‘I poeti per la pace’ di Reggio scrivono a Mattarella: ‘Levi la sua voce contro la guerra’
I poeti reggini hanno chiesto di incontrare il capo dello stato: "Sproni i nostri rappresentanti affinchè levino una voce unanime contro le guerre"
02 Ottobre 2025 - 15:04 | Comunicato Stampa

“I poeti per la pace” di Reggio Calabria, considerato il delirio collettivo che sembra abbia pervaso il mondo intero, non desiderano rimanere spettatori passivi, ma intendono offrire il loro contributo di partecipazione per sensibilizzare la politica e la società civile riguardo le tragedie che hanno colpito, con oltre cinquanta teatri di guerra, il mondo intero.
Per queste ragioni hanno predisposto una lettera, con la richiesta di un incontro, preparata dalla poetessa Marina Neri, rivolta al Presidente della Repubblica.
La lettera dei Poeti per la Pace al Presidente Mattarella
Ill.mo Presidente della Repubblica, Onorevole Sergio Mattarella,
a Lei, ultimo baluardo della nostra Costituzione, rivolgiamo la nostra preghiera. Non una semplice lettera.
Non scriviamo da tecnici del diritto ma da semplici cittadini, uomini e donne italiani, poeti del territorio calabrese, fieri della loro bandiera.
L’Italia che Lei ben rappresenta, al di là e al di sopra di ogni fazione ideologica, non può ignorare oltre lo scempio della Dignità e della Vita stessa che i luoghi di guerra, oggi, rappresentano.
Una macchia, la quiete, la pazienza, l’ignavia e il silenzio, che l’Italia, culla del Diritto e di una Cultura che mise al centro del suo universo l’Uomo, non può imprimere sull’epidermide del suo Tricolore.
Presidente, da Italiani non possiamo consentire che un giorno i nostri figli abbiano a vergognarsi della pavidità del loro popolo che girò lo sguardo mentre bambini innocenti pagavano il dazio di essere nati in una terra abbandonata dalla Storia e dai suoi moniti.
Presidente, la fame e altre forme di oppressione non conoscono casacche e la guerra combattuta con queste armi non ha onore, lede i diritti dei vinti e toglie valore ad ogni atto dei vincitori.
Bertolt Brecht, Nei tempi oscuri, scriveva: “Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri ma: perché i loro poeti hanno taciuto?”
I Poeti per la Pace inequivocabilmente, incessantemente e, soprattutto, pacificamente e senza bandiere di parte, se non quelle della cultura, elevano il loro NO alla guerra come soluzione dei contrasti fra i popoli.
La rivendicazione della Pace
La rivendicazione della Pace come bene essenziale ed insostituibile per l’intera umanità è oggi più che mai necessaria.
Dalla Pinetina di Gambarie in Aspromonte e dalla città di Reggio Calabria, i Poeti radunati per Urlare la Pace sono consapevoli che la Poesia sia un segno indelebile che non può cambiare, da solo, i destini del mondo, ma costituisca tuttavia un punto fermo, una presa di posizione incancellabile da cui partire, almeno per le proprie coscienze.
I loro versi diverranno “foglio vivente e reale” su cui marchiare il NO corale alle guerre e lo Stop all’attuale massacro di Gaza perpetrato in spregio al diritto internazionale e ai Diritti degli Uomini.
Piccole gocce nel mare… indubbiamente. Ma anche l’Oceano nacque da una lacrima di Dio, qualunque nome Egli abbia.
L’appello finale al Presidente della Repubblica
Presidente, levi la Sua voce autorevole, faccia vibrare le corde della civiltà italica a cui apparteniamo, ci restituisca l’orgoglio di dirci figli della Libertà e del Diritto Internazionale, quello che non vuole cibarsi dell’abuso ma sa fondarsi sul dialogo e la cooperazione fra i popoli.
Dia maggiore voce all’Italia, quella che non sa fingere di non vedere lo scempio di vite umane, quella che in altri tempi si sarebbe proposta quale negoziatrice privilegiata di Pace.
Presidente, scuota questi tempi oscuri, ricordi al mondo quale crogiolo di civiltà e cultura noi fummo, consapevoli che solo dentro la Pace, l’uomo, ogni uomo, di ogni latitudine, si riscatta dalla feralità.
Presidente, stringiamo fra le mani la nostra Costituzione ricordando al mondo e a tutte le istituzioni che l’Italia ripudia la guerra e che, dentro quel ripudio, non può restare inerte dinanzi al pianto di bimbi uccisi dalla fame.
Sproni, Presidente, i nostri rappresentanti affinché levino una voce unanime contro le guerre e affinché si facciano veri garanti di Pace: non è facile, ma bisogna crederci.
Un solo bimbo dagli occhi sbarrati dalla morte ci chiederà conto, un giorno, di dove fossimo in quella calda estate del 2025, quando il mondo, impassibile, aveva ignorato il suo grido e quel corpo scheletrico a schernire i nostri “mai più!”.
Confidando nel Suo Amore per la Costituzione, noi saremo sempre al suo fianco.
I Poeti, per il tramite del loro Coordinatore, dott. Giovanni Suraci, chiedono di poterLa incontrare al Quirinale nelle modalità che avrà modo di indicarci, per farLe sentire tutta la forza delle loro emozioni votate al Bene Supremo e farLe conoscere la loro fierezza di essere italiani accanto e uniti a Lei nel segno di quel “ripudio” che onora ogni civiltà.
In attesa di gradito riscontro, con manifesta stima, cordiali saluti.