A Reggio l'incontro “La politica protagonista nell'area metropolitana Reggina-Agorà”

"Bisogna sviluppare il marketing territoriale e sfruttare le risorse provenienti dai fondi europei", le parole di Sasha Sorgonà, presidente Confcommercio giovani della provincia di Reggio Calabria

Si è svolto oggi, sabato 16 febbraio, a Palazzo Alvaro un incontro dal titolo “La politica protagonista nell’area metropolitana Reggina-Agorà”. Le necessità della nostra area metropolitana impongono una particolare attenzione al piano strategico metropolitano. Il nuovo assetto costituito prevede una collaborazione fra le varie realtà del territorio al di sopra delle parti.

Bisogna cominciare a riunire gli amministratori, la politica e la società civile impegnata, per affrontare le principali tematiche di costruzione della città metropolitana. Bisogna investire sulle fusioni dei comuni, spiegandone i vantaggi e le autonomie mantenute, e riconfigurare la ponderazione elettorale.

L’Agorà nasce dagli organizzatori come strumento che torni a mettere la politica, non la polemica, a servizio del popolo. Bisogna riunire tutte le forze costruttive, il mondo cattolico, che deve tornare ad essere protagonista sociale con i propri valori, il mondo che si batte per i diritti civili LGBTQI, il mondo civico e sociale responsabile.

La Politica deve tornare protagonista. Hanno partecipato ai lavori Antonio Malara, segretario della sezione di Sbarre del PD, incontro moderato da Antonio Sapone, storico esponente del mondo civico e presidente liberal-democratici dello stretto.

Intervenuti il professore Domenico Marino dell’Università Mediterranea, Sasha Sorgonà, presidente Confcommercio giovani della provincia di Reggio Calabria, Armando Neri vicesindaco del Comune di Reggio Calabria e il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà.

“Oggi il dibattito ha avuto come titolo “La politica al centro dell’area Metropolitana”, questo mi da spunto per riflettere sul fatto che l’Italia è da sempre il paese dei Guelfi e Ghibellini e tuttavia credo che in questo momento storico non ci servano né gli uni né gli altri. Politicamente ritengo che ad oggi più che pensare a cosa faccia uno schieramento piuttosto che l’altro, è fondamentale capire che nel nostro territorio manchino almeno 10.000 posti di lavoro. Dobbiamo lavorare insieme e da subito per creare questi impieghi attraverso cooperazioni tra imprese, realizzare eventi per lo sviluppo del marketing territoriale e sfruttare le risorse provenienti dai fondi europei”, le parole di Sasha Sorgonà.

Il vicesindaco Neri ha rimarcato il fatto che l’amministrazione comunale ha inteso prevedere degli interventi a lungo termine che a volte non sono visibili nell’immediato, ma che comunque sono frutto di un continuo confronto.

“Bisogna favorire una nuova linfa nella partecipazione popolare alle iniziative che riguardano la politica. come la partecipazione alle assemblee pubbliche e ai processi decisionali. La città non si costruisce da sola -ha sottolineato Neri- confrontarci con le associazioni, con la cittadinanza è una nostra priorità anche ove questo significasse far rallentare la realizzazione delle opere pubbliche perché il primo obiettivo è fare una cosa che serva realmente alla società che poi la vive”.

Il sindaco Falcomatà si è soffermato sulla legge Delrio e i compiti che spettano al primo cittadino metropolitano.

“Deve essere un orgoglio per tutti noi reggini il fatto che la città a confrontarsi rispetto alla riforma studiata in anci sulle città metropolitane sia propria la nostra città. A tal proposito abbiamo due temi immediati che necessitano di riforma. Il primo quello di eliminare la solitudine del Sindaco metropolitano che oggi, a differenza del Sindaco del Comune che quando deve prendere una decisione riunisce una giunta con gli assessori e il segretario generali, il Sindaco Metropolitano è costretto a riunire solo se stesso perché non ha la possibilità di creare una giunta che supporti il Sindaco. Il secondo tema è quello delle deleghe. Una debolezza della legge Delrio è che alcune deleghe siano stabilite a monte dalla legge nazionale mentre altre soltanto a seguito di una trattativa tra la città metropolitana e la regione, e le regioni spesso vedono le città metropolitane come un ente che può erodere o sacrificare delle possibiltà, del consenso, del potere su un determinato territorio”, ha concluso Falcomatà.