Pallottola a Klaus Davi, l’appello agli inquirenti: ‘Si chiuda il cerchio’
Il massmediologo, che avrebbe sentito una fonte attendibile sul caso, chiede alla Procura di fare luce sull'atto intimidatorio subito nel 2023
10 Settembre 2025 - 16:08 | di Redazione

Nel corso dell’evento “Inchiostro, politica e pallottole: il mio impegno per la città di Ashkenaz”, Klaus Davi ha raccontato dell’atto intimidatorio subito due anni fa, lanciando un appello per chiedere alle forze dell’ordine di fare chiarezza.
Un episodio che, nonostante il passare del tempo, continua a sollevare interrogativi sulla sua reale natura e sui responsabili.
L’atto intimidatorio a Klaus Davi nel settembre 2023
Era il settembre del 2023 quando Klaus Davi ricevette una pallottola, un gesto che, sebbene non direttamente collegato alla criminalità organizzata, ha avuto un impatto significativo sulla sua sicurezza e sulla sua tranquillità. Davi ha raccontato di essere stato contattato da una persona molto legata alla presunta persona che avrebbe messo la pallottola.
“Questa persona mi ha raccontato tutto il retroscena, ma ovviamente non posso fare i nomi. Quello che mi interessa è che si faccia chiarezza”.
Un atto intimidatorio non mafioso, ma di natura politica?
Davi ha precisato che l’intimidazione non è stata riconducibile alla criminalità organizzata, ma piuttosto a un presunto “sottobosco” che agisce al di fuori delle strutture mafiose.
“La persona che mi ha contattato mi ha detto che non erano stati i Rom, che non era la ‘ndrangheta, ma che era collegato alla politica”.
Una sequenza di minacce prima dell’intimidazione
Nel corso della sua riflessione, Davi ha ricordato anche il contesto che ha accompagnato questo episodio: una sequenza di minacce simboliche che lo avevano già colpito prima dell’arrivo della pallottola.
“C’erano stati murales ad Archi, “cornuto, poi a Gallico, “uomo di pace”, poi sulla villa di Barreca, “ufficio di Klaus Davi”. Quindi una serie di minacce conclamate”.
Il video degli autori dell’intimidazione
Davi ha anche sollevato la questione dell’esistenza di un video che, secondo la sua testimonianza, avrebbe mostrato qualcuno dei presunti autori dell’intimidazione.
“Il presunto autore dell’intimidazione ha mostrato in giro un video in cui diceva ‘ho fatto io l’intimidazione alla scuola elementare’. Questo soggetto avrebbe mostrato questo video a tante persone, tra cui la persona che mi ha chiamato”.
Un appello per la verità
Infine, Klaus Davi ha fatto un appello alla magistratura e alle forze dell’ordine, chiedendo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto.
“Sono passati due anni e mi sembra che la giustizia stia procedendo lentamente. Mi auguro che si faccia luce su questo episodio, che possa essere finalmente chiarito. Non è solo una questione che riguarda me, ma un segnale importante per la città”.