Sindaco di Rosarno ai domiciliari, Morra: 'Idà molto vicino al presidente del Consiglio regionale'

Nicola Morra commenta l'operazione di oggi che ha portato all'arresto del sindaco di Rosarno Giuseppe Idà e di un consigliere comunale

Il Presidente della commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra commenta l’operazione di questa mattina. In manette 49 soggetti finiscono in manette con l’accusa di  associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti e usura.

OPERAZIONE FAUST, LE PAROLE DI MORRA

“Il sindaco di Rosarno, avvocato Giuseppe Idà, eletto nel 2016 a capo di una lista civica, ma dell’UDC e molto vicino a Giovanni Arruzzolo, nuovo presidente del Consiglio Regionale della Calabria in sostituzione di Domenico Tallini, è tra gli arrestati dell’operazione “Faust” condotta stamani dai carabinieri di Reggio Calabria. Idà è ora ai domiciliari.

Lo stesso provvedimento cautelare è stato adottato nei confronti di un consigliere comunale, eletto nella stessa lista di Idà, Domenico Scriva. Entrambi sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso. L’operazione, secondo gli investigatori reggini, ha consentito di accertare la radicata ed attuale operatività dei Pisano, conosciuti come i “diavoli di Rosarno”, nonché, in un contesto che rivela cointeressenze di sodalizi operanti nel Mandamento Tirrenico, l’attuale pervasività dell’articolazione denominata società di Polistena, capeggiata storicamente da esponenti della famiglia “Longo”, ed anche della locale di ‘ndrangheta di Anoia.

Secondo l’accusa, la cosca Pisano avrebbe fornito appoggio elettorale ad Idà ed a Scriva in occasione delle elezioni comunali del 2016, in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale.

Oltre a questi signori, altri 47 soggetti sono stati interessati da misure cautelari, nelle province di Vibo Valentia, Messina, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e proocurata inosservanza di pena.

Se ci pensate 9 province e ben 7 regioni. Questo è il livello di infiltrazioni della ‘ndrangheta. E c’è chi si balocca causando crisi di governo!”