Aliscafi Reggio – Messina, allarme (ingiustificato) rientrato. E’ il solito gioco del ‘tira e molla’…
27 Settembre 2018 - 19:24 | di Vincenzo Comi

di Vincenzo Comi – Ennesimo déjà-vu. Alzi la mano chi ha creduto alla sospensione degli aliscafi tra Reggio e Messina. Una notizia che, se si fosse tramutata in realtà, avrebbe letteralmente paralizzato l’intero territorio. Una questione più volte affrontata, discussa, contestata e poi sempre risolta.
E’ bene, prima di ripercorrere quanto accaduto, ricordare e riportare integralmente un principio espresso dalla Costituzione: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”. Recita così l’art. 16 della Costituzione.
Ragioni politiche, appunto. Quelle che ogni anno, come un orologio svizzero, creano il solito caos mediatico ritmato dai comunicati stampa, ora del Comune, ora del Governo, ora della Compagnia di navigazione.
Un’ingiustificata preoccupazione avvolge così, a pochi giorni dalla scadenza del contratto, il mondo dei pendolari e non solo (ogni fine settembre più o meno), generando disagi e confusione oltre a diffondere un’immagine (ma ormai siamo abituati) negativa e di cattiva gestione che non fa altro che alimentare il detto ‘solo al sud certe cose…’. Una preoccupazione che si triplica se si pensa alle migliaia di studenti pendolari che proprio in questo periodo, vivono in maniera più intensa l’anno universitario.
Qualcuno giustamente ha esclamato in queste ore (con un pizzico di ironia) “Non importa, ce la facciamo a nuoto…”, così da dare per scontato l’immediata risoluzione del problema. Del resto sarebbe impensabile uno Stretto senza aliscafi. Ma andiamo con ordine.
L’allarme era arrivato il 21 settembre dall’assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità Marco Falcone in una nota indirizzata al Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.
“Entro fine mese, senza l’intervento del Governo nazionale, potrebbero saltare le linee veloci degli aliscafi fra Messina e Reggio Calabria”.
Questa la preoccupazione manifestata in vista della scadenza dell’affidamento da 21 milioni del servizio di trasporto marittimo alla società di navigazione Liberty Lines. L’assessore Falcone chiedeva dunque al Ministro di porre urgentemente in essere ogni utile iniziativa al mantenimento del servizio marittimo.
Seguono le note di Giuseppe Marino, assessore ai Trasporti del Comune di Reggio Calabria che dichiara:
“Quanto sta accadendo ai danni di Reggio Calabria e dell’intera area dello Stretto è a dir poco sconcertante…”, a cui si aggiunge un’altra nota del Sindaco Giuseppe Falcomatà che spiega come sia “disarmante l’atteggiamento approssimativo dimostrato dal Governo di fronte all’allarme lanciato dalla comunità dello Stretto per il rischio di sospensione dei collegamenti veloci tra Reggio Calabria e Messina…sul tema del diritto alla mobilità il Governo non può permettersi di navigare a vista”.
La nota ufficiale del blocco dei collegamenti arriva poi il 26 settembre dal sito della compagnia Liberty Lines con cui, in maniera categorica, annuncia lo stop a partire dal 1 ottobre.
Di questo pomeriggio (27 settembre) infine un’altra nota, la più importante, giunta da Roma, con cui il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli, è il caso di dirlo ‘calma le acque’ e chiude l’ennesimo capitolo che offende i cittadini, ormai sempre più inermi. Di seguito il testo che fa tirare un sospiro di sollievo ai tanti che hanno creduto ad una eventuale sospensione:
“I collegamenti rapidi da Reggio Calabria a Messina non subiranno nessuna battuta d’arresto dal prossimo 1 ottobre e i mezzi veloci continueranno a trasportare i passeggeri nello Stretto regolarmente”.
A fronte di questo tira e molla continuo che Reggio Calabria, insieme alla dirimpettaia Messina, è costretta subire ogni anno viene da chiedersi come si possa ancora, nel 2018, mettere in discussione uno dei diritti fondamentali della Carta Costituzionale come quello della libertà di circolazione.
Un diritto fondamentale, quello della mobilità, che non può essere oggetto di continue e cicliche querelle politiche, specie in un territorio già più volte violentato come quello reggino.
Ma quello che stupisce più di ogni altra cosa è la mole di ovvietà, associata alle mediocri e banali dichiarazioni fatte dalle istituzioni locali con toni tutt’altro che aspri, in merito ad un’ipotesi così drastica, come l’interruzione dei collegamenti veloci tra Reggio Calabria e Messina.
Lo stupore deriva da dichiarazioni del tipo “…il collegamento con mezzi veloci costituisce una risorsa indispensabile per le comunità di Messina e Reggio Calabria…rappresenta un elemento fondamentale per favorire l’interconnessione tra le due città metropolitane in termini di servizi, attività economiche, culturali e sociali…l’eventuale interruzione del collegamento avrebbe gravissime conseguenze…”.
In questo valzer di sconvolgenti dichiarazioni, viene da chiedersi se sia il caso di invocare un ‘ingiustificato’ allarme ai danni dei cittadini.
Alle ‘veline’ politiche, sarebbe stato meglio forse tacere o lasciare la parola alle storie e ai racconti di chi ogni giorno oltrepassa lo Stretto per motivi di studio, lavoro, salute o semplicemente svago e turismo. Sarebbe stato più utile far comprendere l’importanza dei collegamenti, laddove ce ne fosse ancora bisogno, attraverso le testimonianze di gente comune.
Uomini, donne, studenti che conoscono meglio di chiunque altro le necessità e le esigenze di quei tre chilometri di mare che per loro natura non possono e non devono essere più messi in discussione.
I collegamenti, statene certi, ‘veline’ politiche a parte, non si sarebbero e non saranno mai bloccati…
