Arcuri alla Rai ripercorre i mesi più brutti del Covid: “L’emergenza non è finita”
"In 80 giorni abbiamo fatto cose straordinarie, speriamo di non doverle ripetere"
07 Giugno 2020 - 16:02 | Redazione

Il commissario straordinario Domenico Arcuri torna a parlare dell’emergenza Covid-19 e lo fa ai microfoni di Mezz’ora in più. La trasmissione Rai che, ogni domenica, intrattiene gli italiani con interviste e approfondimento ha ospitato oggi, fra gli altri, anche Arcuri.
Reggino d’origine, il commissario straordinario parlando ai microfoni della Rai, non ha dubbi:
“Questa emergenza finirà quando verrà scoperto un vaccino e sarà prodotto in dosi sufficienti. Adesso ci è richiesta la stessa responsabilità. Le polemiche politiche meglio relegarle in un cassetto. La gestione pubblica dell’emergenza è stata criticata, ma non si è considerato il tempo e spesso le critiche erano distanti dalla realtà. Se saremo responsabili potrà esserci una recrudescenza ma sarà contenuta. Confido nella responsabilità degli italiani. Noi oggi abbiamo più del doppio dei posti in terapia intensiva, abbiamo un numero largamente sufficiente di Dpi. In media abbiamo fatto 40 mila tamponi al giorno. Bisognerebbe dare la caccia agli asintomatici, in questa fase sono più importanti”.
E per quanto riguarda la tanto discussa App Immuni, Arcuri ha affermato:
“Si tratti di una componente molto utile della strategia di queste settimane. Il tracciamento è essenziale. Ad oggi sono 2 milioni di italiani ad averla scaricata. Consiglio a tutti i cittadini di farlo”.
Ripercorrendo all’indietro questi ultimi mesi di emergenza sanitaria, Arcuri ricorda:
“Dovevo decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte. Questa esperienza non si deve più ripetere. In 80 giorni abbiamo fatto cose straordinarie. Tra queste l’aver distribuito oltre 380 milioni di mascherine. Prima dipendevamo dalla Cina. Oggi oltre il 50% dei nostri ordini è fatto da aziende italiane. Dobbiamo evitare di far pagare i test sierologici un prezzo inaccettabile, così come è successo sulle mascherine”.
Il commissario straordinario conclude:
“Nessun Paese del mondo era preparato a gestire a questa emergenza. Gli italiani sono stati straordinari, non io. Io ho solo accompagnato di giorno e di notte questo processo di uscita dal lockdown”.