Benzinai in sciopero contro la decisione del MEF, proclamata una giornata di sciopero

Il MEF espropria ai gestori il rimborso accordato sui costi delle carte di pagamento elettroniche e i benzinai proclamano lo sciopero

Settimana molto travagliata, per i gestori carburanti, visto lo stato di agitazione per le vicende che caratterizzano sia il versante delle commissioni sulle carte di credito, quanto quello della fatturazione elettronica. In primo luogo è bene evidenziare che dopo lunghi anni di trattative Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha deciso di confiscare il rimborso accordato sui costi delle carte di pagamento elettroniche – Il Governo aveva finalmente approvato con la precedente finanziaria in termini di credito d’imposta a favore dei gestori, riconoscendo loro il maggior livello di commissioni bancarie alle transazioni con carte di credito subito in ragione dello singolare peso fiscale che grava sul prezzo dei carburanti.

Si tratta di una decisione del tutto ingiustificata – così come ritiene anche il Presidente dei Gestori di carburante Nino Pedà – che evidenzia come tale situazione sta preoccupando sempre di più una categoria che da anni soffre sia per i margini molto bassi sia per le condizioni contrattuali sempre più difficili con le compagnie petrolifere. Rilevante, è l’ulteriore aggravio della fatturazione elettronica, che sta portando delle nuove complicazioni. Basti pensare che le fatturazioni di consumo di carburante riguardante gli ultimi giorni dell’anno e fatturate elettronicamente nei primi giorni del 2019 causerà l’indetraibilità dell’Iva nell’anno di competenza e pertanto un ulteriore aggravio di costi che quest’anno i gestori carburanti si ritroveranno a dover soccombere.

Il presidente Nino Pedà, invita quindi tutti i colleghi Figisc /Anisa Confcommercio ad aderire in maniera sempre più coesa alla giornata di sciopero prevista per il prossimo 6 febbraio, per sostenere assieme i propri diritti e denunciare quanto questa disposizione nascosta nel mucchio di emendamenti collegati al Decreto semplificazione, sia fortemente ingiusta perché si avvale del potere di cancellare un atto politico pubblico, frutto di un equilibrio motivato.