Caso Rositani, sentenza alle porte. Maria Antonietta: 'Qualsiasi sia il verdetto, combatterò'

Maria Antonietta Rositani lancia un appello alle tante donne vittime di violenza: 'Non vi rassegnate. Ribellatevi'

È il giorno della giustizia per Maria Antonietta Rositani che attende di scoprire quale sarà la sentenza di 2° grado del Tribunale di Reggio Calabria per il tentato omicidio, perpetrato nei suoi confronti, da parte dell’ex marito Ciro Russo.

Il giorno della sentenza per Ciro Russo

“Sto per recarmi alla corte d’appello – ha raccontato la donna divenuta ormai un simbolo della lotta alla violenza – per ascoltare la sentenza. Qualsiasi sia il verdetto, una cosa è certa, io combatterò perché voglio vivere. Per me, oggi, ascoltare la difesa sarà veramente dura, ma la legge prevede che anche un assassino possa essere difeso. Gli avvocati in questo non hanno nessuna colpa, fanno solo il loro lavoro.

Io, però, ve l’assicuro, urlerò al mondo che la violenza non è pazzia. I pazzi ci sono, ma ci sono anche i criminali. Nel mio caso, quell’uomo è un criminale. Ricordo perfettamente quegli occhi, non li potrò mai dimenticare. So con chi ho avuto a che fare quella mattina, così come per 20 anni. La violenza non è pazzia, questi sono uomini malvagi che non accettano di non avere il dominio sulla donna, questi uomini devono essere puniti, dobbiamo avere giustizia”.

Un messaggio alle donne vittime di violenza

Maria Antonietta, nel corso della sua diretta Facebook, prima di recarsi in tribunale ha mandato un messaggio a tutte le donne che vivono o hanno vissuto la sua stessa situazione:

“Voglio lanciare un messaggio a tutte le donne che in questo momento si trovano chiuse in casa e vivono nelle paura, che si sentono abbandonate, che subiscono violenza tutti i giorni da quell’uomo che era il loro grande amore, quelle donne che si sentono senza via d’uscita, che credono di dover soffrire per tutta la vita. A tutte loro dico non vi rassegnate, non è questa la volontà di Dio.

Tutti vorremmo avere un futuro fatto di felicità e niente di dolore, ma la vita è anche questa. Cerchiamo di trovare la via d’uscita, di aiutarci, lottiamo per una vita migliore. È difficile per voi come lo è stato per me. So quanto possa esser facile dire scappa e denuncia, più difficile è farlo, ma è ancora più difficile vivere in un limbo senza via d’uscita. Armatevi di speranza e tanta forza, cercate aiuto e fuggite. Io non rimpiango nulla di quello che ho fatto, sono fiera e felice di aver denunciato, non importa se il 12 marzo 2019 ho dovuto patire le pene dell’inferno, Dio mi ha dato la forza di affrontarle. Ribellatevi, fatelo”.