Vaccine day, tutto pronto al Gom per le prime 30 somministrazioni

Il farmaco, in arrivo da Catanzaro, sarà scortato fino al nosocomio reggino. Macheda: 'Può rappresentare una svolta nella pandemia'

Quella di domani sarà una giornata fondamentale e comunque la si voglia guardare anche storica. Il ‘Vaccine day’ sarà certamente una giornata simbolica che vedrà protagonista anche il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, dove verranno somministrate le prime trenta dosi di vaccino, insieme ad altre trenta dosi destinate all’Azienda sanitaria provinciale.

L’agenda del Gom

Toccherà a trenta unità di personale selezionato appositamente per dare simbolicamente avvio alla vaccinazione anche in città. Ma il vaccino partirà dal Mater Domini di Catanzaro a bordo di un’auto che sarà scortata, con una staffetta organizzata dalle Questure, fino al Gom dove l’arrivo è previsto per le ore 8:30.

Al quarto piano, nei locali dell’Otorinolaringoiatria, ci sarà una equipe della direzione sanitaria pronta per dare avvio alla somministrazione. Si tratta di personale addestrato per l’occasione che troverà i trenta soggetti selezionati tra Medici, infermieri ed Oss dei Reparti Covid del Gom per la somministrazione che avverrà tra le 10 e le 11.

Tra questi anche il Primario di Terapia Intensiva, Sebastiano Macheda:

“Questa è l’unica cosa che abbiamo di certo. La vaccinazione può rappresentare la svolta ed è corretto che siamo noi a fare da testimonial dando l’esempio, perché ci sono ancora tanti scettici”.

Ma quello di domani non è solo che l’inizio simbolico della campagna vaccinale, visto che quella ordinaria partirà il giorno seguente, lunedì 28, quando da Catanzaro saranno attese circa 900 dosi.

Si procederà secondo l’ordine previsto: prima agli operatori sanitari della Torre Covid, medici, infermieri e OSS che sono quelli a più alto rischio di contagio.

Vaccino frutto di un grande lavoro

Macheda non nasconde la soddisfazione per essere arrivati in un tempo relativamente breve alla scoperta di un vaccino anti covid:

“Il vaccino è frutto di un grande lavoro, fortemente innovativo per la metodica con cui è stato sviluppato. In tempi concentrati, sì, perché ci hanno lavorato tante persone e, perché poi, c’è anche la necessità di agire più precocemente possibile vista l’elevata mortalità che si registra nei pazienti più gravi”.

Per il primario di Terapia intensiva non ci sono dubbi sulla necessità della vaccinazione:

“Se guardiamo i numeri, anche nella nostra piccola realtà, abbiamo un tasso di contagi elevato, i pazienti continuano ad arrivare in ospedale, magari ce ne sono meno in Terapia intensiva ma questo non significa niente, perché il virus continua a circolare”.

Come si fa a dire che non ci si deve vaccinare? – si domanda Macheda –

“Anche perché nei test che hanno fatto sul vaccino c’è il 95% di successo di sviluppare gli anticorpi per proteggersi dalla malattia. I vaccini hanno risolto molte malattie ed è chiaro che occorre farlo tutti. Dovrebbe essere infatti interesse di tutti, perché non è solo un discorso egoistico, quello di vaccinarsi, perché essere vaccinati oltre che proteggersi significa bloccare la circolazione del virus”.