Il 25 aprile della Liberazione ai tempi del coronavirus: la festa è virtuale

Nascono gli hashtag #Bellaciaoinognicasa e #Iorestolibero. Momento istituzionale alla Stele del Partigiano. E La Corrireggio ... diventa fantastica

Sarà un 25 aprile diverso da tutti gli altri.

Il settantacinquesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, giunge quasi silenzioso, ai tempi del coronavirus. Le città ancora deserte (o quasi) però non rinunceranno a festeggiarlo. Tutta la creatività e la “reazione” in salsa italiana che ha caratterizzato la prima fase della quarantena obbligatoria, sarà in qualche modo riflessa anche in questa ricorrenza.

Il dibattito tra partigiani e revisionisti è sempre accesso e dietro l’angolo. In questi ultimi anni, sovente si è assistito a prese di posizioni fuori dalla storia e provocatorie, che potrebbero diventare clamorose in questo 2020, anno segnato dall’epidemia. E se coloro che si sentono discendenti della Resistenza non rinunciano ad onorare la ricorrenza, con celebrazioni virtuali, dal fronte della destra attraverso il social Telegram si annunciano discese in piazza, organizzate proprio per il 25 aprile, per protestare contro le restrizioni del lockdown. L’iniziativa, rilanciata da Forza Nuova, attraverso il suo segretario, si conta che abbia ricevuto circa 18 mila adesioni. Insomma, nella più classica delle tradizioni italiane, anche il 25 aprile rimarrà una data divisiva. Anche se non sembra ci sia spazio per una rivisitazione degli accadimenti storici.

Perché il 25 aprile?

Nella primavera del 1945 le truppe anglo americane sfondarono la cosiddetta linea Gotica dilagando nella Pianura Padana. Il 25 aprile la resistenza italiana, che poteva ormai contare su un vero e proprio esercito di più di 200.000 uomini, scatenò l’insurrezione nazionale contro i tedeschi. Mussolini tentò la fuga in Svizzera unendosi a una colonna tedesca ma riconosciuto e catturato dai partigiani fu giustiziato il 28 aprile nel villaggio di Dongo assieme alla compagna Claretta Petacci e ad altri gerarchi. I loro corpi, appesi per i piedi, furono esposti in Piazzale Loreto a Milano.

Per questi motivi storici, il 25 aprile viene festeggiato in Italia quale Festa della Liberazione. La data fu scelta dal Comitato di Liberazione Nazionale perchè proprio il 25 aprile, da Milano, partì l’appello per l’insurrezione.

Da qui viene istituita la Festa della Liberazione, dichiarata festa nazionale il 22 aprile 1946 dal presidente del consiglio Alcide De Gasperi. La scelta venne poi fissata in modo definitivo con la legge n. 260 del maggio 1949, presentata da Alcide De Gasperi in Senato nel settembre 1948, che stabilì che il 25 aprile sarebbe stato un giorno festivo, come le domeniche, il primo maggio o il giorno di Natale, in quanto “anniversario della liberazione”.

La Liberazione ai tempi del coronavirus

Come detto, i festeggiamenti, anche se in tono minore, non si fermeranno. Su tutte le iniziative si registra la volontà di creare una sorta di piazza virtuale in cui fare incontrare i cittadini. E sono nati anche gli hashtag #Bellaciaoinognicasa e #Iorestolibero. Sul sito 25aprile2020.it si scandisce il tempo che separa dal giorno della Liberazione e anche attraverso una pagina facebook creata ad hoc si spiega il senso dell’iniziativa a cui hanno aderito oltre 1300 protagonisti italiani della cultura, della società civile, dello spettacolo e dello sport:

“Il 25 aprile rinasce la libertà: è il Natale della nostra democrazia, in cui ci si ritrova per festeggiare la liberazione dal nazifascismo e riflettere sui valori della Carta Costituzionale. Quest’anno, nel settantacinquesimo anniversario della Liberazione, abbiamo bisogno più che mai di celebrare la nostra libertà, di tornare a guardare al futuro con speranza e coraggio. Per questo lanciamo una grande convocazione a cittadine e cittadini per ritrovarci insieme a festeggiare il 25 aprile in una grande piazza virtuale. Occorre porre fine a tutte le guerre fratricide per unirci tutti nell’unica lotta contro i tre nemici comuni: il virus, il riscaldamento del pianeta e le disuguaglianze socio-economiche. Stringiamoci intorno alle nostre comunità locali per ridare forza alla comunità nazionale e a quella planetaria”.

Il programma prevede una sorta di apertura intorno alle 14:30 attraverso diversi canali social (la pagina Fb 25aprile2020) e i partner che hanno aderito all’iniziativa (da Repubblica alla Stampa, dal Manifesto ad Avvenire, etc…). Si inizierà con l’Inno di Mameli cantato da Tosca e, a seguire, con l’attrice Lella Costa che introdurrà gli interventi di Carla Nespolo, presidente Anpi, Maria Lisa Cinciari Rodano, staffetta partigiana e Sara Diena di Fridays for Future Italia. Si chiuderà intonando Bella Ciao alle 15 insieme all’associazione dei partigiani.

A Reggio, ovviamente, non sono previsti cortei o celebrazioni con pubblico. Ci sarà il consueto momento istituzionale alla Villa comunale, dove, in mattinata, un omaggio floreale sarà deposto dal sindaco Giuseppe Falcomatà alla Stele del partigiano.

Come le altre manifestazioni, è stata annullata, almeno materialmente, la “CorriReggio” che da 38 anni anima con la gara podistica organizzata da Legambiente il giorno del 25 aprile. Quest’anno La Corrireggio del 25 aprile 2020 sarà una Corrireggio… fantastica. Correrà, infatti, sulla piattaforma Facebook.