Il “Capodanno in giallo” firmato Andrea Camilleri e non solo

“Capodanno in giallo” viene, spesso, erroneame

Capodanno in giallo” viene, spesso, erroneamente attribuito alla penna di Camilleri. Se infatti da una parte ad esordire nell’opera è il Commissario Montalbano, dall’altra è vero anche che le sorprese non finiscono qui.

Il libro è infatti composto da 6 diversi racconti, elaborati da altrettanti autori. Il primo, ovvero quello di Camilleri si intitola “Una cena speciale” fanno seguito “Capodanno nella casa di ringhiera” di Francesco Recami, “L’accattone” di Antonio Manzini, “Rubacuori a capodanno” di Esmahan Aykol, “Il capodanno di Atlante” di Gian Mauro Costa e infine “Il capodanno del cinghiale” di Marco Mavaldi.

Il libro edito da Sellerio nel 2012 è un’edizione speciale, dedicata proprio al primo giorno dell’anno, che fa seguito all’opera “Natale in giallo” uscita l’anno precedente.

Dopo “Natale in giallo” i nostri investigatori si sono voluti misurare con una nuova prova narrativa; ne è nata così una raccolta brillante ed effervescente come lo spumante che innaffia tutti i racconti.

Li abbiamo lasciati sotto l’albero di Natale; mentre tra regali e pranzi familiari erano alle prese con un’indagine complicata a dispetto del giorno di festa. Ora incombe il Capodanno e nella notte di euforia detective per professione e investigatori dilettanti sono coinvolti in casi complicati piombati su di loro tra una bottiglia di spumante, un fuoco d’artificio, una festa da ballo.

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Sono i personaggi letterari che hanno conquistato i lettori per le loro biografie, il contesto ambientale, le loro contraddizioni: ci sono poliziotti come il commissario Salvo Montalbano che per la notte di San Silvestro ha deciso di rimanere nella sua Vigàta, o l’anomalo vicequestore Chicco Schiavone – creatura di Antonio Manzini -, più infreddolito che mai in Val D’Aosta, dove è stato sbattuto per non si sa bene quali vicende. E poi i detective dilettanti: Kati Hirschel, la libraia turco-tedesca di Istanbul che ha già risolto brillantemente più di un caso (Esmahan Aykol), Enzo Baiamonte, l’elettrotecnico del quartiere Olivuzza di Palermo, che ha conquistato il «patentino» di investigatore privato (Gian Mauro Costa), i vecchietti che a Pineta si sono inventati un Capodanno al BarLume per la gioia di Massimo, Amedeo Consonni il pensionato reduce dall’avventura degli scheletri trovati nel suo armadio (Francesco Recami), bloccato nella sua casa di ringhiera dal nipotino Enrico e dalla professoressa Mattei-Ferri.

Questo genere di racconti hanno riscosso molto successo fra i lettori di Camilleri, che durante le festività sanno di poter finalmente leggere un’opera a tema.

Come sempre accade non tutti possono avere le stesse opinioni, e proprio per questo i libri come “Capodanno in giallo” vengono spesso criticati con la scusa di essere solamente opere che producono un forte consumismo e nulla più.

“Capodanno in giallo risulta comunque un’opera non semplice da recensire quanto semplice da leggere. Se infatti l’insieme dei diversi racconti permette una lettura fluida e veloce proprio la molteplicità di questi ultimi rende arduo il compito del lettore, che magari preferisce un racconto piuttosto che un altro.

Nella sua complessità, comunque, il libro può essere visto un piacevole diversivo durante le giornate di noia, soprattutto per coloro che sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.