Reggio, le Poesie per la Pace esposte alla Chiesa di San Giuseppe al Corso

A partire da venerdi 12 settembre sono esposte, all'entrata della Chiesa di San Giuseppe al Corso, tre poesie di autori reggini con tema "La Pace". L'iniziativa promossa da don Pasqualino Catanese

poeti pace rc

I Poeti Per La Pace di Reggio Calabria, coordinati dal poeta Giovanni Suraci, hanno accolto l’invito di padre Pasqualino Catanese di affiggere settimanalmente tre poesie con tema “LA PACE” all’ingresso della Chiesa di San Giuseppe al Corso. Gli indifferenti, una categoria definita “…il peso morto della storia…”, penseranno che questo gesto di pacifica attenzione contro il delirio collettivo che sta avvolgendo il mondo sia un gesto inutile, non comprendendo che i poeti, la cultura, gli intellettuali, hanno un ruolo determinante per smuovere le coscienze. Ogni cittadino si deve rendere promotore di azioni tali da far acquisire la consapevolezza che: l’indifferenza è la strada più breve per giungere alla disumanità.

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Ecco perché i fedeli, i cittadini, i turisti, entrando nella monumentale Chiesa, posta al centro del Corso Garibaldi, avranno modo di soffermarsi a riflettere, attraverso i versi dei poeti reggini, sulle tragedie che incombono nei teatri di guerra presenti nel mondo. Per ringraziare del significativo gesto padre Catanese e la chiesa reggina, l’avv. Marina Neri per conto dei “Poeti per la pace” ha indirizzato l’allegata lettera:
Senti il frastuono del mondo. Assordante e babelico, come animale famelico sbrana speranze, dilania sogni, uccide il Futuro. Sai che anche il Silenzio urla. Offeso dall’indifferenza, dai giochi dei veti incrociati, dal Risiko sulla pelle innocente, dalle ragioni di stato che hanno perso la bussola del buon senso. E tappi le orecchie. Forte. Forte. Per non sentire.

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Per ritagliarti un angolo di coscienza, per parlarti sopra il rumore, per confidare alla tua anima afflitta il peso ingombrante della sconfitta. L’Umanità che era vessillo della tua penna, Poeta, si è smarrita per milioni di sentieri , e tu…tu non la ritrovi , hai perso il bandolo della matassa che avevi creato per cercarla. Nello sguardo di un bimbo che muore non sai trovare più l’ispirazione, nelle mani di una madre straziata dall’impossibilità di nutrire non sai cercare la Ragione, nelle bocche inaridite di padri cacciati dalla loro terra non sai scovare promesse. La morsa della barbarie sta attanagliando persino il tuo cuore. Lo senti, lo avverti, il gelo, come gramigna infestante, è Galaverna sugli arti del mondo che non sanno offrire un abbraccio. E tu Poeta, Poeta…chi credi di essere ancora? Prometeo che dona fuoco alla Parola? Alla Verità in un mondo che insegue menzogna e regala ignominia? 

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Poi, un giorno, un Sacerdote decide di affiggere nella bacheca della Chiesa di San Giuseppe al Corso, tre poesie diverse sulla Pace ogni settimana. Tu, Poeta, sussulti. Sai cosa sia il battito di ali di una farfalla, un granellino di polvere che inceppa un ingranaggio. Sai che se la Parola torna credibile, l’uomo rinchiude la barbarie dentro le prigioni della Storia. E alta si eleva Poesia laddove Pace diviene Preghiera. Grazie Don   Pasqualino Catanese per avere compreso il valore della Poesia e della Parola, per essere guida e pastore in questo momento in cui la pecorella si è smarrita e, terrorizzata, chiede solo una goccia, quella che disseta, erode la roccia e scardina gli argini delle ottusità.