Reggio abbraccia Maria Antonietta. Pochi gli uomini presenti, gli altri dov'erano?

A 48 ore dalla manifestazione di solidarietà dedicata a Maria Antonietta Rositani vogliamo ricordare ancora una volta il messaggio di quella giornata. Questa volta però attraverso le parole dei pochi uomini intervenuti

A 48 ore dalla manifestazione, che ha coinvolto, in maniera del tutto spontanea e istintiva, davanti al teatro Francesco Cilea, centinaia di reggini nel pieno centro cittadino di Reggio Calabria a favore di Maria Antonietta Rositani (al momento ricoverata al Centro Ustionati di Bari), è doverosa un’attenta riflessione.

Una tra tutte, oggettiva e netta, sollevata anche da chi è intervenuto durante il lungo incontro di sabato 16 marzo.

La palese (fin troppa) partecipazione del ‘gentil sesso‘ è stata molto più evidente e numerosa di quella maschile. Centinaia di volti femminili formavano infatti la ‘muraglia di solidarietà‘ dedicata a Maria Antonietta Rositani.

Pochi, pochissimi, gli uomini presenti. Gli altri, dov’erano?

Eppure l’iniziativa, ideata dal presidente della Commissione di Pari Opportunità della Città Metropolitana di Reggio Calabria Laura Bertullo, era rivolta ovviamente a tutti, non solo alle donne.

Seppure con toni equilibrati e sobri, il comunicato stampa diffuso dalla Bertullo era chiaro, con uno scopo ben preciso. Si invitava l’intera cittadinanza a dimostrare la propria vicinanza nei confronti di una donna, di una ‘sorella‘ (così la chiama la Bertullo), vittima dell’ennesimo atto di violenza da parte di un folle, di un marito insoddisfatto, di un uomo arrabbiato.

La riflessione che oggi poniamo all’attenzione dei nostri lettori è la poca partecipazione dell’universo maschile.

Quello di sabato mattina non era un incontro come tanti altri, non era un comizio politico, né un banale ‘atto dovuto’ da parte delle istituzioni. Rappresentava piuttosto un’occasione, un’opportunità, per tutti gli uomini reggini, di manifestare in modo chiaro e sincero, il proprio amore all’universo femminile. Così non è stato. Vogliamo dare però voce e merito, attraverso questo breve articolo, agli uomini che hanno avuto l’intelligenza e la sensibilità di ‘dichiararsi’.

Di seguito gli interventi da parte degli uomini presenti.

“E’ un’immagine bellissima. E’ un segnale forte per la nostra città – dichiara Riccardo Mauro – Mi stringo alla famiglia e l’amministrazione comunale è presente oggi per dimostrare la vicinanza delle istituzioni. Quello che è successo è ignobile e non fa parte dell’essere umano. Da parte mia un grande abbraccio alla famiglia e Maria Antonietta che, se fosse presente oggi, forse sarebbe un pò più orgogliosa della città di Reggio”.

“Maria Antonietta ha scelto una professione che richiede un costante aiuto verso il prossimo – spiega un componente dell’Ordine degli Infermieri di Reggio Calabria, collega di Maria Antonietta – Nella speranza che la giustizia faccia il suo corso e che punisca in modo esemplare questi atti di violenza, rivolgo agli uomini solo un messaggio, se la vostra donna vi lascia e se volete fare del male a qualcuno uccidete prima voi stessi”.

“Ho girato un film sulla violenza sulle donne e il femminicidio – spiega Agostino (regista reggino) – Invito tutti i cittadini a guardare il film, in uscita ad ottobre. Denunciate quello che accade e non abbiate paura. Credete nella giustizia e diciamo basta alla violenza!”

“Di uomini questa mattina ce ne sono molti pochi. Le leggi ci sono ma devono essere applicate – l’intervento di un altro cittadino presente –  Si chiama certezza della pena. Lo Stato e la Magistratura devono garantire la certezza della pena.”

“A nome di tutta la scuola ‘A.Volta’ di Reggio Calabria voglio testimoniare la vicinanza di tutti gli studenti. Siamo vicini a tutta la famiglia. Questo l’intervento di un compagno di classe della figlia Ennie”.

“Sono un prete, faccio parte della comunità dei canonici di Reggio Calabria. A nome di tutti noi sacerdoti della diocesi di Reggio e di Bova voglio essere vicino ad Antonietta perchè so cosa vuol dire soffrire a causa della cattiveria di una persona. Un uomo, venuto da fuori che ha infangato la nostra città. Ciro Russo ha compiuto un gesto brutale ed ignobile. Speriamo che Maria Antonietta torni presto tra noi perchè ha diritto di continuare la sua vita di giovane donna nei suoi sentimenti e nei suoi valori”.

“Voglio chiedere scusa a nome di tutti gli uomini – grida Lorenzo Festicini – Dobbiamo chiedere perdono del vile gesto. L’uomo deve proteggere la donna e la deve sostenere portando avanti la famiglia insieme senza sottometterla. Ricordiamocelo tutti quanti. La donna è sacra perchè ci ha dato la vita a tutti noi!”

“Oggi è giusto lasciare da parte i ruoli istituzionali. Ho portato qui mia figlia perchè è giusto che sin da bambini sappiano cosa è giusto e cosa è sbagliato – dichiara Demetrio Delfino – Questa manifestazione è importantissima ma il grande lavoro che la società deve ancora fare deve interessare soprattutto su noi maschi”.

“E’ pesante come ogni altro atto di violenza ritrovarsi qui – dice emozionato Lucio Dattola – Maria Antonietta non sa ancora come uscirà dall’ospedale di Bari. Ricordo a tutti che violenze di questo genere hanno una rilevanza nel nostro ordinamento e dobbiamo essere tutti uniti perchè tutte le categorie che lo Stato ritiene e definisce ‘deboli’ siano invece al contrario sempre più forti”.

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