Caiata: 'Manifestata volontà di non giocare più'. Il presidente spiega perchè

"La serie C rappresenta un calcio che non è schiavo di situazioni particolari come diritti tv"

Interessante intervista quella realizzata dai colleghi di fanpage.it al presidente del Potenza Salvatore Caiata, questi alcuni passaggi: ”

“Se non cambia nulla, a livello di regolamenti e sostenibilità, in Serie C rischia l’80% delle squadre.

La Serie C non può decidere autonomamente ma può dare un’indicazione e ha dato la sua, dando un segnale di grandissima maturità e coscienza civica, etica e morale. Ha preso atto prima di tutte le altre componenti del mondo del calcio che rispetto ad una tragedia mondiale, come quella che stiamo vivendo, ostinarsi su questa follia di dover giocare a tutti i costi non sia la scelta giusta ma bisogna mettersi da parte. Abbiamo espresso questa indicazione, che tiene conto delle nostre particolarità, quelle di essere in territori particolarmente colpiti, con squadre che sono state segnate da lutti e con la coscienza di non poter garantire la sicurezza dei propri calciatori. I presidenti non hanno la possibilità di adire i protocolli sanitari (quelli FIGC, ndr) e quindi come Consiglio Direttivo abbiamo manifestato la volontà di non giocare più e il presidente Ghirelli porterà questa istanza in Consiglio Federale.

Noi siamo un calcio che non è schiavo di situazioni particolari come diritti tv, che hanno ripercussioni forti da farti fare scelte obbligate. Sicuramente siamo il calcio della gente, di provincia, ma siamo il calcio che non ha i ricavi milionari ma ha gli stessi costi del calcio professionistico. Un calcio che va profondamente riformato e che non uscirà indenne da questa crisi.

Ricorsi? Ognuno è padrone in casa propria e prende le decisioni che ritiene più opportune. Faccio fatica a capire, sinceramente parlando, come rispetto ad una pandemia che tiene chiuse a casa 4 miliardi di persone come si possa anteporre il proprio piccolo interesse davanti ad una situazione di questo tipo. Io mi aspetterei un comportamento di grande maturità da parte di tutti però, purtroppo, temo che possa verificarsi tutto questo. Pure se si ha l’autorità, la leadership, per assumere decisioni che mettano d’accordo tutti è difficile che non accada perché ognuno pensa che il proprio universo sia l’unico e non ce ne siano altri. È difficile”.