Ballottaggio, Reggio Bene Comune: 'No ad una città governata con il telecomando'

"Ex assessori ed ex consiglieri del “Modello Reggio” compaiono in prima fila travestiti da agnelli accanto al loro “salvatore” con la benedizione lombarda di Salvini". La nota di Reggio Bene Comune

Mancano pochi giorni ad un ballottaggio che deciderà il futuro della città e dei cittadini nei prossimi 5 anni.

Dai social ai bar i supporters di Minicuci hanno scelto di usare l’attacco denigratorio e personale contro il Sindaco Falcomatà facendo dimenticare ai cittadini che il governo della città è un processo democratico articolato a più livelli che passa da Giunta, Consiglio comunale, Commissioni, Consulte, Comitati di quartiere ecc. e che le elezioni non riguardano solo la scelta del Sindaco ma di una visione strategica e complessiva concertata con i principali attori sociali.

Conviene, evidentemente, il bullismo politico piuttosto che parlare di proposte concrete.

Minicuci ha continuato a disertare confronti pubblici offendendo la democrazia e l’intelligenza sia degli elettori che degli stessi giornalisti più volte trattati come degli “orditori di tranelli”; solo a 3 giorni dal voto ne ha “concertato” uno a gusto suo. Un “supertecnico” quale viene presentato il candidato di Salvini cosa dovrebbe temere? Che lezione non ha studiato per evitare puntualmente l’interrogazione? E cosa dovrebbe studiare ancora se, come dicono, è così preparato?

Evidentemente le eclatanti bugie e indecorose fandonie che stanno caratterizzando la campagna del Cdx verrebbero smascherate e rimarrebbe ben poco su cui dibattere. La strategia è chiara ed i cittadini non sono fessi.

Le “tasse più alte d’Italia” non le hanno messe né i Commissari né Falcomatà ma la Corte dei conti (per legge) a seguito del pre-dissesto finanziario causato dalle giunte di destra del “Modello Reggio”.

Pre-dissesto, ricordiamolo, a causa del quale non è stato possibile praticare nessuna riduzione o esenzione per le fasce deboli nei tributi locali; non si è potuto assumere nuovo personale; non si è potuto accedere a prestiti; non si è potuto praticare il “baratto amministrativo” per andare incontro a chi è economicamente debole; non si è potuto avere un bilancio dignitoso con risorse adeguate per la manutenzione ordinaria di strade, illuminazione, verde; non si è potuto investire nella qualità dei servizi essenziali.

Potremmo ancora proseguire ma vogliamo evidenziare questo ragionamento: non solo la destra ha portato al tracollo finanziario la città (oltre che averla macchiata dell’infamia di “primo Comune sciolto per ndrangheta” ) ma per anni ha alterato la storia e la realtà agli occhi dei cittadini raccontando che i problemi derivanti dal pre-dissesto fossero effetto della mala gestione di Falcomatà e della sua incapacità piuttosto che dalla condizione di precarietà assoluta di risorse e serenità amministrativa.

Come se lo ‘ndranghetista che prima ti ha taglieggiato, facendoti andare in malora portandoti quasi a chiudere, andasse in giro a dire di non comprare nulla dal tuo negozio perché lo lasci nell’incuria, lo stai facendo fallire e che non vali nulla.

Questo è il Cdx di oggi che non si è mai voluto dissociare da quella pagina amministrativa che ha visto condannatoil sindaco più amato d’Italia” oltre che registrare la morte della Fallara; uccisa la seconda volta dalla sua cancellazione, nella memoria collettiva, operata ad arte da quegli stessi compagni ed amici da cui era circondata che l’hanno lasciata sola finanche al suo funerale.

Il reggino ha memoria corta ed onora i suo aguzzini ma noi non dimentichiamo.

Hanno cambiato partito ma sono sempre loro; ex assessori ed ex consiglieri del “Modello Reggio” compaiono lì in prima fila travestiti da agnelli accanto al loro “salvatore” con la benedizione lombarda di Salvini. Da “difensori della città fino alla morte” a “traditori della città” per Potere.

Chiediamo ai cittadini di sostenere convintamente la nostra città non consegnandola a Chi la vorrebbe governare a distanza con il “telecomando” per attuare la scellerata “autonomia differenziata” che vedrebbe penalizzate pesantemente le regioni povere e la nostra amata Reggio in primis.

Non abbiamo bisogno di forestieri non riconosciuti dai nostri territori; teniamoci “mogli e buoi” e pure i loro difetti ma con la certezza che non useranno la città per obiettivi che non siano quelli del bene della comunità.

Reggio Bene Comune