Roccella, positivi alcuni migranti. In serata i primi trasferimenti

Il gruppo di 232 persone è ospitato nei locali dell'Ospedaletto

Potrebbero partire verso altre destinazioni già in serata, molti dei migranti soccorsi lunedì mattina al largo delle coste di Roccella.

Trasferimento dei migranti di Roccella Jonica

Sistemato in una piccola struttura alle porte del paese, il gruppo di 232 persone – in prevalenza provenienti da Afghanistan, Iran e Siria – ha passato una notte tranquilla dopo la grande paura del viaggio affrontato su un barcone fatiscente in mare per quasi una settimane dalle coste turche a quelle dello Jonio calabrese. E sono state proprio le pessime condizioni della carretta del mare, un vecchio peschereccio di 25 metri su cui erano accalcati all’inverosimile i migranti, a costringere i soccorritori della Guardia Costiera a trasbordare il gruppo su due motovedette che hanno fatto la spola fino alle banchine del porto delle Grazie, mentre il barcone che imbarcava acqua da ormai molte ore è stato lasciato alla deriva.

Alcuni positivi al Covid

Sottoposti a tampone e identificati nelle ore immediatamente successive allo sbarco – sarebbero un paio i positivi al virus individuati dai controlli dei medici della Croce Rossa – i migranti hanno ricevuto accoglienza e sostegno dalla consueta macchina organizzativa che ha fatto di Roccella, negli anni, uno degli hub d’ingresso in Italia per quei disperati che si imbarcano in Turchia dopo avere affrontato un viaggio spesso lunghissimo, da quei territori perennemente sotto scacco da guerra e fame. Numerosi anche in questa occasione gli attestati di aiuto concreto arrivati dalla popolazione: tanti i cittadini che hanno fatto la spola fino all’ospedaletto per portare i primi generi di conforto. Anche perché nel gruppo approdato lunedì si contano una quarantina di minori non accompagnati, un numero piuttosto elevato rispetto ai canoni legati alla rotta migratoria che interessa la Locride. Viste le condizioni meteo favorevoli, altri barconi potrebbero essere attualmente in viaggio con il loro carico di disperazione.