Niente plexiglass, nuova proposta per andare a mare: il kit 'Safe Beach Space'

Un'idea nata in tempi non sospetti proprio per evitare l'affollamento nelle spiagge

Andare al mare è qualcosa a cui, difficilmente, sapremo rinunciare. Dopo le privazioni di questi mesi il rischio di non poter trascorrere l’estate in spiaggia per molti, in particolar modo meridionali, sta diventando un vero e proprio dramma.

Nelle scorse settimane sono state tante le ipotesi avanzate dagli italiani al lavoro per costruire gli stabilimenti in vista dell’estate 2020, ma questi come dovranno essere? E nelle spiagge libere come dovranno comportarsi i cittadini? Ancora nessuna risposta certa, ma sicuramente tante idee da valutare con attenzione. È il caso di un ingegnere sardo che, già da tempo, ha pensato ad una soluzione per fermare l’affollamento delle spiagge.

«La distanza interpersonale in spiaggia? È un problema vecchio, ci avevo già pensato e ho la soluzione».

Parola di Gianluca Langiu, ingegnere ambientale e ideatore di “Safe Beach Space”, sistema di delimitazione visiva dello spazio di sicurezza, con copyright in 176 Paesi. Olbiese, 44 anni, appassionato di mare, frequentatore di spiagge libere.

«Da habitué delle spiagge senza stabilimenti ho notato la progressiva abitudine di molti a posizionare i loro teli e i loro ombrelloni a pochi centimetri da me o dai miei effetti personali», racconta. Gianluca Langiu non è un misantropo, ma «credo che si sia persa un po’ di educazione civica e di senso della privacy».

Come riportato da Sardegnaimpresa, alla soluzione del problema Langiu aveva lavorato già, immaginando un sistema pratico, comodo, sicuro e ambientalmente sostenibile per consentire a ognuno di marcare il proprio spazio anche in una spiaggia affollata e immergersi in un’oasi da un metro e mezzo di raggio. Quel chiodo fisso e quelle bozze nel cassetto gli sono serviti per arrivare prima di tanti e farsi trovare pronto ora che, complice l’emergenza sanitaria da coronavirus, il tema del distanziamento interpersonale sui litorali torna di moda a dispetto della scarsa attitudine collettiva al pudore e al rispetto della riservatezza altrui.

Il Fab Lab Olbia, ha realizzato il prototipo del picchetto che supporta un nastro teso a delimitare lo spazio in cui ognuno sta senza rappresentare un pericolo per la salute del vicino di ombrellone.

Gianluca Langiu ha pensato a tutto: materiali da riciclo, trasportabilità del kit, praticità di montaggio. In due modelli:

  • quello rettangolare per gli stabilimenti balneari;
  • quello ottagonale per la spiaggia libera.

«È un sistema modulare collegabile ad altri, sempre nel rispetto delle prescrizioni anti-contagio, un nastro tessile, stampabile e personalizzabile con loghi aziendali o sponsor – spiega l’ingegnere olbiese – i picchetti, mai prima in commercio, sono in materiale plastico da riciclo e sono stati progettati apposta, il porta kit è una retìna che non trattiene la sabbia».

Gianluca Langiu ha dichiarato anche:

«Safe Beach Space ha un costo sostenibile, ma cerchiamo partner per produrlo e immetterlo nel mercato, anche internazionale. Le misure di contenimento della diffusione del coronavirus sono una buona occasione per realizzare questo progetto – aggiunge – ma io son convinto che servirà anche in futuro, per ottimizzare gli spazi in spiaggia e per riprendere a viverla secondo delle regole minime di rispetto reciproco».

Fonte: Sardegnaimpresa.eu