Caos sanità, Spirlì a CityNow: 'Basta Commissari! Governo e Regione gestiscano insieme la crisi'

Il presidente facente funzioni è un fiume in piena: ‘Da Gaudio doppia offesa’. E ai calabresi dice: ‘E’ il momento dell’unità’

È un momento di grande rabbia e delusione, quello che sta vivendo la Calabria, appesa com’è alla nomina di un Commissario per guarire la sanità malata. E rabbia e delusione sono i sentimenti che dominano anche il presidente della Regione facente funzione, Antonino Spirlì. Il suo è un pomeriggio di quelli che richiedono gli straordinari. Le dimissioni di Eugenio Gaudio a neanche 24 ore dalla nomina a Commissario, con le motivazioni consegnate alla stampa nazionale, sembra un brutto sogno dal quale la Calabria non riesce a svegliarsi. Spirlì in meno di un’ora mette la faccia in diverse trasmissioni televisive, concedendosi anche alla diretta di CityNow, fortemente voluta dal direttore Vincenzo Comi.

È ora di dire basta

Non è il commissariamento la via giusta per uscire da questa impasse. La via giusta è il dialogo, che ho proposto in queste settimane insieme alla giunta e al Consiglio. La Calabria vuole tornare ad essere la titolare della gestione della sanità. Non riesco a capire per quale motivo ci possiamo occupare di tutto tranne che della sanità. Ci eravamo rassegnati anche alla scelta del governo, su una personalità calabrese, ma ancora una volta quella scelta ci ha portati ad una ulteriore impasse”.

Spirlì è un fiume in piena. “Basta” è la parola che ricorre di più nei suoi interventi. Non nega il malaffare e gli errori della politica, ma, aggiunge:

“è anche vero che 11 anni di commissariamento non hanno risolto, ma peggiorato fino ad annichilire la sanità calabrese. Se non funzionano le Asp e gli ospedali, se non funziona niente, e se oggi non abbiamo un piano di emergenza per il Covid la colpa non è solo di chi doveva provvedere, ma anche di chi aveva l’obbligo di controllare e non ha controllato”.

La via giusta

Per Spirlì, che ha chiesto a gran voce le dimissioni del Ministro della Salute Speranza, non serve più la strategia del cercare un nome altisonante – “Sono stati nominati tre Commissari e tutti e tre vanno via con ignominia”, sbotta – ma occorre privilegiare la strada del buon senso e della collaborazione tra istituzioni:

“La prima cosa su cui bisogna lavorare è il progetto sanità. Il Governo e la Regione si mettano insieme a gestire, come si fa in tante altre situazioni, la sanità della Regione. E alla fine del percorso, immagino dopo sei mesi o al più un anno, tutto torni alla Regione Calabria. La politica deve assumersi questa responsabilità. I rappresentanti del popolo stano dicendo noi siamo pronti, la Regione è pronta a gestire insieme al governo. In che altra lingua si può dare questo messaggio al governo?”.

Spirlì torna quindi sul ministro Speranza:

“Chi sceglie, tipo il ministro competente, immagino che abbia già vagliato la proposta. Se ne assume quindi tutta la responsabilità. E al tempo stesso sa dove si deve spostare fisicamente il Commissario. In qualsiasi altro paese il ministro della sanità se ne sarebbe andato già al caso Cotticelli, poi con Zuccatelli, ma ora con Gaudio abbiamo toccato il fondo”.

Il Presidente facente funzioni però non perdona neanche a Gaudio il modo in cui ha scelto la propria uscita di scena. Per lui si tratta di una “doppia offesa” alla Calabria, e per la rinuncia e per le giustificazione data – “Vorrei specificare che Catanzaro è una bellissima città” dice – auspicando che il Governo trovi la barra e decida:

“Qui ci sono 2 milioni di calabresi che rischiano la vita e non solo per il Covid”.

E ai calabresi Spirlì prova a parlare da buon padre di famiglia, mentre monta la rabbia in ogni angolo della regione:

“Anche i cittadini devono dire basta. E devono dirlo restando uniti e dando fiducia a chi li sta rappresentando. Leggo un po’ ovunque anche posizioni spiacevoli, volgari e a volte violente. Credo sia il momento dell’unità. Non facciamo partire campagne elettorali, in questo momento bisogna risolvere un problema pesante, l’emergenza covid e quella della sanità più in generale”.

“Atti di forza”

jole santelli

“La lettera di Jole Santelli al Presidente Conte è stata scritta da una persona che era sofferente, un mese prima di andarsene. Era una lettera accorata in nome di tutti i calabresi che stavano soffrendo quanto lei. Neanche quello li ha convinti. Ma adesso l’atto di forza lo faremo”.

Spirlì argomenta sostenendo che la Regione, che non avrebbe dovuto fare niente in questa fase, in una settimana ha firmato protocolli con il Ministero della Difesa, la Protezione civile nazionale, la Croce rossa, ed ha riorganizzato il Piano Covid con l’aumento dei posti in ospedale.

“Non ho nessuna competenza per aprire o chiudere ospedali. Il governo è stato paziente in questi giorni di vacatio commissariale, per cui non possiamo decidere se aprire o chiudere ospedali. Abbiamo trovato, negli ospedali funzionanti e attivi, 244 posti in più, ma ci siamo resi conto che non potevano bastare in questa emergenza. Come altre grandi città, abbiamo chiesto tramite Protezione civile la disponibilità degli ospedali da campo, che non sono le tende della Cambogia. Ne abbiamo chiesti 4 e ce ne hanno assegnati 4 e non è una cosa scontata. Due grandi andranno a Locri e Cosenza, due più piccoli a Crotone e Vibo. A questo si aggiungono le tende dell’esercito per la raccolta dei tamponi. Così ce ne sarà una per provincia. Lo stiamo facendo noi e lo avrebbero dovuto fare altri”.

A proposito degli Ospedali da campo, Spirlì chiede ai calabresi di stare tranquilli, aggiungendo che non si tratta di una tenda nel deserto, ma piuttosto una sorta di padiglione in più dell’ospedale al quale si vanno a collegare.