Centro Girasole di Reggio all'asta: che fine ha fatto il progetto di riqualificazione?

“Il Girasole sarà una struttura green” annunciava nel 2017 il sindaco Falcomatà.

Nel corso dell’ultimo consiglio comunale del 2023, il consigliere comunale di opposizione Armando Neri ha criticato la scelta dell’amministrazione comunale di mettere all’asta il centro Girasole.

Quasi 4 milioni di euro la base d’asta

“Compendio Immobiliare denominato “Girasole” già destinato ad uso commerciale (MERCATO), sito tra l’intersezione della via Itria e via Messina, non censito in Catasto urbano ed in corso di accatastamento, ricadente in Catasto Terreni alla Sezione A del Foglio 105, Particella 1237, nonché porzione della part. 923 da frazionare, della superficie lorda di circa 4.950,00 mq.

L’immobile è costituito da tre corpi di fabbrica contigui, con annessa pertinenza esterna: Fabbricato Nord a 4 piani; Fabbricato Sud a 4 piani; Corpo centrale a 3 piani.

Prezzo a base d’asta Euro 3.850.000,00. “, si legge nell’avviso del Comune.

“Il centro Girasole non doveva essere la nuova sede di Hermes ? E invece va all’asta quando potrebbe essere un hub straordinario per fiere e mercati”, le parole del consigliere della Lega.

Alle affermazioni di Neri, aveva risposto Falcomatà nel corso del suo intervento. “Riguardo il centro Girasole, al consigliere Neri dico che la prima valutazione sulla dismissione è del 2010, poi dal 2010 non risultano atti che modifichino il piano sino al 2022. Fatico a capire questa enfasi”, le parole del primo cittadino.

Che fine ha fatto il progetto di riqualificazione?

Il riferimento di Armando Neri era al progetto di riqualificazione presentato dall’amministrazione comunale nel luglio del 2017 e che avrebbe visto il centro Girasole ospitare la società all’epoca costituenda Hermes.

“L’idea principale del progetto- aveva evidenziato in passato Giancarlo La Monica del ‘Centro Studi Tradizione e Partecipazione”- era quella di dar vita ad un “edificio green” in grado di guardare al futuro, un “edificio sostenibile” con l’arduo compito di essere efficiente al 100% e dare il massimo del benessere a contribuenti e dipendenti.

Con il consueto clamore, veniva annunciato l’imminente inizio dei lavori (novembre 2017) che avrebbero dovuto terminare nell’arco di 7-8 mesi, al fine, citiamo testualmente ” di recuperare un qualcosa che era stato completamente abbandonato“, le parole di La Monica nel 2021.

Le parole di Falcomatà nel 2017

“Abbiamo deciso di recuperare il “Girasole”, così da realizzare qui la sede della nuova società comunale “Hermes”, nata dalla fusione di Reges e Recasi. Questo si traduce in un risparmio enorme, perché non dovremo più sostenere spese di affitto di immobili privati per le sedi delle società.

Ma soprattutto, restituiamo alla città un “non-luogo” che dovrà essere al servizio della comunità e che vivrà anche fuori dagli orari di lavoro. Sarà una struttura rinnovata e sostenibile dal punto di vista energetico e ambientale, con un teatro, una zona bar e una sala conferenze.

Hermes era il dio degli scambi commerciali e dei passaggi epocali: trasformare una società a partecipazione pubblico-privata in una società in-house senza perdere neanche un posto di lavoro, trasferendo la sede all’interno di una struttura pubblica, migliorando il servizio, tagliando i costi di gestione e creando un indotto economico per il quartiere è, senza dubbio, un cambiamento epocale.

Cosi Falcomatà nel 2017 presentava l’innovativo e importante progetto, smentendo di fatto…il sè stesso del dicembre 2023. Quando si è ormai entrati nel 2024, non soltanto del progetti di riqualificazione non vi è più traccia ma adesso è arrivata la decisione del Comune di mettere l’immobile all’asta.

“Ancora una volta siamo costretti a registrare la distanza siderale che separa gli annunci dall’azione amministrativa, ancora una volta facciamo i conti con l’ipocrita attenzione alle periferie. Fallito il tentativo di trasformarsi in sede “green” della Hermes, il Girasole, avrebbe potuto trovare nuova vita trasformandosi in palazzo del Cultura, un luogo dove poter allestire mostre, ospitare incontri, dibattiti, presentazioni di libri e viste le dimensioni anche concerti, purtroppo invece si è, ancora una volta, persa l’occasione per trasformare un monumento al degrado, in struttura viva, dinamica e dalle alte potenzialità sociali considerata l’area in cui si trova”, concludeva La Monica.

Parole perfettamente attuali a distanza di più di 2 anni. Si attendono adesso chiarimenti da parte dell’amministrazione comunale rispetto al progetto di riqualificazione e le somme spese per un percorso ambizioso bruscamente interrotto.

Tra i progettisti dell’opera era presente l’arch. Nicola Irto, da specificare come si tratti soltanto di un omonimo del segretario regionale e senatore del Pd.