Messa Stati Generali FI, Don Nuccio Cannizzaro chiarisce: ‘Mai parlato contro la giustizia, mi riferivo al giustizialismo’

I chiarimenti del sacerdote reggino. Don Nuccio Cannizzaro spiega il contenuto dell'omelia tenuta al Kalura

don nuccio cannizzaro

Accusato di aver trasformato l’omelia in un messaggio politico durante la messa a porte chiuse che ha aperto la kermesse politica degli Stati Generali di Forza Italia a Reggio Calabria, Don Nuccio Cannizzaro si difende, in un’intervista rilasciata all’Avvenire di Calabria.

“Basta cultura della legalità che tanti danni ha fatto”, aveva dichiarato durante la messa, davanti alla platea dei big di FI. E ancora:

“Bisogna ripristinare l’immunità parlamentare, il potere scelto con il voto dagli italiani deve avere la supremazia, solo così si può far volare in alto il Paese”, avrebbe dichiarato.

Il sacerdote reggino è intervenuto sulle pagine dell’Avvenire in merito alla sua recente omelia, chiarendo quello che era il suo messaggio.

“Il mio intervento è partito dal commento alla Parola di Dio della domenica, ho parlato della vanità denunciata nel libro di Qohelet e poi ho commentato il Vangelo di Luca. Solo alla fine mi sono rivolto all’assemblea ponendo domande sul cammino di verifica che in questi giorni stavano vivendo. Ho affermato che la politica deve avere orizzonti alti e non guardare solo agli interessi presenti.

Don Nuccio Cannizzaro

Ho esortato i presenti a operare scelte per il Sud, perché se il Sud si svilupperà, tutta la nazione troverà benefici. E prendendo lo spunto dal tema del convegno ho proposto ai presenti di prendere in considerazione la Dottrina Sociale della Chiesa come riferimento per ogni intervento nella vita pubblica. Qui ho accennato al valore evangelico della Giustizia, intesa come opera di Dio e non come opera dell’uomo. Poi ho fatto riferimento alla legalità, che è la prassi giuridica dei vari stati, opera degli uomini ed ho anche fatto riferimento al giustizialismo, che in alcuni casi, secondo me, non aiuta la giustizia.

Le mie parole non sono state contro la “cultura della giustizia”, come erroneamente riferito da alcuni giornali, ma ho preso le distanze dalla cultura del giustizialismo. Il mio pensiero ovviamente non poteva e non può essere usato strumentalmente per asserire di un mio attacco alla Magistratura di ogni ordine e grado. Credo di aver dimostrato in lunghi 18 anni di processi di aver rispettato i vari gradi di giudizio e di aver confidato nel sereno compimento dell’iter processuale. Per cui ribadisco il mio apprezzamento per l’ordinamento giuridico dello Stato e per la magistratura libera e autorevole, garanzia di libertà per tutti i cittadini”.