Feltri sul caso Bronzi di Riace: “Devono restare a Reggio. Basta con le assurdità giudiziarie”
Feltri risponde all’inchiesta di Siracusa: “Inutile e senza prove. I Bronzi appartengono a Reggio”
08 Maggio 2025 - 17:39 | Redazione

Reggio Calabria torna al centro del dibattito culturale e politico nazionale, dopo che un’indagine avviata dalla Procura di Siracusa ha ipotizzato che i celebri Bronzi di Riace, ritrovati nel 1972 nelle acque joniche davanti a Riace Marina, potessero essere in realtà stati trafugati e in origine appartenere ad aree costiere del siracusano.
Una tesi che ha immediatamente sollevato perplessità e proteste, soprattutto da parte della comunità reggina, che da oltre cinquant’anni custodisce le due straordinarie statue bronzee nel Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia. Reputati tra le più alte espressioni della scultura greca classica, i Bronzi sono divenuti simbolo identitario della città e punto di riferimento turistico e culturale a livello internazionale.
L’intervento di Giuseppe Romeo: “Un’ingiustizia che riscrive la storia”
Giuseppe Romeo, in una lettera indirizzata al giornalista Vittorio Feltri, ha denunciato il rischio di una “giustizia postuma” che riscriverebbe i fatti storici.
«Si sospetta e si ipotizza – scrive Romeo – che i Bronzi appartengano in realtà a Siracusa o alle sue acque e che siano stati sottratti, rubati, trafugati, prima del loro ufficiale ritrovamento, naufragando poi davanti alle coste calabresi, dove sono stati ripescati. A cosa si mira esattamente?».
Il tono è quello di chi teme una nuova ferita al tessuto culturale della Calabria, che vede nelle due statue un riscatto simbolico rispetto a decenni di marginalizzazione.
Feltri risponde: “Basta indagini inutili, i Bronzi sono e restano di Reggio”
A questa riflessione ha risposto direttamente Vittorio Feltri nella sua rubrica “La stanza di Feltri”, sposando la causa reggina con fermezza.
«I reggini si percepirono non solo privati di qualcosa che gli apparteneva ma, cosa ben più grave, addirittura ingannati», scrive Feltri, ricordando anche il passato spostamento del capoluogo regionale a Catanzaro come precedente simbolico.
«I Bronzi rappresentano un bene dell’Italia e dell’umanità intera… ma devono avere una unica casa, il Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria».
Feltri respinge con decisione l’ipotesi di trasferimenti o musei itineranti: «Si è parlato di farli viaggiare in lungo e in largo all’interno di musei itineranti, una proposta che boccerei, perché si tratta di opere d’arte molto antiche… che devono restare in un ambiente che ne preservi l’integrità».
Quanto all’inchiesta in corso, il direttore onorario di Libero non risparmia critiche:
«Ti rassicuro, nessuno porterà via i Bronzi da Reggio Calabria. È una perdita di tempo, una attività vana. Mancano le prove, mancano i testimoni, eppure si vorrebbe ricreare una nuova verità storica sul nulla».
Una questione di identità
Il caso dei Bronzi di Riace non è solo una disputa su beni culturali. Tocca corde profonde di appartenenza, memoria collettiva, dignità territoriale. Lo sottolinea anche Feltri:
«Sono i turisti a dover fare visita agli eroi in bronzo e non il contrario».
Nel cuore del dibattito, una certezza sembra ormai emergere con chiarezza: a prescindere da dove fossero diretti nel V secolo a.C., oggi i Bronzi di Riace appartengono a Reggio e alla Calabria, alla sua storia e al suo popolo. E da lì, almeno secondo Feltri e buona parte dell’opinione pubblica, non si devono più muovere.