Sanità in Calabria, Uil al Governo: ‘Il commissariamento l’ha peggiorato. Si acceleri sulla fine’
"Serve un piano straordinario di assunzioni" le parole di Senese e Bloise (UIL Calabria)
19 Novembre 2025 - 15:46 | Comunicato Stampa

“Il Governo nazionale deve accelerare la fine del commissariamento della sanità calabrese. Dopo oltre 15 anni, la Calabria non può più aspettare. È urgente agire, poiché il Piano di rientro e il commissariamento hanno causato un peggioramento dei servizi e un aumento delle disuguaglianze. La Calabria e il Molise sono le uniche regioni italiane la cui sanità è ancora commissariata. Gli stretti vincoli imposti dal commissariamento, uniti al piano di rientro, continuano ad ostacolare la ricostruzione della sanità territoriale.
Il bilancio del commissariamento: tra migliorie e danni
Il commissariamento ha, da una parte, contribuito al riequilibrio dei conti, ma in questi anni sono stati chiusi 18 ospedali, sono stati effettuati tagli lineari e bloccato il turnover del personale. Si è seguita una visione “ragionieristica” che non ha tenuto conto delle esigenze di cura dei pazienti, trattati come numeri e spesso privati del diritto alla cura.
Con poco personale, i reparti sono in affanno, i pronto soccorso sotto pressione e si allungano le liste d’attesa. Questo ha portato oltre 180 mila calabresi, nel 2024, a rinunciare alle cure o a rivolgersi a strutture sanitarie fuori regione. La mobilità passiva ha raggiunto la cifra monstre di 308 milioni nel 2025, un dato in crescita rispetto al 2024, quando le spese sostenute dalla Regione per curare i propri cittadini in strutture fuori dal territorio calabrese ammontavano a 304 milioni.
La crescente fuga verso le regioni del Centro-Nord
I saldi di mobilità sanitaria confermano la capacità attrattiva delle Regioni del Centro-Nord, mentre sono sempre più elevati gli indici di fuga dalle regioni del Centro-Sud. La Calabria è tra le regioni con il saldo negativo superiore a un miliardo (-3,27 miliardi).
Per affrontare la migrazione sanitaria, la Regione Calabria si appresta a siglare un accordo con l’Emilia Romagna per regolare i flussi economici della mobilità sanitaria. Tuttavia, le dichiarazioni del governatore dell’Emilia Romagna, secondo cui il sistema sanitario emiliano non riesce più a curare i pazienti provenienti da fuori regione, lasciano perplessi. Consideriamo tale polemica sterile: tutti i cittadini hanno il diritto di ricevere assistenza sanitaria anche in strutture situate in altre regioni. Inoltre, il diritto alla cura non può essere subordinato ai numeri di bilancio.
Le richieste della UIL e UILFPL Calabria
La UIL e la UILFPL Calabria chiedono con forza di uscire dalla gestione commissariale per poter procedere con un piano straordinario di assunzioni. È fondamentale, inoltre, rendere più attrattiva la professione sanitaria, prevedendo indennità straordinarie per i medici e per il personale che decide di rimanere in Calabria, e incentivare il rientro dei professionisti che operano fuori regione.
Proponiamo misure di welfare aziendale e housing sociale: i concorsi per medici e infermieri possono essere resi più attrattivi se prevedono, oltre al welfare, un alloggio con contratti di affitto a prezzi calmierati o protetti. Una misura che potrebbe favorire la presenza di personale sanitario, soprattutto nelle aree interne.
Il futuro della sanità calabrese: superare il commissariamento
Questi progetti e proposte possono essere realizzati solo se terminerà la lunga fase commissariale e se il Governo darà alla Regione Calabria la possibilità di gestire la sanità, superando anche il Piano di rientro, il cui prezzo è pagato dai cittadini, sia in termini economici che di salute. È necessario invertire la rotta per migliorare i servizi, garantire il diritto alla cura dei cittadini e ridurre le criticità strutturali e operative che si sono accumulate nel tempo”.
Mariaelena Senese
Segretario Generale UIL Calabria
Walter Bloise
Segretario Generale UIL FPL Calabria
