man della band, si è suicidato nel 2010. Il regista reggino fa l’elenco dei videoclip particolarmente ammirati:’ “Daydreaming” dei Radiohead, “Mind Mischief” dei Tame Impala, “Flash Delirium” degli Mgmt, “Lost Cause” di Beck, “Do You” degli Spoon, “Digital Witness” di St. Vincent, “Free” di Darwin Deez e tanti altri’.

Quali i progetti e gli obiettivi per il futuro? Triglia preferisce concentrarsi sul presente: ‘Non ho mai fatto progetti a lungo termine e non ho neanche mai avuto il tempo di farli, tutto è arrivato in modo naturale ed è probabile che tutto svanisca nello stesso modo ma al momento nelle poche pause preferisco divertirmi senza pensare al futuro’.

Sul rapporto con la propria città, lo stato d’animo è ambivalente. Sincero l’affetto che lo lega a Reggio Calabria, i ricordi degli anni da studente e le ‘serate pazze’ con gli amici la cartolina impressa nell’anima. ‘Da un punto di vista professionale però -rivela Triglia- il rapporto non è stato dei migliori. Ho insegnato presso l’Accademia di belle arti ma lì ai tempi la meritocrazia non era ben vista, in generale non vedevo sbocchi professionali per me in città quindi ho preferito “migrare”. Mi sono trasferito a Cosenza, per scelta infatti sono voluto rimanere in Calabria’.