Comunali Reggio, Minicuci subito al lavoro: 'Risanare, proteggere e rilanciare la città'

Il candidato sindaco del centrodestra traccia il percorso: ‘L’elettorato di centrodestra saprà dove collocarsi’

“Risanare la città, proteggerla dagli attacchi esterni, e rilanciarla. Sono tre concetti che vanno in parallelo. Se ci sono le risorse io vado a prenderle, perché io so dove mettere le mani. Sono gli altri che devono ancora capire come fare”.

Ottimista, determinato e concentrato sull’obiettivo, il candidato ufficiale del centrodestra reggino, Antonino Minicuci, è già al lavoro. Gli impegni d’altra parte non mancano. Occorrerà recuperare il terreno perduto e ricompattare una coalizione che, per ora, sembra fare acqua da tutte le parti.

Per questo Antonino Minicuci incontrerà il prima possibile i referenti locali dei partiti, le istituzioni, e soprattutto quelle che dovrebbero essere le liste civiche a suo supporto. C’è un grande chiacchiericcio in città in questo senso, ma la verità è che bisogna ancora stilare un programma valido, raccogliere le firme per la presentazione delle liste, e soprattutto riempirle di nomi attrattori di voti.

Senza dimenticare che lo stesso Minicuci dovrà completare anche la lista del sindaco:

“Dovrò cercare di avere coloro che veramente vogliono lanciarsi in questa avventura. Che è un’avventura rischiosa, perché sarà molto difficile andare a coprire un debito veramente mostruoso fatto da un ragazzo che non sa neanche come li ha spesi. Siamo sul dissesto assoluto. E la mia non è una polemica personale, perché voglio entrare nel merito delle cose”.

Insomma non perde tempo l’ex direttore generale del Comune di Genova che si dice convinto del fatto che alla fine l’elettorato di centrodestra saprà dove collocarsi.

Ma tanto in questo senso lo dovrà fare lui. Dovrà cioè convincere i reggini che le cose fin qui dette sul suo conto (identità reggina e l’essere un burocrate) sono soltanto dei luoghi comuni – “Dovunque sono stato ho sempre aiutato i calabresi. Sono gli altri che devono preoccupare di chiedersi se sono calabresi” è lo sfogo del candidato – restituendo al mittente le accuse ricevute.

“Non sono più un tecnico, o un manager, oggi sono un politico. È ovvio che il politico fa le scelte, e che il manager le esegue. Fare politica, però, non è un’avventura, ma è un serio spirito di servizio. E se sarò sindaco, lo farò col cuore. La mia storia dice che ho raggiunto risultati con sangue e fatica. E per me, se diventerò sindaco, saranno 5 anni di sacrificio senza alcun beneficio. D’altronde non ho ambizioni politiche a 72 anni. Sto solo dando un servizio alla città, per amore di questa terra”.

E Minicuci forte della sua esperienza lavorativa sembra avere già le idee chiare:

“Bisogna elaborare programmi seri, concreti e coerenti, raggiungibili nel tempo, e verificabili nel risultato. Fare gestione significa portare a compimento e realizzare quelle che sono le scelte fatte dai politici. A me la commistione tra politica e amministrazione non mi è mai piaciuta. Non mi piace che ci sia il consigliere o l’assessore che va e si cura il rapporto col dirigente di turno perché questo gli porta i voti. Bisogna rompere questa consuetudine e fare in modo che ognuno faccia il suo. Che ci siano regole certe”.

In tal senso Minicuci insiste:

“Sono convinto che non esistono dipendenti fannulloni, ma dirigenti e funzionari che non danno il giusto carico di lavoro ai dipendenti, e non controllano quello che si fa. Se sarò sindaco ci sarà una norma interna che stabilirà i tempi di conclusione dei procedimenti, e chi sbaglia pagherà una somma che verrà stabilita da un apposito gruppo – interno o esterno, e composto da autorità – per danno da ritardo. Una norma che esiste, ma che non è mai stata applicata in Italia. Questa è stata la mia battaglia in tutti i comuni”.