T. Minniti, Richichi: 'Sganciarsi da Sacal troppo rischioso. Bene Metro City'

L'ex assessore all'urbanistica ha fatto il punto sull'aeroporto dello Stretto e sulla proposta di Tucci di una subconcessione locale

‘L’intervento del prof. Michele Buonsanti, con le puntuali ed ineccepibili dimostrazioni, tecnicamente illuminanti, fa cadere le penose motivazioni relative alle limitazioni che interessano lo scalo aeroportuale reggino, addotte, finora, quali ragioni della inutilizzabilità dello stesso. Così, oggi, il re (SACAL e certa politica) è nudo e non è più ammissibile alcuna scusante.

Utile anche, la presa di posizione di Metrocity che si ribella di fronte alle iniziative della SACAL e al disinteresse di buona parte della politica locale. Si aggiunge, oggi, l’interrogazione parlamentare dell’on Tucci, anche importante perché, finalmente, coinvolge il Parlamento nella questione aeroporto.

L’On. Tucci parte, però, da presupposti non corretti: i 60 milioni di euro di cui parla non sono destinati alla riqualificazione dell’aerostazione – tra l’altro non prioritaria anche in vista di un suo auspicato spostamento – ma al rifacimento della recinzione del sedime aeroportuale e ad altre piccole opere; anche il riferimento al bacino di utenza dell’aeroporto dello stretto, di un milione di passeggeri non è reale: oggi è a malapena di 400.000; inoltre, la subconcessione, dallo stesso ipotizzata, porterebbe ad un accollo, per almeno 10 anni, di perdite medie annue vicine ai 2.500.000 euro. Sarebbe sostenibile la subconcessione, oltre che di dubbia configurazione giuridica, considerate anche le competenze di una società madre che ha il diritto dovere di gestire la crescita di tutti gli aeroporti che amministra, compreso l’aeroporto dello Stretto? Pensare di tornare alla gestione autonoma dell’aeroporto, sganciandolo, nuovamente, dalla SACAL, sarebbe un rischio, se non un azzardo per la sopravvivenza dell’aeroporto: nessuna società di gestione potrebbe garantire il pareggio di bilancio relativo a un traffico di meno di 500.000 passeggeri l’anno (media di 366.000 annua negli anni 2017-2018- 2019) a cui conseguirebbe un deficit di, almeno, due milioni e 500 mila euro annui. Deficit che, in seno ad una unica società di gestione dei tre aeroporti calabresi – Reggio Calabria, Lamezia, e Crotone – per la quale ognuno dovrebbe rappresentare una ASA (area strategica d’affari), giustificata, oggi, dalla riconosciuta “continuità territoriale”, potrebbe diventare economicamente sostenibile Per questi progetti e obiettivi diventa indispensabile che la città di Reggio Calabria sia rappresentata del CdA di SACAL perché la situazione attuale di crisi parte dall’errore madornale commesso nel momento in cui si è formata la SACAL: il Comune di Reggio Calabria avrebbe dovuto fare, anche, l’impossibile per entrare nel capitale e nel consiglio di amministrazione.

Allora venne addotto, quale motivo ostativo, lo stato di predissesto del Comune di Reggio Calabria. Certamente! Ma, in quel momento i bilanci della Città Metropolitana erano in congruo attivo e la sua amministrazione, attualmente ancora in carica, avrebbe potuto imboccare questa seconda strada. Più di recente, la politica, avrebbe dovuto impedire al presidente Occhiuto di commissariarne il Consiglio di Amministrazione e nominare un amministratore unico. Amministratore Unico che, da quello che traspare dalle dichiarazioni del dott. Franchini, considera l’aeroporto dello Stretto un ramo di attività che produce debiti, al limite della cessazione (chiusura).

Per fare chiarezza sulle vicende che interessano l’aeroporto bisogna, anche, ricordare a che lo scalo reggino è cresciuto fino al 2013, raggiungendo il numero di, circa, 700.000 passeggeri l’anno, con prospettive di pareggio di bilancio entro il 2016, sotto la gestione della Sogas, retta da un consiglio di amministrazione, nominato dal Presidente della Provincia avv. Giuseppe Morabito, e del quale faceva parte, anche, un rappresentante della Provincia di Messina detentrice di una cospicua quota nel capitale Sociale SOGAS. Con il cambio di maggioranza alla Amministrazione Provinciale, nel 2011, il CdA in carica fu rimosso e rinnovato completamente: dopo quattro anni, la Sogas fallì. Occorre evidenziare che, nel tempo, si son fatti perdere i consolidati rapporti che la Sogas aveva instaurato con le istituzioni deputate a decidere in materia di volo: Ministero dei Trasporti, ENAC, ENAV, Associazione Piloti, Sindacati, dando luogo ad una inspiegabile assenza delle istituzioni locali nelle vicende riguardanti l’aeroporto e il dibattito sull’aeroporto rimase in vita solo per le pressioni di comitati di cittadini instancabili e determinati.

Cosa si può dunque, fare, oggi, con urgenza? Città Metropolitana e Comune di Reggio si battano perché, gli ormai famosi 13 milioni di euro, stanziati per la “continuità territoriale”, vengano destinati, in modo strutturale e per, almeno 5 anni, non ad improbabili destinazioni senza domanda (Torino e Venezia), ma alle tratte Roma -Reggio Calabria e Milano- Reggio Calabria, più facilmente appetibili per le compagnie aeree. Ciò potrà consentire di riprendere i contatti, per verificare la disponibilità a tornare a volare sull’aeroporto dello Stretto, con le tante compagnie aeree che, numerose, in passato lo hanno fatto.

Sarebbe opportuno, inoltre, pensare a un incontro (per l’amor di Dio non un “tavolo”: quanti se ne contano!) con tutti gli enti e clienti interessati, per organizzare un crono programma utile al rilancio e allo sviluppo dell’aeroporto (su questo argomento si può accedere a un progetto/consulenza di KPMG che dovrebbe giacere negli archivi della Sogas dal 2010).

Occorre, adesso, passare dalle parole ai fatti: ai progetti e proclami ad “usum electoralis”, alle richieste e proposte economicamente insignificanti, si sostituiscano idee concrete da sottoporre a SACAL e agli altri enti competenti e si seguano le vicende del “Tito Minniti” in modo continuativo e con la necessaria attenzione e fermezza.

L’iniziativa e il ruolo della Città Metropolitana in tal senso potrebbero essere la chiave di volta per approfondire ed eliminare le criticità dell’aeroporto e per aumentare, con i possibili, allettanti incentivi, il suo bacino di utenza, pre-condizione per l’esistenza dello scalo.

Domenico Francesco Richichi (ex Assessore all’Urbanistica e alle problematiche aeroportuali della città di Reggio Calabria)