Strage di Capaci, Falcomatà al Parco della Mondialità: ‘Qui si respira speranza. I beni confiscati simbolo di rinascita’ – FOTO
Il sindaco ha ricordato come la lotta alla mafia non debba avvenire solo sul piano repressivo, ma anche attraverso la cultura
24 Maggio 2025 - 12:04 | Comunicato Stampa

In occasione del 33º anniversario della strage di Capaci, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha partecipato al concerto commemorativo “E…vento di speranza. Legalità e riscatto”, promosso dalle associazioni Complesso Bandistico Euterpe Catona, Ce.Re.So., Nuova Solidarietà, Libera e il gruppo scout Agesci Catona.
L’evento si è tenuto nella suggestiva cornice dell’anfiteatro del Parco della Mondialità di Gallico, sede della comunità terapeutica del Ce.re.so., alla presenza di istituzioni civili, militari e religiose.
Un luogo che profuma di rinascita

Accompagnato dall’assessore Carmelo Romeo e dal presidente del Consiglio comunale Enzo Marra, il sindaco Falcomatà ha voluto sottolineare il valore simbolico e umano del Parco:
«Devo dire che ogni volta che vengo qui respiro aria di casa, respiro aria di famiglia, perché è un luogo di pace e di riflessione; un luogo dove si può ricominciare a vivere, si può ricominciare a sperare, si può ricominciare ad avere fiducia nel futuro, ma soprattutto, si può ricominciare a riprendere un percorso che è stato interrotto, e quindi, dove nasce e cresce l’idea che non è mai finita, ma che c’è sempre una seconda possibilità per tutti».
Istituzioni e comunità uniti nel ricordo di Falcone

Alla cerimonia erano presenti anche il Prefetto Clara Vaccaro, il Vicario Questore Angelo Morabito, il Procuratore della Repubblica Giuseppe Lombardo, il Comandante provinciale dei Carabinieri Gen. B. Cesario Totaro, il Colonnello della Guardia di Finanza Giovanni Ferraiolo, il Capitano di Vascello Antonio Lo Giudice, il Maresciallo Francesco Fallanca, il referente di Libera Mimmo Nasone e il Garante regionale dei diritti delle persone detenute Giovanna Russo.
“Nessuno deve rimanere indietro”

«In questo splendido luogo – ha ribadito Falcomatà – si sentono forti le parole e soprattutto l’esempio di persone come Monsignor Aurelio Cannizzaro e Don Italo Calabrò, le cui parole sono scolpite nelle istituzioni e nel percorso che stiamo portando avanti al servizio della città, secondo quell’idea che nessuno deve rimanere indietro. Il percorso per non lasciare indietro nessuno diventa un percorso nel quale ognuno di noi si assume un pezzettino di responsabilità per riscoprire quel sentimento di appartenenza che ci fa sentire comunità».
Beni confiscati: “Da strumenti di oppressione a risorse di comunità”

Falcomatà ha ricordato come la lotta alla mafia non debba avvenire solo sul piano repressivo, ma anche attraverso la cultura:
«Se è vero che la mafia non lascia nulla, prende tutto, ruba la speranza, ruba il futuro, è anche vero che – grazie al lavoro della magistratura – ci lascia migliaia di immobili, che rappresentano un elemento dal quale ripartire».
«Penso sia significativo – ha proseguito – che oggi abbiamo consegnato ad associazioni del territorio altri cinque beni confiscati alla ’ndrangheta, raggiungendo così il traguardo di oltre 400 beni assegnati alla città in dieci anni, per finalità istituzionali o per attività sociali, culturali, sportive, musicali, o emergenze abitative».
Un esempio che indica la via

«Momenti come questo – ha concluso il sindaco – ci ricordano i sacrifici di personalità che hanno fatto la storia del nostro Paese. Devono essere onorati anche attraverso esempi positivi, che ci dimostrano che non è vero che nulla può cambiare. Percorsi interrotti, come ci insegna questo luogo, possono ripartire e portare a una nuova rinascita».