Aeroporto dello Stretto incastrato in querelle infinite e inconcludenti

Rapporti tesi tra Sacal e Città metropolitana, ma I reggini vogliono volare con regolarità e spendere poco. A rischio “Sciàlatela”. La ricetta di Bombino

Le polemiche volano, insieme agli stracci, ma l’aeroporto non decolla.

Allora una domande sorge spontanea, avrebbe detto Antonio Lubrano, inchiodando alle rispettive responsabilità gli attori di questa querelle tutta politico istituzionale: a che cosa servono le parole?

I reggini vogliono solamente volare con regolarità e a prezzi abbordabili, che cosa risolve la polemica?

La risposta appare ovvia ai più, ma il senso dell’intervento del presidente della Sacal, Arturo De Felice, è oscuro e si presta a tante interpretazioni. Politiche soprattutto. D’altra parte se De Felice aveva qualcosa da domandare al sindaco Giuseppe Falcomatà, non avrebbe potuto parlarci direttamente (?) come si fa civilmente tra due “soggetti istituzionali” sulla carta interessati allo stesso obiettivo? No, perchè in tempo di elezioni tutto fa campagna elettorale.

E d’altra parte il primo cittadino non si è tirato indietro, rispondendo a muso duro al numero uno della Sacal, col risultato che ad entrare in crisi è lo stesso rapporto tra la società di gestione aeroportuale e la Città metropolitana. Ad annunciarlo è il vicesindaco Riccardo Mauro quando afferma: “Mesi fa la Città Metropolitana ha siglato un protocollo per il marketing territoriale con l’intento di rilanciare lo scalo soprattutto in ottica turistica un protocollo che però, stando ai numeri, non sta producendo gli effetti sperati proprio a causa della gestione fallimentare di Sacal. Da parte nostra è forse giunto il momento di rivedere quella scelta, che per proprio per la scarsa capacità dei vertici di Sacal, rischia di rivelarsi del tutto inefficace”. Una presa di posizione forte, se si andrà fino in fondo. L’operazione – dal nome Sciàlatela – consta di una convenzione che prevede una spesa di 20.000 euro mensili per 36 mesi, che potrà essere riprogrammata in funzione dell’andamento dei flussi turistici. Mica bruscolini…

E le limitazioni contenute nella nota Enac, arrivate con una precisione temporale quasi chirurgica? Eppure nemmeno un anno fa all’aeroporto dello Stretto era stata concessa la certificazione europea concernente la sicurezza aeronautica che aveva fatto esultare non solo De Felice, in prima fila a raccogliere gli applausi di tutti. Oggi, invece, su Aeroporticalabresi.com si dice che “sostanzialmente Enac è stata costretta ad emanare speciali condizioni e deroghe per l’Aeroporto di Reggio Calabria in quanto non rispetta alcuni requisiti stabiliti dal nuovo regolamento europeo N. 139/2014”. Insomma, ancora una volta serve chiarezza! Ma il tutto è funzionale a Sacal e a De Felice. Anche perché, alzi la mano chi non ha pensato quanto dichiarato da Mauro: “In sostanza – scrive il vicesindaco – ci pare che Sacal stia tentando di mostrare una pagliuzza nell’occhio di qualcun altro, per tentare di nascondere la trave che invece trafigge il proprio. Ci riferiamo ad esempio a tutte le limitazioni evidenziate da Enac sulla pista, come le strip di sicurezza, la pendenza, la segnaletica e i sistemi luminosi, che costituiscono un ostacolo per lo sviluppo del traffico aereo sul nostro scalo. Invece di concentrarsi su questi aspetti, Sacal tenta di mascherare la propria inefficienza, adducendo questioni decisamente secondarie forse con l’intento di scaricare le proprie responsabilità sulla governance dello scalo”.

Sulla questione è intervenuto anche Giuseppe Bombino, in predicato di candidarsi a sindaco della città dello Stretto. Secondo il professore “la paradossale vicenda dell’Aeroporto dello Stretto ben si presta ad una lettura politica stratificata”. Il ragionamento dell’ex presidente del Parco riporta in primis l’attenzione sul rapporto tra Reggio e la Calabria e tra Reggio e l’asse Catanzaro/Cosenza. Il sospetto di Bombino però è che “l’emissione di NOTAM da parte di ENAC, attraverso cui vengono elencate al personale nagivante che vola su Reggio una serie di limitazioni, altro non sia se non un tentativo di evitare gli effetti delle nuove procedure tipo RNAV (metodo di navigazione che permette di volare su qualsiasi traiettoria con assistenza al suolo o nello spazio), che porterebbero all’annullamento delle limitazioni sugli equipaggi”.

Alcune delle limitazioni riportate sono, ad avviso di Bombino, “irrilevanti, risolvibili in 24 ore, non sostanziali; altre, invece, sono note da circa 50 anni, eppure, fino ad oggi, ENAC ha autorizzato e collaudato le attività. Perché, dunque, tali limitazioni vengono elevate proprio adesso?” E ancora, “come mai nessun rilievo viene posto per gli Aeroporti di Genova e Firenze, i cui coefficienti di difficoltà sono pari, se non superiori, a quello dell’Aeroporto dello Stretto”.
La soluzione caldeggiata da Bombino però è un’altra: “Per sottrarre il nostro scalo dal gioco e dal giogo di una politica “nemica” di Reggio, occorre valorizzare la natura interregionale dell’Aeroporto dello Stretto e, quindi, creare le condizioni per la costituzione di una governance espressiva degli interessi delle due Città dello Stretto”.