Università Mediterranea, il dArTe inaugura la mostra "Improbabili morfologie"

Il Dipartimento Architettura e Territorio della Università degli Studi "Mediterranea" di Reggio Calabria presenta il lavoro di tre anni di studi e ricerche riguardanti il Campo Marzio di Piranesi

All’inaugurazione saranno presenti il Magnifico Rettore dell’Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, Santo Marcello Zimbone; il Prorettore alle attività culturali di Ateneo, Gianfranco Neri; il Direttore del Dipartimento “Architettura e Territorio – dArTe”, Adolfo Santini; il Direttore del Dipartimento “Patrimonio, Architettura, Urbanistica – PAU”, Tommaso Manfredi.

CONTENUTI DELLA MOSTRA

Il Campo Marzio è la più complessa costruzione metaforica tra quelle realizzare da Piranesi. In particolare si intende proporre una riflessione teorica sul disegno come modo di conoscere ed interrogare le cose; come il disegno sia anche un discorso sull’essenza dell’architettura.

Si mostreranno i lavori di 3 anni di studi e ricerche sul tema del Campo Marzio di Piranesi. Saranno presentati: disegni, ri-disegni, modelli, istallazioni e video del Campo Marzio di Piranesi realizzati durante tre anni di studi e ricerche condotti dal prof. Gaetano Ginex (titolare delle ricerche) con la collaborazione del PhD Student Arch. Francesco Trimboli e di gruppi di allievi dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, Dipartimento dArTe.

L’idea di realizzare un modello del Campo Marzio di Piranesi e successivamente dei modelli in diverse scale prende spunto dal ritrovamento nella Biblioteca dell’ex Facoltà di Architettura di Reggio Calabria del volume (copia anastatica) “Il Campo Marzio dell’antica Roma”, edito nel 1762 in cui vengono rappresentate le tavole che costituiscono l’intero foglio dell’Ichnographia piranesiana del Campo Marzio.

Le immagini riportate nel volume coincidono per dimensioni e nitidezza con le originali incisioni delle lastre in rame di Piranesi. Ci  ha permesso di riprodurle digitalmente ed effettuare elaborazioni digitali che hanno portato alla realizzazione dei vari modelli analogici (lignei) e virtuali. Il lavoro esposto in occasione di questa mostra riporta l’esito di questa sperimentazione.

 

GIOVAN BATTISTA PIRANESI
Incisore (Moiano, Venezia, 1720- Roma, 1778).

Era figlio di uno scalpellino, ma il fratello della madre, Matteo Lucchesi, era un celebre architetto e lo stesso G. B. era destinato fin da bambino alla professione di architetto. Lavor come apprendista presso Giovanni Scalfarotto, architetto ingegnere, ed imparò  il latino e la storia romana grazie al fratello Angelo, monaco certosino. Studi  scenografia e incisione nella bottega di Carlo Zucchi.

Conobbe molto presto sia l’opera a stampa del Bibiena (Il trattato di Architettura Civile era stato pubblicato nel 1711), sia quella del grande architetto viennese Fischer von Erlach (l’Entwurf einer historischen Architektur è del 1721) e, naturalmente, fu testimone a Venezia dell’esplosione della pittura di vedute. Il vivace e innovativo ambiente culturale veneziano fu fondamentale per l’apprendistato di Piranesi, ma la formazione di una estetica personale si deve alla sua permanenza a Roma.

Nel 1762 il Piranesi pubblicò  anche Il Campo Marzio dell’antica Roma, volume che comprendeva sessantotto pagine di testo, in italiano e latino, due frontespizi, sei pagine di dedicatoria, due vignette e quarantadue tavole. Il lavoro era dedicato a Robert Adam. Alcune tavole sono realizzate in più rami: la grande Ichnographia era composta di sei rami. L’artista cerc  di ricostruire la pianta originale del Campo Marzio: impresa difficilissima considerando le numerose stratificazioni e ricostruzioni della zona.

Lo stesso Piranesi. mette in guardia sulla opinabilità del risultato della sua ricostruzione. Il lavoro scaten  la reazione, durissima, di Pierre-Jean Mariette, antiquario francese, sostenitore, come molti altri,della superiorità dell’architettura greca e della dipendenza da questa di quella romana. A lui Piranesi rispose con le Osservazioni di Giovan Battista Piranesi sopra la Lettre de Mariette, con un dialogo intitolato Parere su l’Architettura e con la Prefazione di un nuovo Trattato sulla introduzione del progresso delle Belle Arti in Europa ne’ tempi antichi.

PERCHE CAMPO MARZIO?

La frantumazione degli organismi, l’intuizione delle possibilità offerte da un indefinito “aprirsi della forma” – la metamorfosi continua degli spazi, la gemmazione teoricamente proseguibile all’infinito dei corpi geometrici. M.T.

La scelta di prendere come riferimento concettuale il Campo Marzio di Piranesi, incisione visionaria allucinata del 1762, è il tentativo di giungere alle origini di una condizione quasi “archetipa” e di sondare le fondamenta teoriche su cui si è sviluppata una nuova forma di città.

Piranesi prefigura nel Campo Marzio un nuovo tipo di città e la raffigura in maniera allucinata come il proliferare, quasi virale, di una serie infinita di architetture autosufficienti. Questi frammenti sembrano accumularsi e riprodursi come batteri su un vetrino, generando quello che alla fine appare come un agglomerato informe di frantumi, un coagulo di tipologie immaginarie.  Ci  che emerge, è l’intreccio labirintico di tutti i frammenti che lo compongono e che sembrano accumularsi sul fondo delle singole tavole. Ci  che più conta, tuttavia, è il legante interstiziale che circonda e lega tra loro tutti i frammenti.

Indagare la forma conclusa con quella in divenire, in sintesi attuare il tentativo di sostituire il concetto di architettura come immagine con quello di architettura come testo.

INFO UTILI

A cura di: Prof. Gaetano Ginex (Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria).

Organizzato da: Gaetano Ginex con Francesco Trimboli (Phd student Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, dArTe) e Sonia Mercurio (Phd student Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, dArTe) Laboratorio Officina Medi_ter.

In collaborazione con: Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria – MArRc, Direttore Carmelo Malacrino.

Con il patrocinio di: Unione Italiana Disegno – UID, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori – OAPPC di Reggio Calabria, Consiglio Regionale della Calabria, Città Metropolitana di Reggio Calabria, Liceo Artistico “Preti Frangipane”, “Luci e Forme”.

Periodo di esposizione: 03-27/04/2019
Location: Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

Inaugurazione: 03 Aprile 2019, ore 17:00