Comitato Popolo di Archi: 'Cittadini della periferia nord ostaggio di Falcomatà'

"Il sindaco non conosce i regolamenti. Ci riserviamo la facoltà di denunciare presso la massima autorità giudiziaria"

“Un’intera periferia a Nord della Città di Reggio Calabria – Archi, Gallico e Catona – vive con sgomento l’efferatezza anti-democratica di colui che dovrebbe rappresentare la figura istituzionale di primo cittadino. Da quando abbiamo presentato la petizione popolare, a seguito della raccolta firme – che ha visto aderire 600 cittadini – per chiedere all’amministrazione comunale di revocare l’Ordinanza n. 175 del 5 aprile 2016, depositate il 13 febbraio 2020, nessuna risposta è mai arrivata da Palazzo S. Giorgio.

Nonostante le due sedute – a seguito di una diffida ad adempiere – svoltesi presso la III Commissione che si occupa del tema “viabilità”, siamo arrivati alle terza seduta, questa volta presso la IX Commissione “Controllo e Garanzia”.

In questa occasione il nostro rappresentante Dott. Luciano Surace ha evidenziato tutti i reati commessi dal sindaco che hanno causato il blocco amministrativo della petizione popolare. Il Presidente della IX Commissione Dott. Massimo Ripepi ha accolto le nostre motivazioni e si è dichiarato disposto ad andare avanti contro questo sopruso.

In particolare si è segnalato che il mancato procedimento ad oggi constatato è in palese violazione della normativa secondo i principi del Testo Unico degli Enti locali, della Legge sul procedimento amministrativo, dello Statuto del Comune di Reggio Calabria e, infine, la palese violazione del Regolamento per l’attuazione degli istituti di partecipazione popolare, approvato con parere favorevole dalla Commissione Consiliare “Statuto e Regolamenti”, ed entrato in vigore con la Delibera del Consiglio Comunale il 29/12/16.

Lo stesso Regolamento degli istituti di partecipazione popolare, dispone che sia data risposta entro 20 giorni e che la decisione definitiva venga adottata entro il termine di 90 giorni dal deposito della petizione. Nessuno di questi termini è stato rispettato. Anzi, se non fosse per la formale diffida inviata nell’aprile di quest’anno la petizione sarebbe decaduta a danno dei cittadini.

Proprio nel 2016 il sindaco incitava per l’emanazione di questo Regolamento e a dicembre dello stesso anno, dopo l’emanazione, dalle colonne della sua pagina facebook esultava: “La città si fa con i cittadini”. Insomma, l’ennesimo vaniloquio di una propaganda che, dal 2014, proprio sulle periferie ha visto ostentazioni di presunte attenzioni e millanterie su opere e servizi mai realizzati.

È evidente a tutti che il primo cittadino non conosca lo Statuto Comunale, il quale all’art. 73 dispone che: il Sindaco quale capo dell’amministrazione “è garante dell’attuazione e dell’osservanza del presente statuto”. Infine, si fa presente che ogni petizione popolare è un atto giuridicamente tutelato, pertanto si riserva la facoltà di denunciare presso la massima autorità giudiziaria.