Bilancio Comune Reggio, Falcomatà: “Richiesta della Corte è singolare. Vi spiego la situazione…”

Il primo cittadino ricostruisce la vicenda del debito Sorical e aggiunge: “Ce la faremo anche questa volta”

“Sono sei anni che vengono fuori notizie di questo tipo. Che presagiscono disastri e dissesti. Ma alla fine, quello che conta è che l’amministrazione comunale ha lavorato per rimetterli in piedi questi conti. E dirò di più, per certi versi questa amministrazione avrebbe potuto, e gli sarebbe convenuto, dichiarare il dissesto, ma sul futuro della città non si possono fare ragionamenti politici, soprattutto perché siamo a due anni dalla conclusione del piano di riequilibrio e noi, ai nostri figli, e ai nostri concittadini, non vogliamo consegnare un futuro più incerto del presente”.

Il sindaco Giuseppe Falcomatà prende atto così della delibera n°117/2020 della Sezione di Controllo della Corte dei Conti calabrese. Non si mostra più preoccupato di altre volte. Anzi, continua a ostentare ottimismo, allontanando quello spettro del dissesto che aleggia ormai da quasi un decennio su Palazzo San Giorgio.

“Ce la faremo anche questa volta – afferma con convinzione a CityNow – perché i nostri obiettivi rimangono immutati: superare i problemi del passato, completare il risanamento ed evitare che vengano effettuate quelle scelte che hanno prodotto il buco di bilancio che abbiamo ereditato”.

Tuttavia, gli ammonimenti della Corte sono pressanti, e le cifre snocciolate all’interno dell’atto deliberativo sono da rabbrividire, tenuto anche conto che già da otto anni la città di Reggio Calabria è sottoposta ad un Piano di riequilibrio di lacrime e sangue, che ha rappresentato un ostacolo insormontabile per la già esigua possibilità di manovra da parte di Palazzo San Giorgio.

Il debito idropotabile

Certamente il debito certificato dalla Corte dei Conti nei confronti della Regione, e relativo al settore idropotabile, ammontante a circa 65 milioni di euro, farebbe impallidire qualunque amministratore. Il primo cittadino però cerca di ridimensionare la portata esplosiva, per le casse di Palazzo San Giorgio, di quanto scritto dai giudici contabili calabresi.

“Questo debito con Sorical esiste già dal 2004. È una storia che parte dal 1980 circa e che nel 2004 ha fatto segnare un debito di circa 85 milioni. Fino al 2015 le amministrazioni che si sono susseguite non l’hanno mai inserito in Bilancio e, anzi, con Scopelliti era stato trasformato in un credito di 15 milioni di euro”.

In effetti se si parla di debito idropotabile non c’è nulla di nuovo. Va ricordato come accennato dal sindaco che negli anni si è assistito ad un braccio di ferro tra le amministrazioni comunali e la Sorical stessa. A quanto pare senza soluzione. Il primo cittadino prova a fare chiarezza sul tema. Un tema che, come ricorderanno i più attenti, fu al centro di un accesissimo Consiglio comunale del 2011 (sindaco Demi Arena).

“Nell’ambito delle attività di pulizia dei conti comunali, in virtù del Piano di riequilibrio a cui siamo sottoposti, prudenzialmente, questo debito non l’abbiamo inserito. Abbiamo invece avviato una interlocuzione con la Regione che si è conclusa a maggio scorso portando a quel dato. Tra gli enti – in questo caso tra Regione e Comune – le transazioni si possono fare a 5-10-15-20 anni, e pure più. E così noi abbiamo fatto. La Corte, oggi, mutua una sentenza di un’altra Regione relativa ad un altro comune. E dice che non lo possiamo fare in 20 anni intimandoci a farlo in tre. Una cosa abbastanza singolare. Che naturalmente ci crea molti problemi. Ma noi stiamo continuando a lavorare su Roma. Basti pensare che siamo all’ottavo anno del Piano di riequilibrio, e dobbiamo continuare a lavorare con l’ottimismo e le migliori intenzioni per evitare che si abbiano ricadute sull’ente”.

Ricadute che sul piano pratico, inciderebbero – sottolinea Falcomatà – sull’economia cittadina in primis, impedendo poi un’azione più incisiva del Comune sui vari ambiti, avendo un Bilancio già ingessato.

In altre parole, il dissesto non conviene e non è nell’agenda di Falcomatà:

“Bisogna lavorare affinché i debiti del passato non ricadano su spalle dei cittadini – ripete – andandoci cauti su pronunce che minano il Piano di risanamento che ha un oggettivo bisogno di tempo per essere espletato. E poi, se fossimo in dissesto, per fare un esempio, il piano di recupero dei rifiuti non l’avremmo potuto mettere in campo, proprio come successo a Cosenza”.