Bertoncini si racconta: la sua storia, i suoi idoli, i tifosi amaranto, la Reggina

"La Curva Sud mi emoziona. E poi Denis e Reginaldo..."

Quarto appuntamento con la rubrica #AskMe. Protagonista del giorno Davide Bertoncini che, attraverso il profilo Instagram della Reggina, ha risposto alle tante domande dei tifosi.

“In questi giorni siamo costretti a stare a casa, ho analizzato il mio percorso, c’è stato qualche intoppo di troppo a causa degli infortuni, penso di aver dato il mio contributo a ciò che di bellissimo sta facendo questa squadra. Nelle giovanili ho sempre fatto il terzino destro, mai fatto il difensore centrale. Anche in primavera quando giocavo con El Shaarawy e Perin ho sempre giocatore a destra, il primo anno tra i professionisti sono stato spostato centrale e difficilmente sono andato a fare il terzino, anche se nella scuola calcio e giovanili facevo l’attaccante esterno”.

Quale attaccante ti ha messo in difficoltà?

“Quelli che abbiamo noi, i vari Reginaldo, Denis, Corazza, Doumbia e Bellomo. Indicando un giocatore di un’altra squadra, senza dubbi Antenucci è colui con il quale mi sono divertito (ride, ndr) è un giocatore di un’altra categoria”.

Prime impressioni sulla Reggina?

“Ho trovato tanto calore attorno al progetto, conosco la storia del club, ma considerando quanto accaduto negli ultimi anni credo ci fosse un distacco, grazie al lavoro del presidente Gallo ho visto tanto calore attorno e questo mi ha lasciato stupito”.

L’esordio a Frosinone, cosa è mancato per mantenere la categoria?

“Quando fai l’esordio in A con un gruppo di ragazzi è sempre difficile approcciarsi, cambia il modo di fare calcio e giocare tra un categoria e l’altra, abbiamo pagato lo scotto fra le due categorie. L’avvio di stagione ci ha penalizzato, è mancata sicuramente un po’ di esperienza. A metà anno andai in prestito a Modena dove c’era il DS Taibi, ho avuto poche occasioni per giocare,  solo cinque presenze. Rimanendo a Frosinone, forse mi sarei potuto giocare le mie chance, la serie A è un tassello che mi manca, proverò ad aggiungerlo con la Reggina”.

Con chi hai legato di più?

Con Paolo Marchi abbiamo qualche affinità caratteriali, siamo simili, ma mi trovo bene con tutti.

Cosa ci dici del mister? 

“Il mister è un grande artefice di ciò che stiamo facendo, è la persona che ci guida, che ci mette in campo e ci sprona facendoci andare oltre i nostri limiti. Persona indispensabile per la nostra Reggina”.

Numero di maglia preferito?

“Il primo numero di maglia il 69, era un numero che mi piaceva e scambiai diverse maglie con altri calciatori che avevano il 69 tra cui Meggiorini, Souprayen. Il numero 5 è quello preferito, non non sono riuscito ad averlo in determinate occasioni, ma dallo scorso anno sono riuscito a riprenderlo nella classica asta che si fa con i compagni”.

Difesa 3 o 4?

“Ci sono delle differenze nei due moduli, ho giocato sia a tre che a quattro, per me è uguale bisogna sapere cosa fare”.

Giocare con la maschera è penalizzante?

E’ penalizzante, la maschera ti leva un po’ di campo visivo quando la palla arriva tra i piedi. Ho cercato di abituarmi subito”.

Idolo calcistico?
“Da piccolo mi è sempre piaciuto Sergio Ramos, la sua rovesciata, i suoi interventi, è qualcosa a cui mi ispiro fa cose che altri difensori non fanno”.

Capitolo Piacenza

“La stagione di Piacenza è stata la migliore, sono riuscito a fare quattro goal, cinque se non avessi sbagliato un rigore. In questa stagione ancora non sono riuscito a siglare una rete.  ne avevo preventivati tre, ma oggi sono ancora a zero”.

La partita che ti ha emozionato di più in questa stagione?

“Sembrerà starno, ma è ’ stata con il Bari in casa. L’ho vista dalla tribuna in quanto infortunato. Mi ha emozionato sia in positivo che in negativo in quanto ci hanno pareggiato all’ultimo. Vivere da fuori il gol di Denis, vedere come ha girato quella palla mi ha dato una grande emozione, ero sudato come se fossi in campo”.

Concorrenza in difesa

“Per fortuna che c’è, chi più chi meno ha dato il proprio contributo, la concorrenza ti stimola e ti porta a migliorare la performance volendo dimostrare mister qualcosa in più al tecnico. E’ un meccanismo che innesca positività, metti il mister in difficoltà”.

Cosa ci dici di Reggio?
“Reggio è bella, città che ho scoperto pian piano, il calore della gente è incredibile”.

Conoscevi già De Rose nell’esperienza di Matera?

“A Matera sono stati 4/5 mesi tormentati, non avevo conosciuto bene Ciccio De Rose, ho avuto la fortuna di conoscerlo meglio qui a Reggio, persona seria e sa bene come far morire da risate il gruppo”.

Cosa provi quando c’è l’abbraccio con la curva?

“Emozionante, una sorta di liberazione specie quando vinci, liberi tutte le energie che hai accumulato durante la partita, è il pubblico che conquista la squadra”.

Reginaldo e Denis?
“Non li conoscevo personalmente, persone umili e professionisti, in campo fanno la differenza sempre pronti a darti un consiglio e corrono tanto, stanno facendo contenti tutti i tifosi reggini”.