Un anno di guerra, la comunità ucraina ringrazia Reggio: 'Non siamo mai stati soli'

Irina, referente della comunità Ucraina a Reggio, ha fatto sapere che l'invio di aiuti in Ucraina proseguirà con spedizioni in programma ogni sabato

Tutto iniziò a marzo dell’anno scorso, dopo lo scoppio della guerra, con un volantino scritto in ucraino e messo in rete che offriva disponibilità di famiglie reggine ad accogliere mamme  e bambini profughi. Si sono avute subito le prime richieste e  si è creato un piccolo corridoio umanitario che ha fatto arrivare a Reggio diversi profughi. E’ partita così una gara di solidarietà di tanti volontari che ha consentito  tramite il comitato che si è costituito, composto dalle parrocchie del Crocifisso, di Sant’Agostino, degli Ottimati, da otto associazioni e coordinato dal Centro Agape, di dare accoglienza a circa 30 nuclei familiari che sono stati seguiti fino a quando  la maggior parte di essi ha deciso di  rientrare  negli ultimi mesi in Ucraina per ricongiungersi al marito che combatteva per la difesa del loro paese.

Ad un anno dallo scoppio della guerra il comitato guidato da don Marco Scordo, padre Sergio Sala e da Lucia Lipari,  ha consegnato nuove donazioni e incontrato una rappresentanza della comunità ucraina al Cedir dove è stato allestito un centro di raccolta per l’invio di beni di prima necessità alla popolazione ucraina che è rimasta nel Paese e che è esposta ogni giorno  ai bombardamenti, al freddo, alla carenza di alimenti.

Irina, referente della comunità Ucraina a Reggio, ha sottolineato come la situazione in Ucraina è tesa e pericolosa, infatti sono tutti con le borse già in mano per la paura di nuove invasioni ma passato un anno, ha voluto ringraziare innanzitutto tutte le persone che ha conosciuto, dichiarando che non si mai sentita sola:

“È stato un anno in cui abbiamo trovato persone che ci hanno appoggiato, consigliato e aiutato in ogni cosa. Quindi un grazie a tutta Reggio Calabria perché le persone si sono veramente impegnate a darci una mano, chiamando e mandando messaggi chiedendo di cosa avessimo bisogno: è una grande cosa essere uniti in una così brutta situazione.

Noi dobbiamo continuare fino all’ultimo secondo qui, staremo sempre qui e non molleremo nemmeno per un attimo. Infatti, tutti i  sabati partiranno le spedizioni e manderemo i beni negli ospedali”.

In particolare ha voluto segnalare la situazione drammatica che stanno vivendo 60 bimbi dai 0 ai 6 anni, purtroppo rimasti orfani, accolti in una scuola dell’Ucraina, che si trovano privi di qualsiasi aiuto. Per loro si cercherà di raccogliere  più  aiuti possibili ed ha chiesto al comitato di contribuire.

Don Marco Scordo a nome del comitato ha confermato la vicinanza al popolo ucraino vittima di questa aggressione auspicando una pace giusta e duratura per la quale tutta la Chiesa Italiana pregherà il dieci marzo assieme a Papa Francesco. Ha anche ringraziato l’Arcivescovo Fortunato Morrone per la decisione di fare suonare le campane delle Chiese della Diocesi, un gesto simbolico importante, un invito a pregare ed a impegnarsi tutti di più per costruire pace e giustizia. Toccante è stata in conclusione la visione di un video girato in Ucraina con le immagini della guerra che ha commosso e ricordato alle tante donne ucraine presenti all’incontro le sofferenze dei loro mariti e congiunti che lottano a rischio continuo della loro vita per la  libertà del loro Paese.