Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di un cittadino riguardo i festeggiamenti e la celebrazione in città del cinquantenario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace:
“Egregio Direttore
non avrei voluto tediare ancora di più i suoi lettori sull’argomento dell’anniversario del ritrovamento Bronzi di Riace .Ma dopo avere visto a Reggio Tv l’ennesima manifestazione di festa più che paesana realizzata nella magnifica terrazza del Museo di Reggio Calabria, non sono stato più capace a trattenermi ed ecco che le scrivo.
Sono mesi che si sente blaterare su questo anniversario che, fatto salvo la bella espressione a favore dei Bronzi di Jovanotti e della presentatrice del telegiornale di Rai 1, tutte le altre iniziative sono paragonabili alle più scadenti manifestazioni paesane.
Come si fa a pensare che gli incontri, le conferenze, i premi, i cantanti nelle piazze, le orchestre e gli artisti locali, possano fare uscire dal nostro territorio l’evento più importante degli ultimi 60 anni a Reggio e fare venire turisti a perdere?
Nel 1996 andai in vacanza sulla Costa Azzurra e già in quel periodo, con un anno di anticipo furono programmati i festeggiamenti dell’anniversario della famiglia Grimaldi.
Sorvolo cosa c’era scritto nella brochure che era già pronta e quali erano le manifestazioni internazionali programmate, principalmente nel Museo Oceanografico, che molto aveva ed ha da condividere con il nostro museo e la sua scuola subacquea, creata dopo la scoperta dei Bronzi.
Allora, mi chiedo cosa ci voleva a chiedere ai responsabili del Museo Monegasco che si facesse portavoce con le autorità cittadine a fare un gemellaggio con la città di Montecarlo ed invitare Principe Alberto a venire e tagliare il nastro nel giorno dell’anniversario?
Non molti sanno, e forse neanche il principe che il nonno era un esperto di flora marina e nel passato venne nello Stretto di Messina per studiare la flora. Questo sarebbe stato una motivazione in più per farlo venire.
Non vorrei essere presuntuoso, ma caro Direttore per un evento di questo genere forse avremmo dovuto creare una nuova tendopoli come quella di San Ferdinando per ricevere e ospitare, giornalisti, mass media, televisioni nazionali ed internazionali ospiti al seguito e migliaia di turisti.
Allora si che i bronzi starebbero stati pubblicizzati in tutto il mondo.
Avevo anche suggerito una promozione turistica. Fare pagare solo € 30 ai primi duemila turistici che prendevano l’areo o il treno per Reggio.
Con poche centinaia di migliaia di € ne avrebbe beneficiato tutta la filiera del Turismo.
Non è stato realizzato nemmeno un gadget. Un portachiavi, una tazza, un cappellino, una maglietta, una matita, niente di niente. Ma giustamente a quali turisti li avremmo venduti?
Forse sono io che non ho capito”.
Dott. Alberto Porcelli