“Calabria ti odio” di Francesco Cirillo: la Calabria attraverso 50 storie

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di Eva Curatola “50 storie per raccontare la Calabria, 50 piccole e grandi storie per capire la nostra terra una volta per tutte e rompere i luoghi comuni. Un lungo racconto che descrive innamoramenti, posti, persone, in un travagliato rapporto di odio e amore. Si parla di luoghi molto inquinati della Calabria, da evitare o almeno parla di persone e si parla anche d’amore. Buon viaggio”.

Francesco Cirillo, classe 1950, è nato e vive a Diamante (Cs); scrive, dipinge e sogna. Si occupa da sempre di problemi sociali legati alla sua terra e proprio a causa del suo impegno per il sociale venne più volte arrestato e poi assolto. Giornalista pubblicista ha collaborato con varie testate giornalistiche. Per la sua attività d’inchiesta ha ricevuto il Premio nazionale di ecologia Luigiano d’oro 2005. “Calabria ti odio” è edito dalla Casa Editrice Coessenza, con la quale Cirillo ha pubblicato anche “Guida vera alla sopravvivenza in Calabria” (2009), “La notte di Santa Lucia – dalla Jolly Rosso alla Cunsky” (2010) e “Marlane: la fabbrica dei veleni” (2011). Questo dunque è il suo libro più recente presentato a Cosenza a gennaio e le illustrazioni contenute nel testo sono state realizzate dallo stesso Cirillo durante una permanenza in ospedale.

Calabria ti odio” è quindi un saggio, dove attraverso 50 storie diverse l’autore cercherà di mettere a nudo una regione difficile e complessa come la Calabria; cercherà di trasmettere al lettore la sensazione che si prova ad avere un rapporto di amore/odio con la propria terra. Perchè la Calabria è una terra si da amare, ma allo stesso tempo è una realtà davvero molto forte in cui vivere, per questo molti la odiano. Cirillo ci propone quindi 50 storie di persone che hanno deciso di vivere in Calabria in luoghi bellissimi e distrutti, innamoramenti che al contrario spingono a restare in una terra difficile, alcune saranno storie maledette, altre commoventi e piene d’amore. Già il titolo dell’opera lascia presagire il modo di scrivere del nostro autore: diretto, forte e tagliente, che non si preoccupa assolutamente di raccontare i sentimenti contrastanti che animano il cuore di ogni Calabrese. Cirillo ci racconterà di una Calabria fatta di inquinamenti, di speculazioni edilizie, di opere abbandonate, di traffici illeciti, ma non solo; il nostro autore racconterà anche di una Calabria “in positivo” fatta di tradizioni, pasquali e natalizie, di feste popolari ancora esistenti nei territori più disparati, di paesini ancora intatti che potrebbero rappresentare la ricchezza della nostra regione.

Francesco Cirillo nel suo libro propone anche delle “soluzioni” su come uscire dalla nostra arretratezza, perchè come lui stesso afferma, è un sognatore, che vorrebbe solo il meglio per la sua terra; anche se con gli anni la speranza nel cambiamento ha cominciato un pò a sfumare. Il libro si conclude con un atto d’amore alla sua compagna Francesca che gli illumina la creatività e termina con un viaggio nella malasanità calabrese, di cui l’autore stesso è stato protagonista.

Ma una frase su tutte ci tocca nel profondo:

Non si vive in Calabria se non si è innamorati.”

 

Trama:

L’autore ci parla del caso di Antonella Politano di Paola e della sua famiglia totalmente decimata dai tumori, colpevoli i vapori venefici provenienti da una vicina centralina elettrica. Poi si sposta a Praia a mare e ci racconta della Marlane attraverso il racconto di un ex operaio, Angelo Ponzi, sopravvissuto alla carneficina e di un altro operaio, Francesco De Palma. Cirillo racconterà poi una serie di storie legate all’immigrazione, alla povertà, all’abbandono passando all’esperienza di Padre Fedele a Cosenza, agli immigrati di Falerna dimenticati in un villaggio. E non poteva mancare la storia di Natale de Grazia misterioso morto durante l’inchiesta sulle navi dei veleni in Calabria. Non mancano storie belle d’amore, di paesi in lotta per difendere il proprio paesaggio, di luoghi storici come Guardia Piemontese e dei suoi valdesi, non manca la celebre statale 106 nella sibaritide, la ss 18 piena di turisti, eccolo a Rossano e Montalto per parlare degli elettromostri, e sul Pollino per parlare degli scempi nel parco più bello e grande d’Europa.

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