Omicidio Giudice Scopelliti, Falcomatà: ‘Aspettiamo la verità dalla riapertura delle indagini’
Il sindaco elogia la Fondazione Antonino Scopelliti alla settima edizione del Premio: "Parte integrante della nostra comunità"
10 Luglio 2025 - 09:07 | Redazione

“Siamo molto contenti, felici e onorati di essere anche quest’anno tra gli amici della Fondazione Antonino Scopelliti e di patrocinare questo evento che raggiunge la settima edizione. Ormai è entrato pienamente nel sentire collettivo e cittadino rispetto a quella che è anche la programmazione culturale della nostra Estate Reggina”.
Queste le parole del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà presente alla settima edizione del “Premio Antonino Scopelliti“. Il Primo Cittadino prosegue il suo intervento rivolgendosi alla presidente della fondazione Rosanna Scopelliti:
“Dicevi bene tu, Rosanna, che è un anno particolare. Io credo che sia un anno importante e particolare non soltanto perché finalmente abbiamo avuto la notizia della riapertura delle indagini, e noi auspichiamo e speriamo che questo possa portare finalmente a una verità che aspettiamo tutti: l’aspetta la famiglia, l’aspetta l’intero paese, l’aspettiamo noi come cittadini, l’aspettano le istituzioni. Ma anche perché attraverso tutte le attività che tu hai elencato, e diciamo è una parte delle attività anche per brevità, davvero la Fondazione è diventata parte integrante della nostra comunità. E questo è probabilmente il percorso più difficile. Spesso noi assistiamo alla nascita di tantissime associazioni che poi col passare del tempo perdono un po’ la loro spinta propulsiva, perché nascono dall’emozione di un momento e questa emozione un po’ con l’andare del tempo inevitabilmente tende ad affievolirsi, tende ad alleggerirsi così come le iniziative dell’associazione a essa collegata. La Fondazione Scopelliti invece sta prendendo un percorso esattamente diametralmente opposto: sta allargando il perimetro delle attività perché il concetto di legalità è un concetto orizzontale, un concetto da interpretare, da difendere, da portare avanti a 360° su tutte le attività che riguardano una comunità. Dallo sport alla cultura al sociale, naturalmente al lavoro e le attività che fanno le istituzioni. Io percepisco che questa consapevolezza oggi ci sia nella cittadinanza di quanto il lavoro della Fondazione Scopelliti stia dando risposte, stia dando aiuto a tutte le persone che usufruiscono e beneficiano dell’iniziativa. Ma è entrata nell’immaginario collettivo, nell’idea di sentire cittadino: domenica io mi trovavo a Palizzi e ho visto due ragazzi con la maglia della Fondazione Antonino Scopelliti che passeggiavano per il paese, ed erano anche molto contenti e orgogliosi di portare questa maglietta. Probabilmente saranno dei ragazzi che hanno partecipato alle tantissime iniziative che sono state fatte. Quindi grazie per questo ma grazie anche per mettere in luce, in risalto, in evidenza eccellenze della nostra città”.
Un esempio civico da valorizzare e difendere
“Ho parlato con qualcuno di loro, per loro è del tutto normale, probabilmente inconsapevolmente non sanno che svolgono anche loro un’attività di servizio nei confronti del prossimo. Sono persone non soltanto che vanno ringraziate perché sono tutte attività che si svolgono in maniera disincantata, disinteressata, se non con l’unico interesse ì della crescita della città, della crescita del territorio, della vicinanza anche ad alcune fragilità che ci sono nella nostra città. E questo non va mai banalizzato, non va mai dato per scontato, e bisogna darne risalto. Credo che sia il modo migliore se non l’unico modo per raccontare che cos’è Reggio Calabria per raccontare che cos’è il nostro territorio, per raccontare che cos’è la nostra regione”.
Falcomatà: “La risposta migliore? Quella di chi vive il territorio”
“Tu Rosanna – conclude Falcomatà – hai detto che in molti da fuori provano a descrivere la nostra terra come una terra nella quale non c’è futuro, perché non c’è la possibilità di programmare. Quindi di sperare, di investire, di esistere e resistere. E questo è vero, però c’è una cosa ancora peggiore, e sono cioè quelle persone magari native della nostra città e della nostra regione che per diversi motivi hanno fatto altre scelte, si trovano da ormai tantissimi anni fuori dalla nostra città e fuori dalla nostra regione, e però ancora oggi provano a dirci qual è la ricetta giusta per salvare la nostra terra, per lo sviluppo sociale, economico e culturale della nostra terra. Senza sapere minimamente cosa significhi lavorare su questa terra, cosa significhi fare associazionismo nella nostra città, nella nostra regione, fare sport, fare cultura e fare sociale. Ecco, noi rispetto a chi dal proprio eremo e dalla propria posizione diversa, distante e lontana dalla nostra terra ci dice qual è la ricetta giusta, rispondiamo che l’unica ricetta giusta è quella di chi vive il territorio, ne valorizza le eccellenze, ne “coccola” le fragilità, le protegge e le coinvolge nella vita cittadina. Quindi le migliori risposte sono proprio quelle di chi vive la nostra città, chi investe sulla nostra città. È la migliore risposta della quale noi dobbiamo essere orgogliosi, e la serata di oggi ce lo ricorda, qualora fosse necessario, che nessuno può raccontare la nostra terra, se non chi ci vive e chi la valorizza, come state facendo voi”.