Brogli elettorali, Dominijanni: 'Uomini compiacenti e schede validate per conoscenza diretta'

Ecco come le forze dell'ordine hanno ricostruito il puzzle dei falsi voti riscontrati durante le comunali di Reggio Calabria

The day after. A Reggio Calabria non è il nome di un film, ma un’altra tragica storia da aggiungere alla “nera” collezione della città. Un consigliere comunale ed un presidente di seggio sono finiti in manette per brogli elettorali avvenuti nel corso delle scorse elezioni comunali del 20 e 21 settembre 2020.

Al centro della bufera ci sono Antonino Castorina, secondo eletto (con più voti) delle scorse amministrative ed il Presidente di seggio da lui scelto, Carmelo Giustra. A ricostruire la strana vicenda è stata la Questura di Reggio Calabria con la collaborazione della DIGO.

Brogli elettorali: parla il Procuratore Dominijanni

Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, lunedì 14 dicembre, avvenuta in modalità smart per evitare possibile contagi, il Procuratore Dominijanni ha illustrato alla stampa come le forze dell’ordine hanno ricostruito il puzzle dei falsi voti riscontrati durante le comunali di Reggio Calabria.

“Le indagini non erano affatto facili, basti pensare che sono partite da dati anomali. Per questo voglio fare un  plauso alla DIGOS e al questore di Reggio Calabria”.

Il procuratore aggiunto ha affermato:

“Il duplicato schede veniva rilasciato senza che ci fosse alcuna documentazione a supporto e questo ci ha dato tanto da pensare. Abbiamo verificato se quei soggetti avevano veramente votato e, contemporaneamente, è emerso che molti duplicati si riferivano a determinate sezioni, sempre le stesse.

Sui registri abbiamo riscontrato più volte la dicitura “conoscenza diretta”. Sapete che l’elettore può essere identificato sia attraverso un documento, sia attraverso la “conoscenza personale” da parte di scrutatori o presidenti. La maggior parte di quelli identificati senza documento non si era mai recata a votare e faceva riferimento, per lo più, alla popolazione anziana”.

Dominijanni ha spiegato anche:

“Non si è trattato di una questione estemporanea, ma di un meccanismo organizzato da tempo, il cui fondamento era la nomina di presidenti di seggio compiacenti senza i quali non si sarebbe mai potuta creare falsità nei registri. L’altro dato di confusione è relativo all’impossibilità di risalire all’identità di chi ha rilasciato i certificati. Verifica avvenuta solo in un secondo momento quando il Comune ha rilasciato le password per risalire agli artefici.

Ci sono state, quindi, delle grandi difficoltà nel ricostruire la vicenda, che è stata accertata ovviamente da testimonianze e analisi approfondite. Ma questo, è solo un primo step ci sono anche altre circostanze da approfondire”.