Città metropolitana, la questione rifiuti rimane critica. Fuda: ‘Spingere differenziata al massimo’

Il consigliere delegato risponde all’interrogazione di Zampogna. Illustrate le situazioni di Siderno, Gioia Tauro e Melicuccà

La questione rifiuti fa capolino a Palazzo Alvaro con l’interrogazione che il sindaco di Scido, Giuseppe Zampogna, ha rivolto dai banchi di Forza Italia al consigliere delegato Salvatore Fuda.

Nell’illustrare l’interrogazione Zampogna ha parlato di “scaricabarile mostruoso” perché il sistema dei rifiuti in Calabria non ha prodotto alcun risultato provocando solo emergenze e confusione.

In questo scenario – i Comuni sono stati diffidati dalla Regione a raggiungere la quota del 70% entro il 30 giugno ed entro il 30 aprile provvedere alla tracciabilità dei rifiuti – i comuni dell’area metropolitana continuano a subire criticità per la carenza di discariche e per un deficit organizzativo della Città metropolitana dovuto alla carenza di personale.

Il Piano prevedeva l’individuazione di tre siti: Melicuccà quale discarica di servizio dell’impianto di Gioia Tauro, Motta san Giovanni al servizio di Sambatello e un sito per gli scarti di lavorazione al servizio di Siderno ancora da individuare, e da allocare nella Piana di Gioia Tauro.

Zampogna chiede quindi quali atti sono stati compiuti per adempiere alla diffida della Regione e a che punto sono i lavori di Melicuccà e degli altri siti previsti dal Piano.

A dare risposta a Zampogna è stato il sindaco di Gioiosa Ionica, Salvatore Fuda, che ha poi distribuito una risposta scritta ai colleghi arricchita da una relazione messa nero su bianco dagli uffici e dai tecnici della Città metropolitana.

Nella sintesi offerta all’aula Fuda ha sottolineato che la Città Metropolitana eredita un sistema inefficiente dal punto di vista degli impianti e dopato dal punto di vista finanziario con la Regione che si sostituiva ai comuni nel pagamento degli oneri di smaltimento.

“Da quando a gennaio 2020 i comuni sono subentrati nella gestione del ciclo dei rifiuti attraverso la Città metropolitana, è vero che c’è stato un deficit organizzativo ma si sta attivando l’unità amministrativa creata ad hoc. La mancanza di discariche ha generato grandi sofferenze con il rallentamento e il blocco dei conferimenti”.

Fuda riporta gli interventi per Siderno ricordando che l’impianto ha una potenzialità di 40 mila tonnellate per l’indifferenziato, 15 mila per il secco e 18 per l’umido. Viene ricordato anche che il 24 settembre 2020 l’incendio sviluppatosi ha azzoppato la struttura che oggi tratta 120 tonnellate al giorno di rifiuto e 60 tonnellate a settimana di frazione organica. Al momento i lavori di ripristino sono bloccati dalla vertenza tra la compagnia assicurativa e l’ente gestore. Il nuovo Ctu si dovrebbe insediare ai primi di maggio, e serviranno sessanta giorni di lavori (finanziati per 42 milioni di euro) anche per il ripristino.

Per quanto riguarda Gioia Tauro, Fuda ha sottolineato come sia necessario completare il sistema con specifiche piattaforme per trattare la frazione umida e il secco. Il 17 marzo scorso la Città Metropolitana ha trasmesso alla Regione quattro possibili localizzazioni per l’impianto di trattamento della frazione organica: una nella stessa area, due ipotesi riguardano il territorio del comune di Seminara e riguardano due locali confiscati alla criminalità organizzata, e uno di questi può ospitare una discarica di servizio; un’altra infine è stata individuata nell’area industriale di Gioia per la realizzazione di un Biodigestore anaerobico, ma non ci sono risorse al momento. Sul termovalorizzatore invece si sta lavorando al ripristino della seconda linea.

Il capitolo discariche è quello più amaro. Fuda infatti conferma che sul territorio metropolitano non c’è nessuna discarica di servizio attiva, né privata né pubblica. Insomma, organico, vetro e multimateriale sono trattati in impianti privati.

Per quelle previste, sono stati già stanziati 8,5 mln su Motta San Giovanni i cui lavori saranno appaltati a breve; sulla Locride (entro fine maggio si spera di indicarle) ma non c’è finanziamento. Su Melicuccà invece sono in corso indagini integrative. Il primo lotto dei lavori di ripristino è stato già consegnato ad agosto 2020. Nel gennaio 2021 è stato risolto il rapporto con l’aggiudicataria, e ora, chiusa la conferenza dei servizi, sono state affidate delle indagini integrative al Cnr per escludere qualsiasi tipo di danno alla sorgente di acqua che serve qualcosa come ventimila cittadini. Su Melicuccà la posizione della Città Metropolitana è molto chiara, noi aspettiamo e ci affidiamo alle risultanze scientifiche per poi valutare il da farsi.

“Le nostre criticità sono allocare umido per 20 mila tonnellate all’anno e smaltire gli scarti di lavorazione per 60 mila tonnellate. Se gli interventi si concludono in un biennio dovremo continuare a ricercare spazi e impianti per l’umido, e continuare a prevedere altre attività. Dobbiamo continuare su questa strada, avendo tre obiettivi: spingere su differenziata al massimo, trovare impianti di trattamento, e capire come costruire gli impianti per allocare gli scarti”.