Università Mediterranea, si elegge il nuovo Rettore. Dopo il terremoto, servono coraggio e visione

A prevalere dovranno essere competenze e capacità, necessarie per guidare il rilancio dell'ateneo reggino

E’ tempo di elezioni per l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Si dovrà scegliere il settimo rettore che guiderà l’ateneo reggino dopo l’inchiesta Magnifica che ha travolto i vertici e ha portato l’interdizione e poi le dimissioni del rettore Santo Marcello Zimbone.

A contendersi la poltrona ci sono tre candidati: Claudio De Capua, Nicola Moraci e Giuseppe Zimbalatti. Le urne saranno aperte lunedì 18 luglio (in prima votazione) e martedì 19 luglio (eventuale seconda votazione) e mercoledì 20 luglio (eventuale terza votazione), dalle ore 9 alle ore 17. In caso di mancata elezione alla terza votazione, si procederà al ballottaggio tra i candidati con il maggior numero di voti che si terrà il 22 luglio.

Per quanto forte, il terremoto che ha colpito la Mediterranea non ne ha indebolito le fondamenta, né le strutture portanti. Lo dimostrano le classifiche nazionali di questi ultimi giorni, che presentano e certificano significativi risultati e positivi posizionamenti, grazie ai quali l’Ateneo reggino si colloca al terzo posto generale tra le Università Statali con un numero di studenti iscritti fino a 10.000.

La qualità delle missioni istituzionali, quindi, non solo si consolida, ma cresce: didattica, ricerca, servizi offerti agli studenti, relazioni con il territorio, sono i campi di azione che le diverse agenzie o Enti, tra cui il CENSIS e l’ANVUR (Ente pubblico vigilato dal Ministero dell’Università e della Ricerca), hanno valutato e misurato sulla base di specifici indicatori.

Si tratta, adesso, di mantenere la “continuità”. Sì, continuità.

È una parola che può apparire ambigua, di questi tempi, che i tre candidati a Rettore devono maneggiare con cura, per non incorrere nel rischio di una facile quanto stucchevole retorica di parata. Si può essere “continui” nella visione, ma non nel percorso con cui la si vuole realizzare; e ancora, si può dichiarare “continuità” nella condivisione di obiettivi strategici, ma mostrare discontinuità rispetto al metodo da attuare per perseguirli.

‘Mediterranea’, servono coraggio e visione

Insomma, non è tempo di strumentalizzazioni, ma di coraggio, altrimenti si rischia di dar ragione a quell’antico detto che ben si attaglia a chi pur di salvare l’apparenza “assieme all’acqua sporca butta pure la creatura”.

Le condotte sono individuali, come personali sono gli errori. E che il “marcio” non debba e possa essere elevato al livello di “sistema” lo dimostrano la solidità e la portata dei risultati che la Mediterranea ha conseguito e continua a registrare.

Ci proveranno i tre candidati a Rettore a convincere la comunità Accademica, e non solo, che l’Ateneo di Reggio è vivo e vivace, sano e munito degli anticorpi necessari per “isolare” l’infezione, da un lato, e correggere, dall’altro, la superficiale narrazione che lo ha irriso e mortificato, approssimativamente e velocemente condannato ancor prima che la stessa Autorità Giudiziaria concluda l’importante e delicato lavoro che sta svolgendo.

I “pretendenti” sono tre ottimi docenti e ricercatori e i loro curricula lo dimostrano senza ombra di dubbio. Riconosciuti ed accreditati a livello nazionale all’interno dei propri settori, hanno tutti rivestito ruoli istituzionali all’interno della Mediterranea: ora quali delegati o pro-rettori, ora quali Direttori di Dipartimento.

Giuseppe Zimbalatti, uno dei tre candidati per la poltrona di Rettore della Mediterranea

Il profilo di Zimbalatti, personalità nota in ambito regionale in quanto ha rivestito il ruolo di Direttore Generale del Dipartimento Agricoltura presso la Regione Calabria, si distingue per aver dato impulso, dopo circa 40 anni di inerzia, al rinnovamento della Legge per la Tutela e la valorizzazione del patrimonio olivicolo calabrese, della Legge Forestale, alla Riforma strutturale degli Enti strumentali regionali (ex AFOR e ex ARSSA).

Il comparto agricolo, all’epoca, nonostante fosse un tecnico, ne ha apprezzato l’impegno nell’affrontare con determinazione le annose questioni sino ad allora irrisolte, tanto da riconoscergli la qualità di efficace “mediatore” con le parti sociali; apprezzamento, peraltro, confermate dalle principali sigle sindacali nell’ambito della contrattazione avvenuta recentemente durante l’incarico che Zimbalatti ha svolto come Direttore Generale della stessa Università Mediterranea per la quale oggi si candida a Rettore.

Se la “continuità”, dunque, è da riferirsi alla storia personale dei candidati, ben venga. D’altronde il sistema di regole e norme vigenti, ad ogni latitudine, offre a ciascuno le coordinate entro le quali occorre muoversi nell’espletamento dell’azione di governo. Prevalgano, quindi, competenza e capacità.

La lettura dei Programmi ci anticipa le volontà e le strategie di azione dei tre Candidati: De Capua, pro-rettore alla Ricerca ed al Trasferimento tecnologico nei precedenti governi di Ateneo, avverte, dal canto suo, “la priorità che ci eravamo dati, con il Rettore Catanoso, nell’iniziare l’interlocuzione con la Regione Calabria […] affinché il diritto allo studio sia realmente garantito […] ed il dialogo con la Città Metropolitana per negoziare iniziative a favore degli studenti”.

Moraci, anch’egli per lungo tempo pro-rettore alla Ricerca durante il mandato di Zimbone, si definisce solo “un ricercatore” e individua quale principale obiettivo strategico una “Università internazionale e Mediterranea”.

Zimbalatti, in ultimo, pensa all’Ateneo reggino come sempre più ad “un presidio culturale, scientifico e formativo in grado di attrarre e trattenere i nostri giovani, anche quelli della sponda Sud del Mediterraneo” e consegna ad una visione di lungo periodo la sua strategia di governo: “ogni azione”, recita il suo programma, “dovrà essere pensata immaginando che sia rivolta ad una generazione di studenti, di ricercatori e di personale che non è ancora nata, ma che potrà arricchire la Mediterranea del domani”.